La Nazione del Fuoco - GdR

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view post Posted on 17/4/2011, 14:12     +1   -1
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MESE 6, GIORNO 3, POST 1, mattina

[(#FF007F) EXP 132.770 (30r100x2)][DENARO: 1500 mo (gioielli) + 4700 mo NdF + ABBIGLIAMENTO: tunica rosso scuro, poco più corta delle ginocchia e riccamente decorata con bordature oro, maniche corte, pantaloni color melanzana, stivali in pelle scura e capelli sciolti][EV: 1.550, ABILITA': fiamme blu, controllo dell'attacco B ARMATURA: D1 (off), ARMI: pugnale (on)]



Iris si svegliò che era già mattino inoltrato, un raggio di sole filtrava attraverso la pesante tenda che chiudeva la sua finestra, ma la ragazza non si alzò, preferendo indugiare ancora qualche istante tra i morbidi cuscini. Rotolò su un fianco... aveva passato tutta la sera precedente a leggere i libri che aveva trovato nella biblioteca di Kuro, ma in nessuno di essi aveva trovato informazioni precise, solo qualche accenno, niente più di quanto già sapeva: l'ultimo a parlare della biblioteca era stato l'Avatar Aang... più di duecento anni prima, tra l'altro sostenendo che la biblioteca era scomparsa tra la sabbia del deserto di Si Wong... eppure... qualcosa non tornava. Suo padre aveva mandato una spedizione che per anni aveva attraversato in lungo e in largo il deserto a caccia di quel mitologico tempio del sapere. O suo padre era un completo idiota, o... "doveva sapere qualcosa che non ha scritto nei suoi diari" intuì la ragazza, tirandosi finalmente a sedere. La biblioteca esisteva ancora, ne era certa. Doveva solo trovare informazioni più precise, e qualcuno disposto a rischiare la vita nel deserto pur di trovarla.

In effetti c'era un altro problema, non indifferente. Se avesse confessato che genere di libro le serviva avrebbero potuto intuire il motivo che l'aveva spinta a cercarlo. Strattonò la tenda, inondando di luce la camera da letto, poi raggiunse l'interfono che collegava la sua stanza con le cucine "la colazione" ordinò senza troppi complimenti. Un problema alla volta. Poteva sempre assumere qualcuno, pagarlo a sufficienza da tenere la bocca chiusa e liberarsene se non avesse ottenuto quello che voleva... messo così sembrava un piano sufficientemente sicuro. I dettagli, certo, non erano il punto di forza della principessa.

"Posso farti una domanda?" chiese Kuro, non appena Iris lo raggiunse per il consueto allenamento. La ragazza lanciò un'occhiata sospettosa al governatore... il tono disinvolto che l'uomo aveva usato non prometteva niente di buono. "Che genere di domanda?" chiese con prudenza. Voleva impedirle di cercare la biblioteca, se lo sentiva... ma in fondo si era limitata a propogli l'idea, non aveva alcun motivo per sospettare che intendesse metterla in pratica con o senza di lui... o aveva scoperto dei libri? A quel pensiero si irrigidì un poco, Kuro fece finta di non notarlo e proseguì: "mi ha contattato il capo delle guardie cittadine, sostiene di avere trovato il corpo di un uomo vicino al fiume, oltre il bosco, nella mattina di ieri" disse il governatore, esitando un istante per osservare la reazione della ragazza.

Da un lato Iris fu sollevata di sapere che l'argomento di conversazione non era la biblioteca, dall'altro... conosceva Kuro e il suo sentimentalismo. Non aveva la più pallida idea di come avrebbe potuto reagire se avesse saputo che era coinvolta... e sapeva bene che il minimo che poteva aspettarsi era una lunga ramanzina. Ricambiò lo sguardo dell'uomo "immagino che nessun villaggio sia poi così sicuro per la gente che se ne va in giro di notte" rispose con aria innocente. "Potrebbe essere stato ucciso nel pomeriggio... o la mattina, è una zona poco trafficata, lo sai... tu hai notato niente di sospetto qui intorno?" chiese il governatore. Iris si morse la lingua, scuotendo la testa: odiava Kuro quando faceva così, le dava la sensazione che potesse leggerle nel pensiero. Istintivamente distolse lo sguardo: "adesso possiamo iniziare con l'allenamento?" chiese desiderosa di togliersi al più presto da quella scomoda situazione.

Sarebbe stato più che evidente a chiunque che la ragazza sapeva molto più di quanto volesse rivelare, ma Kuro decise di non forzarla "un'ultima cosa" aggiunse, "ieri, mentre parlavamo con Elanor... hai detto che non ci sono mai state rivolte nel Regno" aggiunse, citando le parole della ragazza e guadagnandosi un'occhiata perplessa da parte sua. "So quello che ho detto. Qual è il punto?" chiese Iris. "Tu stessa mi hai parlato delle rivolte nel Regno, chiedendomi aiuto per sedarle" le ricordò l'uomo. Iris lo fissò sconvolta per un istante: che fosse impazzito? "Mi ricorderei se avessi fatto qualcosa del genere" gli fece notare la ragazza con aria accigliata. "Adesso possiamo iniziare l'allenamento?" chiese, prima che uscissero altri discorsi strani. Kuro annuì.
 
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Silian
view post Posted on 17/4/2011, 15:07     +1   -1




[EXP: 4640 exp (25r80x2) [aggiunti exp ruolata canon] Nome pg: Elanor (#3A0057)] [DENARO: 200 NdF DEPOSITATO: 1100 NdF ABBIGLIAMENTO: tunica corta rosso rubino aperta ai lati con orli neri, cintura e pantaloni neri] [EV: 850 PV, ABILITA': chi blocking ARMATURA: nessuna ARMI: arco lungo]

MESE 6, GIORNO 3, POST 2, tarda mattinata

Stavolta l’ispezione richiese qualche ora. Era difficile per una persona vissuta nel popolo quanta gente servisse per mandare avanti un posto come il palazzo di un governatore. Elanor aveva bloccato con una freccia i battenti del portone che dava l’accesso agli alloggi, infilandola tra il pavimento e il bordo inferiore del portone. Ne aveva conficcata un’altra prima nello stipite, all’esterno, come monito per chiunque avesse anche solo pensato di venire a scocciare. Stavolta la faccenda fu molto più indolore, quasi anestetizzata…aprì di nuovo tutte le porte delle camere momentaneamente disabitate, aprì armadi e cassettoni, spostò mobili, letti, materassi mentre nuvolette di polvere accumulata si alzavano dagli angoli più oscuri, sistemò tutto in modo che avesse l’apparenza di una vera perquisizione anche se praticamente non guardò neppure cosa le stesse passando tra le mani. La terzultima stanza era terribilmente ordinata, non c’era un filo di polvere neanche in cima agli armadi…non era difficile capire chi dovesse esserne l’occupante, pensò Elanor con un mezzo sorrisetto. Non volle assolutamente essere iniqua e riservò alla stanza un trattamento pari a quello offerto gratuitamente alle altre. Si stiracchiò contemplando soddisfatta la devastazione appena operata. Invece di sentirsi in colpa quella mattina riusciva a stemperare ogni pensiero negativo in qualche idea ironica, tanto che mentre lavorava spesso scoppiava in una serie di risatine e sghignazzi soffocati…sarebbe sembrata completamente pazza, se solo ci fosse stato qualcuno a guardare. In fondo, se Ilah avesse preso di mira uno di loro, li avrebbe aspettati una sorte ben peggiore, forse le tragedie del giorno prima erano esagerate. O forse era normale abituarsi alle cose sgradevoli connaturate al proprio lavoro…dopo anni al fronte anche il soldato più sensibile sarebbe riuscito a mietere le sue vittime quotidiane nel giorno della battaglia senza troppi piagnistei. Ma scacciò via questo pensiero…. tirò via la freccia dal pavimento del corridoio, spalancando i battenti del portone e respirando l’aria fresca del mattino. Si era aspettata di trovare un capannello di persone fuori ad aspettarla ma trovò tutto deserto. “Tanto meglio” si disse, incamminandosi lungo il perimetro della casa “Niente scenate almeno per oggi”, prima o poi sarebbe arrivata in un punto che conosceva ed avrebbe ritrovato la strada. Dopo qualche minuto ritrovò il sentiero che il giorno prima l’aveva condotta allo stagno delle anatre-tartaruga: lo seguì, desiderosa di trovare un attimo di pace. Devastare le stanze altrui era piuttosto faticoso. Sedette sulla riva poggiandola schiena contro un tronco, chiuse gli occhi lasciando che gli sprazzi di sole che filtravano dai rami degli alberi le accarezzassero il viso. Lo stomaco le ricordò nella consueta maniera il pasto saltato. Si, si, avrebbe rimediato a tempo debito. Mancava almeno un’ora al pranzo, e non aveva nessuna intenzione di farsi vedere in cucina, almeno per un po’.

