ANNO -10, MESE 7, GIORNO 8, POST 13, sera
[(#FF007F) EXP 143.020 (30r100x2)][DENARO: 1600 mo (gioielli) + 4600 mo NdF + ABBIGLIAMENTO: tunica rosa pallido fermata in vita da una fascia bianca, pantaloni rosa e scarpe basse in pelle morbida, capelli raccolti in due codini][EV: 300, ABILITA': // ARMATURA: D1 (off), ARMI: pugnale (off)]
Il principe si alzò dal letto, allontanandosi di qualche passo; camminò in silenzio, fissando la parete dritta davanti a sé finché raggiunse la sponda in fondo; lì si fermò. Rimase immobile, prendendo tempo, forse meditando sul discorso da fare; Iris rialzò timidamente lo sguardo su di lui: era arrabbiato? Si stava preparando a lanciarle una palla di fuoco? Papà non si allenava mai con lei, ma era abbastanza sicura che non sarebbe riuscita a dimostrarsi alla sua altezza. Suo padre sembrava ancora più minaccioso ora che non poteva vederlo in volto. Era ancora arrabbiato, se lo sentiva nello stomaco; un gorgoglio confermò la teoria. L'avrebbe fatta arrestare, come minimo. Già sentiva quell'odore di muffa e corpi in decomposizione, come quella volta che il nonno l'aveva portata in visita alla torre prigione. Deglutì: l'immagine di un uomo scheletrico dalla barba incolta si era impressa indelebile nella sua mente; la bimba aprì la bocca per parlare, per chiedere pietà, ma l'uomo la anticipò:
"hai corso un grosso pericolo andandotene a spasso per l' isola..." disse in tono molto più tranquillo di come si sarebbe aspettata, le spiegò che così facendo si era esposta al rischio di venire rapita... o peggio. Iris inarcò sospettosa un sopracciglio e inclinò la testa da un lato, con aria poco convinta
"ma c'era Tuna" protestò con ingenua consapevolezza. Era chiaro che suo padre non aveva considerato quella possibilità:
"lei li teneva occupati e io scappavo" azzardò.
Il futuro Signore del Fuoco non parve molto felice di quella risposta. Forse era preoccupato per Tuna:
"magari gli davo metà della mia paghetta, così la lasciavano in pace" propose Iris, sentendosi infinitamente generosa; mezza paghetta era davvero tanto, forse avrebbe addirittura dovuto rinunciare a comprarsi qualche giocattolo nuovo... sì. Forse mezza paghetta era davvero troppo, ma era sempre meglio che finire in prigione... e di sicuro avrebbe funzionato. La giovane principessina aveva scoperto da tempo come bastassero poche monete per attirarsi i favori della gente ed era ragionevolmente sicura che con i banditi non sarebbe stato diverso.
Lo stomaco della bimba si lamentò di nuovo e questa volta Riku sembrò accorgersene, nonostante tutti gli sforzi di Iris per farlo stare zitto.
"Vieni" le ordinò il principe con un mezzo sorriso e solo allora Iris cominciò ad intuire che forse se l'era cavata. Niente carcere, niente puzza e mostri che strisciano nel buio. Iris si lasciò prendere in braccio, avvinghiandosi al collo di suo padre.
"Di sicuro tuo nonno verrà informato di quest'accaduto" disse e lì tutte le speranze di Iris crollarono come un castello di carte. Voleva bene al nonno, anche se non sempre, ma c'era qualcosa nel Signore del Fuoco che la faceva rabbrividire ogni volta che lui le passava vicino. Forse era il modo in cui si nascondeva dietro tutte quelle fiamme, il modo inumano in cui sembrava fluttuare più che camminare tra i saloni del palazzo... o il suo sguardo: i suoi occhi dorati erano freddi, indagavano incessantemente su ogni sua mossa ed erano in grado di cogliere la minima macchia sulla tunica, il minimo capello in disordine, e...
"Il nonno, no! Ti prego! Ti prometto che non esco più dalla villa! Giuro! Mangio tutte le verdure, ma non dirlo al nonno!" piagnucolò e strinse la tunica di suo padre, decisa a non lasciarlo. Il nonno l'avrebbe fatta rinchiudere in carcere per tutta la notte come minimo, gliel'aveva assicurato con il suo vocione tonante quella volta che l'aveva incaricata di chiamare uno dei suoi dignitari e lei se ne era dimenticata a metà strada. Non aveva alcun dubbio che se il Signore del Fuoco fosse venuto a conoscenza dell'accaduto avrebbe provveduto personalmente a chiuderla in una di quelle gabbie.
"Per essere sicuri è meglio che, d'ora in avanti, ti faccia scortare da almeno sei guardie reali" decise Riku, infilando la porta della sala da pranzo. Raggiunse il tavolo e lì la depose a terra, invitandola a sedersi a quello che di solito era il suo posto. Iris fu costretta a lasciare la presa sulla tunica di suo padre e subito l'uomo si allontanò in direzione della cucina; non aveva più fame: troppo concentrata a notare che lui non le aveva risposto.
"Papà!" lo richiamò preoccupata, mentre con le mani si aggrappava al tavolo per sporgersi fino a intravedere la porta dalla quale solitamente comparivano i camerieri
"però non lo dire al nonno!" gli gridò dietro, in lacrime.