MESE 6, GIORNO 2, POST 6, mattina
[(#FF007F) EXP 129.520 (30r100x2)][DENARO: 1500 mo (gioielli) + 4700 mo NdF + ABBIGLIAMENTO: tunica rosso scuro, poco più corta delle ginocchia e riccamente decorata con bordature oro, maniche corte, pantaloni color melanzana, stivali in pelle scura e capelli sciolti][EV: 1.550, ABILITA': fiamme blu, controllo dell'attacco B ARMATURA: D1 (off), ARMI: pugnale (on)]
"Che vuoi?" chiese Iris, seccata dall'intrusione di Zina nelle sue stanze.
"Mi ha mandata il governatore" rispose la donna senza tante formalità, cosa che le fece guadagnare un'occhiata di rimprovero da parte della ragazza, ma Zina non la notò: aveva raggiunto la grande specchiera e aveva aperto il mobile che vi stava accanto, afferrando una spazzola, poi si era girata di nuovo in direzione della principessa, aspettando che si voltasse, in modo da poterla pettinare. Iris, in realtà, avrebbe preferito disintegrarla, ma sapeva che, tanto per cominciare, il governatore Kuro non avrebbe preso tanto bene la cosa. Poi c'era un altro problema... senza di lei difficilmente avrebbe potuto sistemare quel disastro capitato ai suoi capelli e, ultimo, ma non meno importante... non era sicura di poter mettere la donna fuori combattimento. E se avesse fallito? Difficile tollerare l'umiliazione.
Riassunse tutti quei pensieri sbuffando per l'ennesima volta, ma alla fine si voltò, permettendo alla donna di fare quello per cui era venuta.
"Ahia!" piagnucolò, a quelle spazzolate molto più energiche del dovuto. L'aveva fatto apposta per vendicarsi, vecchia megera! Lo specchio, però, lentamente cominciava a rimandare un'immagine più confortante e il profumo dell'olio usato per districare i capelli le aveva restituito il sorriso: in fondo bastava poco per farla felice.
"Puoi andare" disse alla fine: il suo sorriso soddisfatto era l'unica concessione che era disposta a fare all'arrogante servitrice.
Passò un'ultima volta una mano tra i capelli, per assicurarsi che tutte le ciocche rimanessero in ordine, poi uscì dalle proprie stanze, diretta verso il giardino interno dove era solita allenarsi con Kuro. Il governatore era già arrivato e la aspettava seduto sull'erba; un piccolo roditore stava saltellando in giro in cerca di cibo, ma appena vide Iris arrivare fu lesto ad arrampicarsi su un albero e da lì sul tetto. Iris si inchinò nel tradizionale saluto della Nazione del Fuoco:
"dobbiamo parlare. Seriamente" disse, questa volta in tono più pacato. Kuro annuì, facendole segno di sedersi accanto a lui.
"E' un po' che ci sto pensando; sono due mesi che sono bloccata qui e non ho avuto alcun miglioramento... non mi sto arrendendo, sia chiaro, ma credo che stiamo seguendo la strada sbagliata" iniziò, prudente. Kuro non parve arrabbiato, così Iris proseguì
"mio padre mi ha parlato della biblioteca di Wan Shi Tong. Diceva che in quel luogo è custodita da un potente spirito tutta la conoscenza del nostro mondo... e credo che se esiste una soluzione al mio problema... beh, è lì che la devo cercare" concluse, sicura di sé. Kuro sembrava in attesa, così Iris si affrettò ad aggiungere
"basta. Non c'è altro".
"Come pensi di trovare la biblioteca?" chiese lui, valutando la proposta.
"Ho raccolto i diari di mio padre... i miei soldati hanno recuperato tutti i libri che sono riusciti a trovare nelle biblioteche private dei nobili che vivono nell'arcipelago... basta leggerli, qualcosa di utile ci sarà scritto" rispose, stringendosi nelle spalle.
"Tuo padre ha cercato quella biblioteca per quasi vent'anni, prima di arrendersi" rispose l'uomo, cercando di riportare la ragazza alla realtà. Iris gli riservò una di quelle occhiate dall'alto in basso, che solitamente dedicava alla servitù
"io non sono mio padre: tanto per cominciare non mi arrendo e poi sono più motivata... per quanto tempo ancora pensi di potermi propinare i tuoi esercizi di respirazione? Sono stufa! Lo vedi che mi impegno, ma non funziona! Senti... lo so che secondo te questo casino è dovuto al fatto che non ho accettato la morte di mio padre, ma non è così: è morto, va beh, capita. Io ero il Signore del Fuoco e mi stava benissimo. Tutto questo non dipende da me! E' stato quel dannato sicario della Gilda, te l'ho già detto! Perché non riesci a cacciartelo in testa?" protestò come avrebbe fatto con un medico che tentava di curarle un braccio mentre le faceva male un piede.
"Tuo padre non era uno sprovveduto: se trovare la biblioteca fosse stato facile ci sarebbe riuscito. E non dimentichiamoci che i Saggi e il Signore del Fuoco Rozul ti stanno ancora cercando. Pensavo volessi nasconderti da loro." le ricordò Kuro.
"Lo so" ammise Iris
"... e è per questo che te ne sto parlando: io non posso muovermi di qui, devi mandare qualcuno a cercare la biblioteca" ordinò. Era una follia e Kuro lo sapeva
"Vedrò cosa posso fare" rispose, sapendo già che non avrebbe potuto accontentarla: significava condannare il malcapitato di turno a morire nel deserto di Si Wong, ma riportare Iris alla realtà facendola ragionare era una cosa che superava anche le sue capacità.
"Adesso, però, cominciamo" disse, chiudendo rapidamente la questione mentre con un cenno invitava la ragazza a mettersi in posizione.
Iris sbuffò:
"stiamo perdendo tempo".