Edited by Silian - 24/4/2011, 15:44
 
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view post Posted on 17/4/2011, 19:36     +1   -1
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MESE 6, GIORNO 3, POST 2, mattina

[(#FF007F) EXP 132.930 (25r80x2)][DENARO: 1500 mo (gioielli) + 4700 mo NdF + ABBIGLIAMENTO: tunica rosso scuro, poco più corta delle ginocchia e riccamente decorata con bordature oro, maniche corte, pantaloni color melanzana, stivali in pelle scura e capelli sciolti][EV: 1.550, ABILITA': fiamme blu, controllo dell'attacco B ARMATURA: D1 (off), ARMI: pugnale (on)]



Iris si mise in posizione, seduta, come al solito. Ormai non aveva più bisogno che Kuro glielo ripetesse, sapeva esattamente che avrebbero eseguito per l'ennesima volta quegli inutili esercizi di respirazione. Provò a concentrarsi sui raggi di sole che la sfioravano, sul loro calore e a convogliarlo in una fiamma... ma sapeva già che sarebbe stato inutile come la volta prima e quella prima ancora. Prese un respiro profondo, aspettando le eventuali correzioni di Kuro, ma l'uomo rimase in silenzio, segno che stava eseguendo l'esercizio alla perfezione. All'improvviso un lampo di luce le fece perdere la concentrazione, costringendola a riaprire gli occhi. Era Kuro.

Il governatore si era seduto di fronte a Iris, sulla striscia lastricata che attraversava il giardino. Tra le sue mani unite a coppa una fiamma bruciava allegramente. Uno strano senso di fastidio si impadronì di Iris: rabbia, forse anche invidia per la facilità con la quale Kuro dominava l'elemento. E dire che lei era perfino migliore di lui, si era sempre allenata con costanza per diventare la migliore... e questo avrebbe dovuto renderla la migliore. Non era giusto dover tornare indietro a quel modo! Una smorfia seccata le attraversò il volto a quella vista e Kuro se ne accorse subito. "Dammi la mano" ordinò l'uomo, allungando la destra in direzione della ragazza. Iris sgranò gli occhi, non aveva mica intenzione di...?

"Cosa vuoi fare?" chiese, incrociando le braccia, per sicurezza. "Ho riflettuto su quello che mi hai detto ieri: hai ragione, non andremo da nessuna parte ripetendo all'infinito i soliti esercizi di respirazione... abbiamo appurato che non riesci a generare le fiamme. Vediamo se riesci a controllarle" la provocò. Iris fissò riluttante la fiamma tra le mani di Kuro: non era più in grado di controllare il fuoco, se avesse unito la sua mano alle sue la cosa più probabile era che si sarebbe rimediata una brutta ustione "non si potrebbe provare a distanza?" suggerì, intimorita da quella palla di fuoco.

Kuro scosse la testa "abbiamo già provato con le candele: vuoi riavere il tuo dominio? Il primo passo è convincerti che il tuo dominio non ti ha mai lasciata. E' ancora dentro di te, dobbiamo solo tirarlo fuori... fidati" insistette l'uomo con fare incoraggiante... ma al momento a Iris sembrava solo un vecchio pazzo a corto di idee... l'avrebbe bruciata, nient'altro... e non aveva la minima intenzione di aggiungere ai suoi problemi anche una brutta scottatura. Da un lato avrebbe voluto provare, se avesse potuto restituirle il suo dominio sarebbe stata pronta a quel piccolo sacrificio, ma la verità era che non ci credeva più nemmeno lei. "No" disse, rialzandosi in piedi. Una voce dentro di lei iniziò a chiamarla vigliacca, ma Iris la zittì violentemente. Non era una vigliacca, Kuro era fuori di testa, voleva metterla in pericolo... si era stufato della sua presenza e voleva liberarsi di lei, non c'era altra spiegazione. "Credo di aver abusato anche troppo della tua pazienza. Da domani sospendiamo gli allenamenti" annunciò la ragazza, imboccando il corridoio vetrato prima che Kuro avesse il tempo di replicare alcunché.
 
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Silian
view post Posted on 17/4/2011, 22:55     +1   -1




[EXP: 4840 exp (30r100x2) Nome pg: Elanor (#3A0057)] [DENARO: 200 NdF DEPOSITATO: 1100 NdF ABBIGLIAMENTO: tunica corta rosso rubino aperta ai lati con orli neri, cintura e pantaloni neri] [EV: 850 PV, ABILITA': chi blocking ARMATURA: nessuna ARMI: arco lungo]

