Buon papiro!!
"Il bacio colpisce come la folgore, l'amore passa come un temporale"[EXP ANTK (darkred) 27.705 (30r100x2)][DENARO: 300 NdF, DEPOSITATO: conto ABBIGLIAMENTO: casacca rossa, mantello, stivali neri][EV: 900, ABILITA': Dominio elettrico ARMATURA: // ARMI: Sciabole Gemelle, Kukri]
ANNO 2, MESE 8, GIORNO 21, POST 14 (Apr), mezzogiornoPrima sequenza: pugno di fuoco, altro pugno di fuoco, calcio dritto e…e….con un ruggito irritato il ragazzo manda una fiammata rovente ad infrangersi contro il muro, che da rosso scuro assume una decisa sfumatura color carbone. NON VA, ACCIDENTI! Si ferma a riprendere fiato, il sudore che cola copioso dalla fronte ed appiccica i capelli che sono sfuggiti dal chignon tradizionale. Antk afferra il fermaglio e lo getta via con rabbia (l’oggetto rimbalza tintinnando sul pavimento di pietra della palestra) e si afferra la spalla ancora in via di guarigione, come se toccandola potesse capire cosa c’è ancora che non funziona. Peccato che non sia un Guaritore delle tribù dell’acqua, e che lo stesso medico avesse detto che ci sarebbe voluto almeno un mese prima di poter tornare a riabilitare l’arto. Sono passati tredici giorni dall’incidente, due settimane piene..o quasi. Quel vecchio barbagianni non può mica pretendere che se ne stia buono per altrettanto tempo! Il solo pensiero lo soffoca…
…e non è solo quello che lo fa stare male. Intermittenti, possenti, le voci della folla raccolta davanti al Palazzo per l’incoronazione di Iris riescono a valicare le mura fino a lì, saturano l’aria, levano il fiato, fanno venire la pelle d’oca…no, no, no, non deve pensarci, no, pensa al Dominio, pensa a qualsiasi cosa tranne…IRIS! Maledizione, non ce la fa! Allo stremo delle forse mentali solleva entrambe le braccia nella posizione di guardia. L’allenamento, pensa ad allenarti…La spalla destra formicola, lui stringe i denti e non vuole abbassare il braccio ma vede che i muscoli cedono lentamente. Senza poter fare nulla si trova col braccio tremante, all’altezza del bacino. Se lo strapperebbe con le sue stesse mani, se solo potesse cambiare qualcosa! Invece no, non può…come non può non pensare a lei, e non può ignorare le acclamazioni della folla in delirio per la sua nuova Imperatrice.
Imperatrice. Un pugno nello stomaco è una cosa più sopportabile del suono di quella parola. Adesso Antk è seduto a terra e si massaggia la spalla con lo sguardo fisso in un punto imprecisato del pavimento di pietra fredda. Anche lui inizia a sentire freddo anche se è estate, sente freddo anche dentro e non può farci nulla. Se già era difficile che gli parlasse quando era Signore del Fuoco, figuriamoci ora che era Imperatrice! E magari una principessa poteva anche rivolgere la parola ad un borghese sfigato come lui, ma di certo non un’Imperatrice! Avrebbe avuto spazio nella sua mente anche per lui, un’Imperatrice? Perché se anche avesse potuto sopportare di non poterla più rivedere o peggio, di rivederla al fianco di un altro, non sarebbe potuto mai sopravvivere al pensiero che lei potesse dimenticare tutto. Dimenticarsi…di lui. Sente un nodo salirgli alla gola…è come se il gigantesco titolo che ora le appartiene potesse polverizzare anni di ricordi con la sua sola ombra incombente, tanto da farlo sentire piccolo ed inutile. Ed è grato adesso almeno di poter stare solo: tutti i servi sono andati a preparare la festa dell’Imperatrice, e tutte le guardie ora sono schierate a proteggere l’Imperatrice da qualsiasi pericolo. Così nessuno può commiserare l’uomo più infelice della terra.
