MESE 6, GIORNO 3, POST 25, pomeriggio
[(#FF007F) EXP 136.390 (30r100x2)][DENARO: 1500 mo (gioielli) + 4700 mo NdF + ABBIGLIAMENTO: tunica rosso scuro, poco più corta delle ginocchia e riccamente decorata con bordature oro, maniche corte, braccia fasciate, pantaloni color melanzana, stivali in pelle scura e capelli raccolti nell'acconciatura tradizionale][EV: 1.550, ABILITA': fiamme blu, controllo dell'attacco B ARMATURA: D1 (off), ARMI: pugnale (on)]
Kuro annuì rapidamente e prima ancora che Elanor riuscisse a pronunciare le sue ultime parole aveva già infilato la porta per correre in direzione della biblioteca. Lungo il tragitto scorse alcuni servi che trasportavano secchi d'acqua, senza particolare fretta, in direzione della biblioteca. Nel vedere il governatore accorrere tanto di fretta uno di loro sussultò, mentre un vago senso di pericolo si impossessava di lui:
"che succede?" chiese, notando l'espressione accigliata del suo datore di lavoro. Kuro non rispose, ma gli fece cenno di fare silenzio e di seguirlo, insieme a tutti gli altri. Erano in cinque, tutti con un secchiello da non più di dieci litri... se Iris ne avesse fatta un'altra delle sue...
Iris chiuse gli occhi, inspirando profondamente... e sentì la fiamma muoversi al ritmo del suo respiro. Possibile che fosse tornato? Così... senza nemmeno dover rischiare la vita? Riaprì gli occhi e si voltò verso la candela, questa volta posando entrambe le mani sul tavolo e osservandola con decisione. Inspirò ed espirò... e per la prima volta dopo mesi di inutili tentativi la fiamma si mosse secondo il suo volere. L'eccitazione per l'avvenimento riuscì a liberarla dal torpore che aveva reso insensibili le sue mani, afferrò la candela e la poggiò a terra, accanto al tavolo, poi si allontanò di alcuni metri, camminando a fatica. Le sue gambe sembravano diventate improvvisamente pesanti, il suo equilibrio precario: si inciampò sui propri piedi ritrovandosi lunga distesa a terra prima ancora che i suoi riflessi potessero ricordarle di mettere avanti le mani. Normalmente si sarebbe preoccupata che non ci fosse nessuno in giro ad assistere a quello spettacolo imbarazzante, ma questa volta no, non le importava, non quanto riavere il suo dominio.
La principessa si trascinò faticosamente a sedere. Ormai cominciava ad essere anche stanca, la vista cominciava ad offuscarlesi ma la ragazza scosse rapidamente la testa, nel tentativo di rimanere lucida. La fiamma era ancora lì: allungò un braccio in quella direzione, con la mano aperta... poi mosse un cenno verso l'alto, e la fiamma seguì il movimento delle sue dita. Il cuore le balzò in gola per l'emozione: ce l'aveva fatta! Alzò anche la seconda mano, le unì di fronte a sé, poi le allontanò di colpo una dall'altra e subito, dove prima c'era solo la debole fiamma della candela, si alzò un muro di fuoco, le cui estremità blandivano le scaffalature in legno. C'era qualcosa di strano, però, in quelle fiamme. Iris dovette osservarle per alcuni istanti prima di rendersi conto di quale fosse il problema: non erano... blu. Sbuffò. Eppure le sentiva, era riuscita a generarle, che altro doveva fare? Un moto di rabbia le strinse lo stomaco e subito le fiamme crebbero ancora, divennero di un giallo intenso... poi bianco... poi blu... poi viola... poi nero... e Iris collassò a terra, priva di sensi.
In quel momento Kuro aprì la porta e lo spettacolo che si trovò di fronte non aveva niente di rassicurante: le fiamme avevano intaccato gli scaffali di legno e ormai si propagavano da sole, passando di libro in libro. Usò una manica della lunga tunica per coprirsi il volto:
"prima laggiù! Cercate di evitare che le fiamme si propaghino!" ordinò ai servitori, indicando il punto di contatto tra due scaffali distinti: se fossero riusciti a separarli avrebbero potuto limitare i danni. Incurante del pericolo si tuffò in mezzo alle fiamme, deviandole grazie al suo dominio e, afferrata Iris, la trascinò fuori dalla stanza, adagiandola in una stanza sul lato opposto del corridoio
"chiamate tutti quanti, ci serve aiuto!" ordinò, prendendo il controllo delle fiamme perché evitassero di espandersi ulteriormente.