MESE 6, GIORNO 3, POST 3, primo pomeriggio

Dopo ventiquattro ore esatte dal loro primo incontro in privato il soldato si trovò di nuovo davanti alla porta dello studio del governatore. Stavolta nessun servo, almeno per il momento, piantonava la soglia. Si era concessa almeno un’ora di riposo dopo il lavoro della mattina e si sentiva piuttosto in forze. Lo scoglio principale della prima parte della giornata era stato entrare nelle cucine per trovare da mangiare: avrebbe preferito catturare un’anatra, ucciderla a mani nude e mangiarla cruda che presentarsi davanti alle persone che aveva maltrattato il giorno prima. Purtroppo l’idea era poco praticabile per ovvie ragioni, quindi Elanor si arrese alle richieste impellenti del suo stomaco e fece il suo ingresso, con aria circospetta, nel locale antistante alla cucina. Non c’era anima viva. Si arrischiò ad entrare nel locale vero e proprio, quello in cui lavoravano tutti i cuochi. Era un po’ come entrare in terra straniera: non conosceva la topografia e le mura erano piene zeppe di mannaie, coltelli, coltellacci, punteruoli, forchettoni, stendi pasta ed altre diavolerie che avrebbero potuto facilmente diventare armi di tutto rispetto, se impugnate ed adoperate nella maniera opportuna. Il borbottio cauto del contenuto delle pentole sul fuoco era l’unico rumore udibile. Il soldato iniziò a sentirsi terribilmente a disagio, poi un pensiero spiacevole le attraversò la mente…”Che sia un’imboscata?” si voltò di scatto temendo di venire assalita da un momento all’altro ma dovette constatare di essere ancora l’unica occupante della stanza, insieme alle galline-struzzo stecchite appese per le zampe ad un palo davanti ai fornelli. Un rumore di passi pesanti annunciò l’arrivo di uno dei padroni di casa: si trattava del cuoco con la mannaia, quello che aveva cacciato dalla sua stessa stanza. Entrò sbuffando come un mantice, trascinando due altri malinconici volatili morti con una mano, nell’altra teneva la sua adorata mannaia. Si accorse subito della sua presenza, le scoccò un’occhiata torva e le indicò con la mano che reggeva gli uccelli un piatto che attendeva sul tavolo, senza una parola. I lunghi colli delle sue vittime ondeggiarono privi di vita assecondando il movimento del braccio del cuoco. Quindi le aveva preparato tutto in modo che se ne andasse di lì il prima possibile…in questo erano senz’altro d’accordo. Elanor prese il piatto e presa da un raptus di gentilezza si inchinò leggermente in direzione del cuoco. Lo stomaco vuoto aveva preso il controllo del sistema nervoso centrale e la vista del cibo bello e pronto aveva risollevato l'umore della ragazza in modo inaspettato.”Grazie” disse con voce chiara ed abbastanza forte. Lui borbottò qualcosa e si girò verso un tavolo, iniziando a spennare con gesti rabbiosi le due vittime. Lei agguantò il piatto e prima che potessero arrivare altre persone sgattaiolò via dalla porta sul retro. Mangiò in riva al laghetto, lanciando le briciole ad un’ entusiasta nidiata di anatroccoli-tartaruga. Almeno loro sembravano apprezzare la sua presenza. Poggiò il piatto vuoto su un tavolino nell’anticamera della cucina (da cui provenivano diverse voci, meglio girare al largo) e si era avviata con calma ad incontrare il suo capo. Chissà che cosa sarebbe saltato fuori in quest’altro colloquio...alzò il braccio, indugiò un istante, poi bussò con decisione un paio di colpi alla porta di legno massiccio.

Edited by Silian - 24/4/2011, 15:44
 
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view post Posted on 18/4/2011, 14:35     +1   -1
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MESE 6, GIORNO 3, POST 3, mattina

[(#FF007F) EXP 133.050 (15r50x2)][DENARO: 1500 mo (gioielli) + 4700 mo NdF + ABBIGLIAMENTO: tunica rosso scuro, poco più corta delle ginocchia e riccamente decorata con bordature oro, maniche corte, pantaloni color melanzana, stivali in pelle scura e capelli sciolti][EV: 1.550, ABILITA': fiamme blu, controllo dell'attacco B ARMATURA: D1 (off), ARMI: pugnale (on)]



Appena fu lontana dalla vista di Kuro Iris si fermò un istante. Che stava facendo? Era andata lì sapendo che Kuro era l'unico in grado di restituirle il suo dominio... l'aveva ascoltato per due mesi, ripetendo infinite volte esercizi inutili... e adesso? Era davvero finita? Stava facendo la cosa giusta... o si stava imbarcando in un'altra impresa inutile? Per un istante provò a considerare la sua vita senza dominio: guardie a proteggerla, gente che le rideva dietro, contro i quali non avrebbe potuto fare niente. I nobili l'avrebbero snobbata. Chiuse gli occhi, allontanando quel pensiero. No. Non poteva rinunciare... doveva insistere o la sua vita non avrebba avuto alcuna dignità.

Zina attraversò il corridoio, evidentemente alterata, e Iris non riuscì a trattenere un sorriso: qualunque cosa l'avesse irritata a quel modo se l'era sicuramente meritata. La donna le passò davanti come una furia, fulminandola con lo sguardo, ma la ragazza non diede cenno di aver colto. Anzi, mantenne di proposito il suo sorriso beffardo, sgusciando in direzione delle proprie stanze.

Raggiunto il piccolo soggiorno che dava sull'ingresso si sedette al tavolo che faceva da scrivania e tirò a sé il candelabro. Forse Kuro non aveva tutti i torti, ma doveva esserci un modo meno rischioso e altrettanto efficace che prendere in mano una palla di fuoco per vedere se aveva ragione. Doveva riprovare con le candele e essere più decisa, anche a costo di farsi un po' male. Sospirò, osservando la candela... la determinazione c'era, rimaneva solo un problema: come accenderla? Certo non poteva chiedere a Zina... e se fosse andata da Kuro, dopo quanto gli aveva appena detto... serviva un accendino. Sbuffò di fronte a quell'inatteso imprevisto: dove trovarne uno senza che nessuno la vedesse? E se l'avessero scoperta? Una dominatrice del fuoco con un accendino? Iris arrossì al solo pensiero.

Mezzogiorno era passato da un pezzo quando raggiunse il proprio studio. Elanor era già arrivata e lo aspettava lì davanti, ma questa volta era troppo preso dai suoi pensieri, concentrati su quanto era accaduto quella mattina, per poterla accogliere con la solita allegria. Accennò un sorriso stanco, facendole strada. "Vieni, entra pure" disse, aprendo la porta per lei.
 
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Silian
view post Posted on 18/4/2011, 22:53     +1   -1




[EXP: 4990 exp (15r50) [aggiunti exp Canon] Nome pg: Elanor (#3A0057)] [DENARO: 200 NdF DEPOSITATO: 1100 NdF ABBIGLIAMENTO: tunica corta rosso rubino aperta ai lati con orli neri, cintura e pantaloni neri] [EV: 850 PV, ABILITA': chi blocking ARMATURA: nessuna ARMI: arco lungo]

MESE 6, GIORNO 3, POST 4, primo pomeriggio

I cupi rintocchi dei colpi sferrati alla pesante porta di legno si spensero senza che dall’interno giungesse alcun suono. Elanor attese ancora qualche istante incerta poi bussò di nuovo, tre colpi secchi e ben distanziati tra di loro. Ancora nulla. Non si trovava nello studio evidentemente. Stava per voltarsi ed andarsene quando un suono di passi accompagnato dal fruscio di una veste lunga ruppe il silenzio del palazzo. Eccolo che arrivava…Elanor si spostò di lato, lasciandogli libero accesso alla porta scura e lo salutò col tradizionale inchino. Notò qualcosa di strano. Sembrava così stanco. Il suo sorriso era così triste. Le aprì la porta invitandola ad entrare e lei sgusciò silenziosamente nella stanza pervasa da quella particolare luce aranciata filtrata dalle tende rosse. Attese che lui chiudesse la porta e si voltasse per scoccargli uno sguardo interrogativo. Stava bene? C’era qualcosa che non andava? Il soldato sperò con tutte le sue forze che con quell’improvviso stato d’animo non c’entrasse una certa persona. Era normale che gli stati d’animo di un essere umano subissero cambiamenti, potevano esserci centinaia di motivi perché ciò accadesse, ma il fatto che ad esserne colpita fosse una persona che aveva scelto come punto di riferimento era per Elanor decisamente destabilizzante. Dal nulla salì un suono incorporeo e lamentoso ed un ciuffo di peli rossi attraversò quasi fluttuando lo spazio visivo dietro al tavolino dove avevano preso il the il pomeriggio precedente. Lo sapeva, quella palla di pelo rosso, che sarebbe stata presto incolpata del disagio arrecato alla sua suscettibile padroncina? Probabilmente no, altrimenti avrebbe avuto ben altro di cui preoccuparsi, oltre che del suo bramato pasto.