Aziona la manopola ed un getto di acqua fredda inizia a riempire la vasca da bagno. I locali della guardia sono vuoti, può fare quello che gli pare, anche scaldarsi il bagno col Dominio visto che ne ha voglia. L’acqua calda ti fa stare meglio, sembra che ti lavi di dosso quel “di più” che da solo non riesci a toglierti di dosso. Poi torna in camera sua, facendo delicate circonduzioni con la spalla in convalescenza per testarne le possibilità…non migliori del giorno prima. E dormire un po’ non gli dispiacerebbe, se solo quello stupido sguattero non si mettesse a bussare alla porta PROPRIO ADESSO!
“l’Imperatrice Iris ha richiesto la vostra presenza. Siete atteso nella sala da ballo” annuncia col tono di uno che ha imparato un discorso a memoria. E non si muove di lì, come nemmeno Antk, che non ha recepito nemmeno una parola di quello che ha detto. Perché anche solo pensare che abbia davvero detto quelle cose è da pazzi scatenati.
“Signore?” insiste quello, facendogli capire che lo sta aspettando.
Deve essere uno scherzo. Ma allora perché si è affannato a vestirsi così velocemente,come se stesse andando tutto a fuoco, ed ora insegue il servitore come se da questo dipendesse la sua stessa vita? Ha il cuore in gola, è talmente confuso che a stento riconosce i corridoi in cui lo stanno conducendo…finché non si spalancano davanti a lui i battenti della grande sala da ballo. Non ricorda di esserci mai stato, ma in effetti non ricorda proprio niente in quel momento. La sua guida si infila con disinvoltura nella grande stanza e lui esita sulla soglia. Tutte quelle luci, i colori, gli odori, i profumi delle nobili dame che veleggiavano per la sala ostentando gioielli che aveva visto di rado anche vivendo al Palazzo, ed i loro spocchiosi compagni che non mostrano nulla se non il loro ego smisurato. Non appartiene a quel mondo. Perché lo vogliono lì? Arretra di un paio di passi, titubante, e fa quasi inciampare un cameriere con un vassoio pieno di tartine, che lo squadra dall’alto in basso come se fosse il peggiore sguattero di cucina. Ed in effetti anche l’ultimo sguattero è vestito meglio di lui, nella livrea rosso cupo ricamata d’oro. Se ne accorgono anche le dame, che iniziano a lanciare occhiate divertite nella sua direzione e bisbigliano tra loro coprendosi la mano con la bocca e ridacchiando. Gli uomini solo in un secondo momento lo notano, ed esclusivamente per il trambusto che sta provocando presso le loro signore.
Cosa ci fa quello nella sala? E vestito in quel modo...certe cose non dovrebbero consentirle, al Palazzo Reale! Qualcuno…qualcuno lo riconosce, è forse il suo nome quello che alcuni sussurrano l’un l’altro? Si richiamano con gesti leggeri e dissimulati. Alcune facce note…ufficiali di cui non ricorda il nome…non vuole vederli, lui sa solo che non vuole essere lì!
E se ne andrebbe per davvero se il servitore non fosse di nuovo al suo fianco.
“Vi sta aspettando” insiste col solito tono da recita scolastica e senza aspettarlo si inoltra nella sala. E lui lo segue. Schiva a fatica parrucche, vassoi, bicchieri, rovescia anche qualcosa ma non importa, non importano gli sguardi sorpresi ed un po’ disgustati di quella gente, lui si sente stordito e confuso. All’improvviso si rende conto di dove lo stanno conducendo: è il punto in cui convergono tutti i suoni, le risate, i colori ed il rumore della sala…e non ha dubbi su chi si trovi al centro. Il servo si avvicina al grumo di persone che la circonda –deve essere lì, non può che esserci lei- ma lui non lo segue. Resta a distanza, indietreggia, urta una colonna ornata da un arazzo e vi si appoggia come se volesse mimetizzarsi con la pietra colorata. Il servo si guarda alle spalle, lo cerca con lo sguardo e lo vede. Sembra accontentarsi del risultato ottenuto e sparisce nel gorgo umano. E’il momento, può ancora scappare…nessuno lì gli presta attenzione, nessuno si accorgerà che Antkantos batte in ritirata…