MESE 10, GIORNO 6, POST 45, mattina
[(#FF007F) EXP 148.430 (30r100x2)][DENARO: 1500 mo (gioielli) + 4700 mo NdF + ABBIGLIAMENTO: tunica rosso scuro, lunga fino ai piedi, fascia dorata in vita, capelli raccolti con l'acconciatura tradizionale e fermati dalla corona][EV: 650, ABILITA': fiamme blu, controllo dell'attacco B ARMATURA: D1 (off), ARMI: pugnale (off)]
Ozun non sapeva più che fare: si sentiva come se il mondo fosse finito sottosopra all'improvviso. Le sue grida non servivano a niente, i suoi ragazzi venivano miseramente umiliati da gente che sapeva appena accendere una palla di fuoco. Figli di contadini, pescatori. Era un incubo. Doveva esserlo. L'intera arena stava ormai ridendo e non riusciva a togliersi dalla mente l'idea che stavano ridendo di lui: scagliò una fiammata in direzione degli spalti
"dopo facciamo i conti!" sbraitò, riuscendo a calmare almeno quei due o tre soldati che avevano incrociato il suo sguardo. I ragazzi a terra iniziarono a contorcersi pregando di morire lì piuttosto che subire qualunque punizione il generale avesse pensato per aver deluso il Signore del Fuoco.
Quando Iris lo richiamò, Ozun impiegò qualche secondo a rendersi conto che lo aveva fatto... e quando si accorse che insieme a lui aveva richiamato anche il tenente... si sentì umiliato a morte. Ormai non era più una questione di dimostrarsi il migliore: ora c'era in gioco il suo onore e quello della sua famiglia, non poteva permettere che un tenetucolo fuori di testa, proveniente da una cittadella di operai, riuscisse a strappargli il suo buon nome. Lanciò un'occhiata omicida in direzione di Elanor, promettendole silenziosamente una punizione esemplare per tutto quello che aveva combinato.
Iris si infilò fuori dall'arena, tornando sui suoi passi, verso la sala tattica. Lentamente Ozun cominciò a calmarsi e a tornare in sé: la famiglia di Iris governava quella nazione ormai da diversi secoli, per quanto la considerasse una ragazzina dalle dubbie capacità sicuramente non era una traditrice, era una nobile e non avrebbe mai permesso che la combriccola di Elanor potesse averla vinta. Per quello aveva interrotto lo scontro. A quel pensiero si fece più sicuro per il proprio futuro, e la seguì a testa alta, infilandosi per primo nella sala tattica e scostando la tenda per lei. Iris sorrise di rimando e andò a sedersi su uno dei grandi cuscini attorno al tavolo, poi invitò gli altri due a fare lo stesso.
Appena tutti si furono accomodati prese un profondo respiro, rivolgendosi a Ozun: non era stata affatto una decisione facile.
"Generale... devo confessarle che dubitavo della sua lealtà e che per questa ragione ho chiesto al tenente Elanor di farmi i nomi dei dominatori che, secondo la sua esperienza qui alla guarnigione, erano i più esperti nell'uso del domino. La squadra che lei ha radunato, Ozun, è all'altezza delle precedenti che mi hanno scortata: sono tutti giovani di buona famiglia, promettenti nell'uso del dominio e di bella presenza. Non potevo chiedere niente di meglio. Ora so di poter contare sulla sua lealtà e per questo ho deciso di concederle il comando della spedizione nei mari del sud. Avrà due plotoni al suo comando e l'assistenza dell'ammiraglio Huang" disse. Ozun rimase impassibile, ma all'idea di comandare la flotta il suo sguardo cupo si illuminò e un sorriso soddisfatto apparve sul suo volto mentre si piegava in un rispettoso inchino
"ai vostri ordini" rispose, raddrizzandosi di nuovo.
Allora Iris si rivolse a Elanor con un sorriso bonario, non dissimile da quello che si riserverebbe a un bambino un po' troppo ingenuo:
"devo ammettere che i tuoi dominatori mi hanno sorpresa, sono riusciti a mettere fuori combattimento i soldati meglio addestrati della guarnigione. Una scelta ben fatta, che tuttavia non tiene conto di un fattore importante: non sono soldati. Sono contadini con addosso un'uniforme cucita alla meno peggio" disse, prendendo una breve pausa nella speranza che Elanor riuscisse a seguire il filo del suo discorso
"Vedi, Elanor, c'è una ragione se alcuni nascono nelle famiglie più antiche della nazione e altri in miseria in un paesino sperduto: non tutti sono destinati a diventare grandi e potenti, ma non sentirti amareggiata per questo. Il lavoro di tutti voi è importante almeno quanto il nostro, solo diverso. Come Ozun sa bene la corte reale non è un posto adatto a tutti, bisogna conoscere le sue regole, i suoi rituali. Immagina di avere nelle tue mani il potere per fare qualunque cosa tu desideri. Se il Signore del Fuoco si svegliasse una mattina e decidesse di far uccidere tutti i suoi sottoposti, non c'è niente che glielo impedisca. Io sono stata cresciuta sapendo che un giorno avrei avuto quel potere nelle mie mani, mi hanno preparata a gestirlo, come al generale hanno insegnato a proteggere questa nazione" disse, muovendo un cenno in direzione di Ozun
"è inutile tentare di cambiare le cose, finisce sempre male. Se permettessi ai tuoi ragazzi di scortarmi darei loro un potere più grande di quello che avrebbero mai potuto sognare, non sarebbero in grado di controllarlo e lentamente si lascerebbero corrompere, trasformandosi in quanto di peggio questa nazione possa permettersi" disse con un velo di tristezza nella voce, mentre la sua mente tornava ad Antk. Chissà che fine aveva fatto.
Scosse gravemente la testa, cercando di riscuotersi; sapeva che attendevano la sua decisione e che era inutile perdere altro tempo:
"D'altra parte è della mia vita che si parla... e se sto cercando una nuova guardia è perché la precedente non era all'altezza dell'incarico. Se i soldati meglio addestrati della nazione non sono addestrati a sufficienza non intendo rimetterci io. Voglio una squadra mista: Len-Shu, Shibao... e otto dei tuoi Elanor. Scegli chi credi sia in grado di tenere la testa a posto, pregando gli Spiriti che non tentino di uccidermi anche loro" disse con l'aria di chi sa di stare commettendo un gravissimo errore.