Edited by Silian - 24/4/2011, 15:45
 
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view post Posted on 19/4/2011, 16:52     +1   -1
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MESE 6, GIORNO 3, POST 4, primo pomeriggio

[(#FF007F) EXP 133.100 (15r50)][DENARO: 1500 mo (gioielli) + 4700 mo NdF + ABBIGLIAMENTO: tunica rosso scuro, poco più corta delle ginocchia e riccamente decorata con bordature oro, maniche corte, pantaloni color melanzana, stivali in pelle scura e capelli sciolti][EV: 1.550, ABILITA': fiamme blu, controllo dell'attacco B ARMATURA: D1 (off), ARMI: pugnale (on)]



Il pranzo le aveva portato consiglio: con la scusa di volersi assicurare dell'igiene del palazzo Iris era riuscita a infiltrarsi nelle cucine... e lì era riuscita ad appropriarsi di nascosto di uno degli acciarini del cuoco. Molto probabilmente non se ne sarebbe reso conto prima dell'ora di cena. Stava tornando nella sua stanza quando scorse la sagoma di Kuro in fondo al corridoio. Presa dai sensi di colpa per quanto stava facendo si gettò dentro alla prima stanza aperta, abbastanza rapidamente da non essere vista. Scorse la sagoma del maestro passarle avanti, sembrava distratto, la testa presa in chissà quale pensiero. Meglio così.

Silenziosamente uscì dal proprio nascondiglio, ma si rese subito conto che l'uomo stava andando nella sua stessa direzione. Un po' seccata per quell'inconveniente che la rallentava per non rischiare di essere vista, si limitò a seguirlo silenziosamente, aspettando che svoltasse in un corridoio prima di uscire allo scoperto e proseguire verso le proprie stanze. A un certo punto lo perse di vista... ma non poté fare a meno di notare Elanor scomparire all'interno dello studio del governatore. Si avvicinò, sospettosa: cosa poteva essere successo di tanto grave da richiedere una riunione privata, addirittura nello studio del govenatore? Che avesse qualcosa a che fare con il malumore dell'intera servitù? Iris esitò un istante di fronte alla porta chiusa.

Kuro chiuse la porta dietro di sé e raggiunse il tavolino al centro della stanza, andandosi a sedere. Con un cenno invitò Elanor a fare altrettanto: "temo di avere peggiorato la situazione" ammise, cercando le parole migliori per spiegare la situazione, cosa di cui normalmente non aveva bisogno. "Questa situazione ha scombussolato mia nipote a tal punto che non riesco più a capire cosa le passa per la testa, è diventata totalmente imprevedibile... e non è un bene. Questa mattina l'ho provocata, di proposito... era un tentativo come un altro per cercare di farla reagire... e in realtà ha reagito, ma non come mi sarei aspettato. Ha deciso di chiudere con le nostre lezioni. Probabilmente non si fida più di me... o ha trovato un sistema alternativo per risolvere il suo problema... il che potrebbe rivelarsi anche peggio. Comincio a chiedermi se il mio piano non sia troppo rischioso" disse. In quel momento Zenone passò sotto al tavolino, strusciandosi contro le ginocchia del suo padrone. Senza nemmeno abbassare lo sguardo Kuro iniziò ad accarezzarlo. "Elanor, mi serve qualche giorno per riflettere, non vorrei compiere mosse avventate" annunciò.
 
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Silian
view post Posted on 21/4/2011, 21:45     +1   -1




[EXP: 5160 exp (15r50) [aggiunti exp Canon] Nome pg: Elanor (#3A0057)] [DENARO: 200 NdF DEPOSITATO: 1100 NdF ABBIGLIAMENTO: tunica corta rosso rubino aperta ai lati con orli neri, cintura e pantaloni neri] [EV: 850 PV, ABILITA': chi blocking ARMATURA: nessuna ARMI: arco lungo]

MESE 6, GIORNO 3, POST 5, primo pomeriggio

Sedette anche lei al tavolino, come il giorno precedente, dietro invito del governatore. "Temo di avere peggiorato la situazione" esordì il governatore con aria seria. “Accidenti…” pensò la ragazza stringendo i pugni. “C’era da aspettarselo, stava filando tutto troppo liscio…” sarebbe mai stato possibile lavorare in modo normale con una persona così instabile da farsi mettere sottosopra da un semplicissimo soldato? Se, come diceva lui, era di stirpe nobile, di militari doveva averne visti a centinaia nel corso della sua vita. Elanor si trovò per la nonsoquantesima volta in poco più di due giorni a chiedersi cosa vorticasse in quella testolina, rinunciandoci dopo pochi secondi. Non ne sarebbe mai venuta a capo, senza contare che c’erano davvero troppe cosa di cui era tenuta all’oscuro. “Comincio a chiedermi se il mio piano non sia troppo rischioso" “Buffo, era proprio quello che mi chiedevo io da prima che iniziasse questa faccenda” commentò Elanor silenziosamente, come faceva di solito. Il governatore accarezzava il gatto meccanicamente, senza neanche guardarlo, apparentemente immerso in pensieri poco rassicuranti. "Elanor, mi serve qualche giorno per riflettere, non vorrei compiere mosse avventate". In questo erano d’accordo. Se lui rischiava di avere un’ex allieva pazzoide a piede libero per il palazzo lei avrebbe potuto avere in omaggio un bel pugnale piantato in mezzo alle costole. Nonostante questo le dispiaceva davvero per come si stavano mettendo le cose: il piano sembrava filare bene, aveva quasi finito le perquisizioni e magari di lì ad un giorno avrebbe potuto restituire il bracciale alla fanciullina, placandone l’ira funesta…senza contare che vedere la sua guida così disorientata la faceva sentire come se camminasse sui ciottoli viscidi di un guado fluviale, sempre in bilico sui flutti irruenti. ”Governatore, credo di comprendere, anche se parzialmente, la situazione. Se dovesse essere di aiuto potrei tornare in paese e non farmi viva per qualche giorno, il tempo di far calmare le acque. Solo una cosa mi preoccupa…” esitò guardando il governatore con entrambe le sopracciglia sollevate ”Beh, se non dovesse venirne a capo entro una settimana dovrà pensare lei al bracciale, per me diventerebbe poco saggio restare nei paraggi, sempre che i suoi ordini non siano differenti…”.

Edited by Silian - 24/4/2011, 15:45
 
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view post Posted on 22/4/2011, 19:58     +1   -1
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MESE 6, GIORNO 3, POST 5, primo pomeriggio

[(#FF007F) EXP 133.510 (30r100x2)][DENARO: 1500 mo (gioielli) + 4700 mo NdF + ABBIGLIAMENTO: tunica rosso scuro, poco più corta delle ginocchia e riccamente decorata con bordature oro, maniche corte, pantaloni color melanzana, stivali in pelle scura e capelli sciolti][EV: 1.550, ABILITA': fiamme blu, controllo dell'attacco B ARMATURA: D1 (off), ARMI: pugnale (on)]



Niente. Né un rumore, né il suono di una voce... che diamine combinavano lì dentro? Iris si guardò intorno: nessuno in vista... allora, prudentemente, si avvicinò alla porta accostando l'orecchio. Colse la voce di Kuro... ma le arrivarono poche parole, frammentate; troppo poco per riuscire a cogliere l'intero discorso... e allora Iris fece spallucce, allontanandosi. Probabilmente stavano discutendo dei luoghi in cui i servi potevano aver nascosto il suo bracciale; l'avrebbero informata una volta risolto il mistero. In ogni caso più tempo stavano lì dentro a discutere più lei avrebbe avuto tempo di agire indisturbata.

Stando bene attenta a non fare rumore si allontanò dalla porta dello studio, imboccò la scalinata che conduceva al piano superiore e, senza che nessuno la vedesse, si infilò nelle proprie stanze, chiudendosi la porta alle spalle. Guardò di fronte a sé, prendendo un profondo respiro: avrebbe dovuto ricorrere a tutta la sua forza di volontà per portare a termine il suo piano. Non sarebbe stato facile, e ne era perfettamente consapevole, ma se fosse riuscita nel suo intento... il suo cuore si riempì di gioia al solo pensiero. Avrebbe riavuto il suo dominio, avrebbe potuto nuovamente mostrarsi in pubblico, prendersi il posto che le spettava; la gente avrebbe avuto nuovamente paura di lei e l'avrebbero rispettata. Sorrise. Sarebbe stata la fine di quell'inferno.

A passo svelto raggiunse un tavolino basso, accanto alla finestra, e vi posò sopra una delle candele che decoravano la stanza. Deglutì. Le sue mani si erano fatte improvvisamente fredde, sudate, le sentì tremare incerte mentre sfioravano le pietre dell'acciarino, nascosto accuratamente tra le pieghe della lunga tunica. Era il momento della verità. Sfregò l'acciarino, generando alcune scintille, ma lo stoppino non prese fuoco. Strinse i denti, infastidita, e riprovò di nuovo, ancora senza successo. Lanciò all'acciarino un'occhiata che avrebbe incenerito metà dei servi della casa e riprovò per la terza volta, senza successo. Dannato strumento di tortura! Come faceva la gente a usare quei cosi? Sfregò di nuovo, con più vigore, riuscendo solo ad ottenere più scintille, ma ancora la candela non dava il minimo segno di accendersi. Era oltraggioso! La principessa della Nazione del Fuoco messa nel sacco da un aggeggio meccanico. Non lo avrebbe permesso! Sfregò ancora e ancora e ancora, con tutta la sua forza. Voleva solo accendere una dannata candela, perché l'universo ce l'aveva con lei fino a quel punto!? Stava quasi per piangere.

"Mi serve solo il tempo di capire cosa le passa per la testa" rispose Kuro... "se ha deciso di rinunciare ai nostri allenamenti potrebbe significare che sta lavorando a un'idea alternativa e vuole dedicarcisi a tempo pieno... oppure, semplicemente, si è stufata di provare senza ottenere alcun risultato, ha deciso che non recupererà più il dominio e ha deciso di impegnare le sue energie su qualcosa che ritiene più costruttivo... anche se non saprei immaginare cosa... e non è detto che sia meglio" rifletté l'uomo. "Il punto è che, finché non capisco dove vuole arrivare, non so come aiutarla. L'unica cosa di cui sono certo è che quando è confusa è pericolosa, per se stessa e per...". Il governatore non fece in tempo a finire la frase, perché la porta si aprì di colpo, sbattendo. "Kuro, è quel demonio di tua nipote" esclamò una Zina trafelata, entrando nello studio senza nemmeno farsi annunciare: doveva aver fatto una bella corsa per arrivare lì. "Ha dato fuoco alle sue stanze e si è chiusa dentro" esclamò, indicando il piano superiore mentre cercava di riprendere fiato. Kuro balzò in piedi con l'agilità di un gatto "Elanor!" esclamò, facendo cenno alla ragazza di seguirlo, pochi istanti prima di sparire oltre la porta dello studio, diretto al piano superiore.
 
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Silian
view post Posted on 23/4/2011, 09:51     +1   -1




[EXP: 5220 exp (25r80) Nome pg: Elanor (#3A0057)] [DENARO: 200 NdF DEPOSITATO: 1100 NdF ABBIGLIAMENTO: tunica corta rosso rubino aperta ai lati con orli neri, cintura e pantaloni neri] [EV: 850 PV, ABILITA': chi blocking ARMATURA: nessuna ARMI: arco lungo]

MESE 6, GIORNO 3, POST 6, primo pomeriggio

"Mi serve solo il tempo di capire cosa le passa per la testa" Elanor annuì con aria seria, evidentemente neanche anni di vicinanza avevano il magico potere di rendere la nipotina più comprensibile agli umani intelletti ”oppure, semplicemente, si è stufata di provare senza ottenere alcun risultato, ha deciso che non recupererà più il dominio e ha deciso di impegnare le sue energie su qualcosa che ritiene più costruttivo...” no, questo era al di la di ogni più ottimistica previsione. Te la immagini una tipa come lei a lasciar perdere qualcosa a cui tiene così tanto? La stessa Elanor, se avesse saputo di poter acquistare il dominio avrebbe fatto di tutto per ottenerlo, figuriamoci una che lo aveva sempre potuto esercitare. E se Ilah fosse stata anche solo lontanamente brava col fuoco come lo era con i pugnali…un violento rumore di porta sbattuta interruppe il governatore e fece fare letteralmente un salto al soldato, che saltò su come punta da un’ape-scorpione voltandosi di scatto mentre la mano istintivamente correva all’arco appeso a tracolla.

Si rilassò subito. Era solo Zina, con un fiatone tale da non riuscire quasi a parlare, che aveva fatto irruzione nella stanza senza troppe cerimonie. "Ha dato fuoco alle sue stanze e si è chiusa dentro" la ragazza sgranò gli occhi senza parole guardando in direzione del governatore, pervasa da un senso di paralisi. Si sarebbe ammazzata in quel modo! Possibile che volesse farla finita? "Elanor!" la voce la riscosse dallo strano torpore: il governatore, con un’agilità insospettabile per una persona della sua età, stava già filando come un razzo attraverso la porta e lei si affrettò a seguirlo mentre l’adrenalina esplosa all’improvviso le metteva le ali ai piedi. Dietro di loro correva anche Zina, alla massima velocità consentitale dalla bassa statura e dall’allenamento inesistente. Nei corridoi intravide, mentre li superavano correndo, le sagome sfuocate di altri servitori che si affrettavano nella loro stessa direzione armati di secchi d’acqua e stracci bagnati. Mano a mano che si avvicinavano iniziò ad aleggiare una puzza di bruciato sempre più forte ed acre nell’aria…al soldato iniziò a formarsi un velo di sudore freddo lungo la schiena, mentre le scorrevano davanti le immagini di tutti gli incendi appiccati nella caserma dalle reclute imbranate. In quei casi era sempre stata messa da parte, i non dominatori erano buoni solo a portare secchi d’acqua e con maestri esperti in giro l’acqua non serviva mai…e spesso in quei casi il nemico principale non erano tanto le fiamme quanto il fumo: quello non lo poteva dominare neanche Kuro, l’unica speranza era riuscire ad aprire tutte le finestre o portare Ilah fuori dalla stanza prima che si intossicasse in modo irrimediabile.

Edited by Silian - 24/4/2011, 15:45
 
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view post Posted on 23/4/2011, 15:19     +1   -1
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[(#FF007F) EXP 133.710 (30r100x2)][DENARO: 1500 mo (gioielli) + 4700 mo NdF + ABBIGLIAMENTO: tunica rosso scuro, poco più corta delle ginocchia e riccamente decorata con bordature oro, maniche corte, pantaloni color melanzana, stivali in pelle scura e capelli sciolti][EV: 1.550, ABILITA': fiamme blu, controllo dell'attacco B ARMATURA: D1 (off), ARMI: pugnale (on)]



Perché accendere un fuoco doveva essere tanto difficile? Ritornò con la mente a tutte le volte che aveva deriso i non dominatori e i loro ridicoli tentativi di fare con quegli aggeggi quello che a lei risultava tanto naturale... e istintivamente chiuse gli occhi, cercando di trattenere le lacrime. Che poteva fare? Chiedere aiuto a Kuro, dopo quello che gli aveva detto quella stessa mattina? Fuori discussione. Forse poteva aspettare la sera, quando i servi sarebbero passati ad accendere le sue candele... poi avrebbe trovato il modo per tenerne accesa almeno una fino al sorgere del sole, quando i suoi poteri sarebbero stati più forti. Se non fosse riuscita a dominare il fuoco allora...

Una strana sensazione, che conosceva bene, la riportò alla realtà. Fuoco, vicino. Riaprì gli occhi e solo allora si rese conto che c'era odore di bruciato, ma cosa...? Si guardò intorno e improvvisamente capì: c'era riuscita, non esattamente come aveva in mente... ma ci era riuscita! Una delle scintille doveva aver raggiunto la tenda che aveva subito preso fuoco e ora bruciava rapidamente. Sapeva che se non avesse spento la fiamma si sarebbe presto diffusa per tutta la stanza e lei sarebbe morta soffocata nel processo. Sapeva anche che la tenda era preziosa, come anche il controsoffitto che le fiamme avrebbero presto divorato. Una scarica di adrenalina di fronte al concreto pericolo di morire bruciata lì dentro insisteva perché scappasse... ma Iris placò incredula quell'impulso. Se l'era sognato? Per un istante le era parso di sentire le fiamme: non il calore, non l'odore, ma la loro essenza... e se la sentiva poteva dominarla. Forse era vero quello che le aveva detto Kuro: in una situazione di estremo pericolo sarebbe riuscita a dominare le fiamme. Si umettò le labbra, osservando il fuoco raggiungere il soffitto; doveva rischiare.

Iris afferrò il tavolino di legno e lo spinse verso la tenda perché prendesse fuoco, poi si guardò intorno: che altro...? Su una mensola erano posati alcuni libri e afferrò anche quelli, dandoli in pasto alle fiamme. La ragazza tossì, investita da un denso fumo nero. Così non andava bene, servivano più fiamme e meno fumo. Corse alla finestra dall'altro lato della stanza, strappando di peso la tenda che la chiudeva. In quel momento la porta si aprì di colpo e Iris si trovò di fronte a Zina, che con aria preoccupata fissava il suo falò. Iris lasciò cadere la tenda a terra "Chiudi quella porta!" strillò, temendo di poter perdere anche una sola delle sue fiamme. "Dobbiamo spegn..." fu l'unica cosa che arrivò a dire la donna, prima che Iris la spingesse fuori con la forza, per poi chiudere a chiave il grande portone d'accesso alle sue stanze.

Kuro fu il primo a raggiungere il corridoio sul quale si affacciavano le stanze di Iris. "Serve aria! Aprite le stanze!" ordinò, indicando le porte vicine. Provò a spingere la porta delle stanze di Iris, ma come aveva già detto Zina era bloccata. "Ilah, apri immediatamente questa porta!" tuonò senza ottenere alcuna risposta. Scosse la testa, visibilmente alterato. Se gli avessero raccontato una cosa del genere non ci avrebbe creduto "se mi senti allontanati dalla porta!" gridò ancora e tirò un pugno nell'aria di fronte a sé, tanto rapido e potente da generale una fiammate che fece esplodere la porta in un colpo solo.

Iris era dall'altra parte della grande stanza, una decina di metri più in là, prudentemente ferma sotto l'architrave della porta che si apriva verso la camera da letto. Aveva lanciato un'occhiata al portone a terra, poi aveva rapidamente alzato lo sguardo sull'uomo. Sembrava arrabbiato... e poteva capirlo, ma quando avrebbe saputo... "Non ti avvicinare!" gli intimò, indicando raggiante i pesanti pannelli di legno del soffitto, ormai in fiamme. Kuro alzò lo sguardo, poi lo abbassò nuovamente su Iris, non sapendo bene cosa pensare. Quello in cui la ragazza si trovava era forse il punto più sicuro di tutta la stanza. "Rimani lì, adesso ce ne occupiamo noi!" esclamò, facendosi da parte per permettere ai servi di svuotare i primi secchi contro il fuoco. Per Iris fu una pugnalata al cuore "NO!" strillò, avvinghiandosi alla porta. Sentiva le fiamme, ma non era ancora abbastanza, serviva un pericolo ancora maggiore se voleva riuscire a usare il dominio! "Aspetta!" lo supplicò, impaziente come se fosse stata sui carboni ardenti... il che non era del tutto metaforico in quel caso.

Kuro fece cenno ai servitori di ignorarla: non aveva la minima intenzione di permettere che il suo intero palazzo andasse a fuoco... Iris non riusciva a crederci, era forse la sua unica possibilità di recuperare il suo dominio e Kuro voleva distruggerla così? Le bastò una sola occhiata in direzione del maestro per capire che non l'avrebbe ascoltata, che era determinato a mandare all'aria tutto il suo faticoso lavoro... doveva agire velocemente, o avrebbe visto quella possibilità sfumare per sempre. Chiuse gli occhi, concentrandosi sulle fiamme... ma non riuscì a sentirle, non come avrebbe dovuto. Se il suo piano non avesse funzionato... lanciò un'occhiata verso il falò, esitando: se si fosse buttata lì in mezzo e non fosse riuscita a deviare le fiamme con il suo dominio...

Kuro seguì lo sguardo della ragazza e, improvvisamente, intuì qualcosa "non farlo! Nemmeno io con il mio dominio potrei uscirne indenne! Il tuo chi è bloccato!" gridò, cercando di farla ragionare, ma Iris non era mai stata particolarmente brava in quelle cose: si piegò, pronta a scattare, ma Kuro riuscì ad anticiparla. Iris colse un movimento alla propria sinistra, notò il governatore che correva verso di lei, e si mosse velocemente in direzione di quello che rimaneva della tenda... poi il rumore di uno scoppio, improvviso, sopra alla propria testa e capì di essere finita. Chiuse gli occhi, tuffandosi a terra, un istante prima che uno dei pannelli piombasse sul pavimento, a pochi centimetri dalla sua mano. Sentì le fiamme bruciare la sua tunica, ustionarle la pelle, poi qualcuno la fece alzare, trascinandola di peso fuori dalla porta. Era Kuro, era furente.

Iris abbassò lo sguardo sulle proprie mani, temendo che fossero anch'esse in preda alle fiamme, ma non vide nient'altro che la pelle arrossata. Kuro la spinse fuori dalla stanza, lungo il corridoio e poi in una stanza vicina. "Elanor!" chiamò, lasciando finalmente la presa. Iris scoppiò in lacrime, fissando le proprie mani: faceva un male terribile... e era umiliante. "Rimani qui con lei e assicurati che non si butti dalla finestra per vedere se riesce ad attutire la caduta con il dominio!" disse, con un rimprovero non troppo velato al geniale piano della principessa "vado a cercare un medico" concluse, sparendo senza lasciare al soldato nemmeno il tempo per ribattere.
 
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Silian
view post Posted on 23/4/2011, 20:13     +1   -1




[EXP: 5520 exp (30r100x2) [aggiunti exp canon] Nome pg: Elanor (#3A0057)] [DENARO: 200 NdF DEPOSITATO: 1100 NdF ABBIGLIAMENTO: tunica corta rosso rubino aperta ai lati con orli neri, cintura e pantaloni neri] [EV: 850 PV, ABILITA': chi blocking ARMATURA: nessuna ARMI: arco lungo]

MESE 6, GIORNO 3, POST 7, primo pomeriggio

Arrivarono nel corridoio in fondo a cui si intravedeva la porta chiusa della stanza di Ilah, velata da una spessa coltre di fumo grigio. Ad Elanor iniziarono immediatamente a lacrimare gli occhi ed iniziò a tossire forte "Serve aria! Aprite le stanze!" urlò il governatore davanti a lei, avvicinandosi alla porta. Elanor non lo seguì più vicino o non ce l’avrebbe fatta con tutto quel fumo a tenersi dritta; si avvicinò alla finestra più vicina e l’aprì spalancandola completamente e respirando una buona boccata di aria fresca. I servitori nel frattempo aprirono le rimanenti finestre del corridoio e l’aria iniziò a tornare lentamente respirabile. "Ilah, apri immediatamente questa porta!" il soldato non riuscì a capire se avesse ricevuto risposta oppure no ma il suo capo sembrava semplicemente furioso. Cosa poteva fare per aiutarlo? Forse nulla…ma se con le frecce poteva trapassare un uomo forse avrebbe potuto fare danni alla serratura della porta e riuscire a buttarla giù in un secondo tempo. Non fece neanche in tempo a prendere le frecce dalla faretra che il governatore urlò di nuovo alla volta della nipote "se mi senti allontanati dalla porta!". Seguì una violenta esplosione: schegge di legno volarono per tutto il corridoio, costringendo tutti ad arretrare proteggendosi il volto con le braccia. Una vampata di calore intenso misto a fumo nero si riversò dallo squarcio della parete.

Kuro entrò immediatamente nella stanza ignorando il pericolo mentre i servi lo seguivano con i secchi d’acqua ma per qualche ragione inspiegabile non stavano ancora gettando il liquido contro le fiamme. Elanor si avvicinò di corsa nonostante la temperatura per controllare che non ci fosse nulla di strano, allungando il collo oltre le teste dei servi accalcati sulla soglia, pronta a scattare in soccorso dei due alla prima occasione. Ilah era in un angolo e non si muoveva, non sembrava neanche spaventata, aveva una espressione stranissima in viso…il soffitto aveva preso fuoco ormai e minacciava di crollare da un momento all’altro, annunciando il tutto con scricchiolii sinistri. Ma perché non esce…doveva uscire, e subito! Forse il governatore aveva capito qualcosa perché gridò "non farlo! Nemmeno io con il mio dominio potrei uscirne indenne! Il tuo chi è bloccato!" cosa stava succedendo, nel nome degli spiriti…poi una sequenza di eventi da far gelare il sangue: il governatore si lanciò in avanti, il soffitto crollò con uno schianto e tutto fu sommerso da nuvole di fuliggine nera e scintille vaganti. I servitori gridarono terrorizzati ed Elanor si trovò ad urlare insieme a loro prima di potersi rendere conto di ciò…sgomitò in preda ad una specie di trans per passare attraverso la muraglia umana ed entrare nella stanza ma il fumo le impediva di nuovo di vedere e respirare…si coprì la bocca tossendo, invasa sa un terribile senso di impotenza, guardandosi disperatamente intorno alla ricerca di un solo segno che i due fossero vivi…

Una sagoma umana le sfiorò un braccio trascinando qualcosa verso la porta abbattuta…Elanor la seguì subito..erano loro…i servitori si spostarono di lato per lasciarli passare poi entrarono finalmente nella stanza lanciando secchiate d’acqua in tutte le direzioni. "Elanor!" il suono duro e vibrante di quella voce la fece trasalire. Inseguì il governatore in una delle stanze attigue. Lui sembrava praticamente illeso ad un primo esame della ragazza, illeso ma fuori di sé dalla rabbia…Ilah era accasciata a terra, sconvolta e piangente, con evidenti segni di ustione alle mani. "Rimani qui con lei e assicurati che non si butti dalla finestra per vedere se riesce ad attutire la caduta con il dominio! Vado a cercare un medico" e sparì nel corridoio come un turbine di vento, lasciandole sole. Elanor non sapeva che fare esattamente ora. La nipote, senza quel contegno altezzoso, dimostrava in pieno la giovane età che le apparteneva…doveva essere più o meno la stessa di sua sorella Bao Lin, si disse Elanor, scrutandola in silenzio. In casi normali avrebbe subito cercato di fare qualcosa per darle sollievo ma non poteva permettersi troppe confidenze o avrebbe potuto scatenare una vera reazione isterica. Si guardò intorno alla ricerca di un recipiente adeguato, non poteva certo usare un comune secchio…poi saettò fuori dalla stanza, sperando che alla ragazza non venissero strane idee proprio in quel secondo o il governatore ci avrebbe buttato lei, nel fuoco…le fiamme erano quasi sotto controllo ora nella stanza di Ilah. I servi stavano facendo un ottimo lavoro…Elanor si guardò rapidamente intorno, cercando l’oggetto che doveva ancora essere nei paraggi…

Tornò meno di mezzo minuto dopo da Ilah reggendo il suo bacile, annerito dal fumo ed un po’ sbeccato, pieno d’acqua fino all’orlo e lo poggiò affianco alla ragazza. ”Mia signora…ascolti, se vuole evitare che le si stacchi completamente la pelle delle mani farebbe meglio ad immergerle in acqua…” disse a voce bassa e pacata, ritirandosi poi rapidamente a distanza di sicurezza nel caso in cui a quella fosse venuto in mente di farla a fettine per l’occasione. Non vedeva altre ustioni sul suo corpo, se l’era cavata a buon mercato. Era il massimo che poteva fare per lei, considerato che non era un medico e che Ilah non si sarebbe fatta mai aiutare da un semplice soldato.

Edited by Silian - 24/4/2011, 15:45
 
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view post Posted on 23/4/2011, 20:58     +1   -1
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Era successo tutto troppo in fretta: Kuro l'aveva spinta nella stanza, Elanor l'aveva seguito, le sue mani... Iris si lasciò cadere in ginocchio, posando le mani in grembo, ma fu una pessima idea. Non appena sfiorò la stoffa della tunica una fitta di dolore la costrinse a stringere i denti per non urlare. "male, male, male" piagnucolò, scandendo a fatica le parole. Sentiva la pelle tirare, come se qualcuno avesse deciso di strappargliela e poi fermarla con decine di aghi. Lo sguardo le cadde sulla tunica. E si era anche macchiata la tunica... ma si trattenne saggiamente dal tentare di ripulirla. Quando finalmente riuscì ad alzare lo sguardo Elanor sembrava scomparsa. Si guardò intorno e il suo sguardo cadde sulla finestra aperta. Kuro stava certamente scherzando ma forse la sua idea non era tanto balzana. Sì, il fuoco era pericoloso, ma non aveva rischiato veramente... se fosse saltata dalla finestra sarebbe stata costretta a usare il dominio o... esitò un istante di troppo. Elanor era di nuovo di ritorno.

”Mia signora…ascolti, se vuole evitare che le si stacchi completamente la pelle delle mani farebbe meglio ad immergerle in acqua…" propose il soldato. Iris avrebbe preferito morire piuttosto che dare ragione a una persona di rango tanto inferiore. Come si permetteva? Come osava dare consigli a lei? Notò che le sue mani erano in pessime condizioni, i segni delle bruciature si estendevano fino ai gomiti, una debolezza che non intendeva mostrare oltre. "Fatti gli affari tuoi!" sbraitò, nascondendo le mani dietro alla schiena, ma nel farlo le sfiorò involontariamente tra loro. Il dolore era insopportabile... e sapeva bene che c'era solo una cosa che potesse fare per placarlo. Rapida tuffò le mani nel bacile; il primo impatto fu altrettanto orribile che lo sfregamento contro la tunica, ma lentamente l'acqua cominciò a lenire il dolore. Iris chiuse gli occhi per un momento, riuscendo finalmente a far riprendere un ritmo normale al suo respiro. Poi le fitte tornarono, intense, come se qualcuno avesse deciso di scorticarla viva. Strinse nuovamente i denti, poi si sforzò nuovamente di rilassarsi.

Percepiva lo sguardo del giovane soldato puntato su di sé e si sentì ridicola. Quanto doveva apparire misera in quella posizione a mendicare per un po' d'acqua. Presa da un improvviso moto d'orgoglio si raddrizzò e nel farlo lanciò un'occhiata a Elanor: non c'era disprezzo nello sguardo della principessa, solo stanchezza. Il volto di Elanor era indecifrabile: si teneva a distanza di sicurezza, come se avesse avuto paura di lei... cosa voleva che facesse? Che le tirasse un pugnale con i piedi? Ma c'era anche qualcos'altro... "non guardarmi così... ne ho abbastanza di Kuro che mi prende per pazza. Intanto i suoi metodi non funzionano, se mi avesse lasciato fare..." protestò Iris, tornando a fissare le sue mani attraverso l'acqua. Avrebbe lasciato una cicatrice? Avrebbe portato per sempre con sé quei segni, oltre all'infamia di non possedere più il dominio? L'ipotesi di tentare quel salto dalla finestra cominciava a farsi sempre più allettante di minuto in minuto, ma si costrinse a non muoversi proprio ora che il dolore era intenso, ma a livelli sopportabili.

Edited by @Les - 23/4/2011, 23:56
 
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Silian
view post Posted on 24/4/2011, 15:16     +1   -1




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MESE 6, GIORNO 3, POST 8, primo pomeriggio

“Come non detto” pensò il soldato pacatamente. Era prevedibile che avrebbe reagito male per cui Elanor non se la prese affatto (se fosse stata sua sorella a risponderle così si sarebbe beccata due strilli ed una porta sbattuta in faccia ma ovviamente non era il caso di fare altrettanto con Ilah). La ragazza cercò di nascondersi le mani dietro la schiena ma non fece altro che peggiorare le cose, a giudicare dalla sua espressione. Il soldato si stava giusto chiedendo fino a che punto l’orgoglio di una persona potesse portare all’autolesionismo, quando di getto Ilah tuffò le mani nell’acqua facendone straripare una piccola quantità dal bacile. “Punto per me” gongolò Elanor mentre sentiva un grande senso di soddisfazione allargarsi nel petto; dovette concentrarsi per evitare che un’espressione analoga le si stampasse in volto o all’altra sarebbero saltati i nervi. Sembrava che l’acqua stesse facendo effetto a giudicare dalle reazioni di Ilah che sembrava un poco più tranquilla di prima. La soddisfazione le fece dimenticare qualche piccolo particolare riguardante la suscettibilità della nipotina…"non guardarmi così... ne ho abbastanza di Kuro che mi prende per pazza. Intanto i suoi metodi non funzionano, se mi avesse lasciato fare..." si, forse la stava guardando un po’ troppo fissa…Kuro le aveva detto di non farlo, prese mentalmente nota di non ripetere l’errore. Evitò di giustificarsi, limitandosi ad un rigido inchino per farle capire che aveva ricevuto il messaggio poi si sporse fuori dalla porta per controllare se per caso stesse arrivando il medico. Il corridoio era occupato solo dai servi che continuavano a portare l’acqua verso la stanza incriminata. Cosa stava dicendo…che i metodi del maestro non funzionavano…? Se l’avesse lasciata fare cosa? Dare fuoco al palazzo? Le due affermazioni sembravano alquanto sconnesse, probabilmente la ragazza era ancora sconvolta. Bruciare la propria stanza non era esattamente un metodo di insegnamento del dominio tra i più efficaci (se era di questo che stava parlando), almeno secondo la sua modesta esperienza al riguardo. Prese mentalmente nota di chiedere spiegazioni al riguardo al governatore quando sarebbe tornato, lui probabilmente ci aveva capito qualcosa di più.

I rumori nel corridoio stavano cambiando, i passi non erano più affrettati come prima, segno che ormai le fiamme dovevano essere state spente del tutto. Piano piano il rumore del chiacchiericcio dei servitori riempì il corridoio mentre alcuni recuperavano i secchi, altri portavano scope, spazzoloni e carriole per portare via i detriti e pulire ciò che restava della stanza di Ilah, tutti magistralmente diretti da Zina la cui voce acuta sovrastava quelle di tutti gli altri mentre impartiva ordini come un generale sul campo di battaglia. Fortunatamente l’eco delle voci sovrapposte generatasi nel corridoio impediva che giungessero parole intelligibili fino alle due ragazze nella stanza, almeno furono risparmiati all’infortunata ulteriori motivi di malumore…forse.
 
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Il morale di Iris era a terra: non solo non era riuscita a riavere il suo dominio, ma non era nemmeno riuscita a portare a termine il suo piano, si era fatta scoprire da Zina, da Kuro... dall'intero palazzo. Abbassò lo sguardo sulle proprie mani: qualcosa le diceva che quella sera avrebbe fatto parecchia fatica ad addormentarsi. Perché doveva andarle sempre tutto storto? Fece schizzare l'acqua nel bacile... se in un primo momento le era sembrato che servisse a qualcosa, ora l'effetto benefico sembrava svanito e le mani di nuovo in fiamme. Alzò nuovamente lo sguardo su Elanor, sentendosi osservata, ma la ragazza era concentrata sul viavai di gente fuori dalla porta e non la degnava della minima attenzione. Sulle prime Iris ci rimase male: era una principessa! Come poteva ignorarla a quel modo? Scoccò un'occhiata severa al soldato. O forse non era questo a darle tanto fastidio...

Iris tirò cautamente una mano fuori dall'acqua. Il colore non prometteva niente di buono. Si sedette a gambe incrociate, portò la mano agli occhi, studiandola con attenzione. La sua pelle, candida e liscia, era ora livida e ricoperta di fastidiose bolle. Silenziosamente pregò che quella roba non lasciasse il segno... ma era abbastanza esperta in materia da sapere che era solo una vana speranza, per quanto il medico di Kuro potesse essere bravo. Avrebbe dovuto passare il resto della sua vita reclusa in quel palazzo, con dei guanti a nascondere quella vergogna e a ricordarle per sempre che aveva perso il suo dominio. Sentì le lacrime che tentavano di uscire, ma le trattenne; scattò invece in piedi, infuriata con Kuro. Perché aveva tentato di fermarla? Se l'avesse lasciata fare non sarebbe successo niente del genere! Magari proprio in quel momento sarebbe stata a fare i preparativi per tornare a casa, con il suo dominio potente come un tempo. Tirò un violento calcio al bacile che si rovesciò sul pavimento, schizzando l'acqua tutt'intorno. La ragazza sbuffò... sentì l'impulso di incrociare le braccia, per proteggersi da quel mondo ingiusto, ma si trattenne appena in tempo per evitare il doloroso esito di quell'azione.

Frustrata prese a passeggiare avanti e indietro per la stanza... quelle mani non sapeva proprio dove metterle: se le avesse lasciate giù, lungo il corpo, avrebbero sfregato contro la tunica, di raccoglierle, come era suo solito fare, non se ne parlava... così prese ad agitarle in qua e in là, come per farle asciugare, sull'orlo di una crisi di nervi. Quanto ci impiegava, Kuro!? "Sta arrivando?" chiese, nervosa, in direzione di Elanor: le sembrava fosse già passata un'eternità, ma Kuro avrebbe impiegato molto più tempo a raggiungere il paese, trovare un medico e fare ritorno.
 
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