EV: 400 exp: 2590 (39r100)
Nome: HadeDenaro: 300 monete NdA -conto-Colore dialoghi: #ff5500Abbigliamento: Hade indossa una tunica corta fino ai fianchi colore giallo chiaro, dei pantaloni abbastanza larghi dello stesso colore della maglia e sopra la veste ha una mantellina arancione viva, calza delle scarpe di stoffa marroncine.Abilità: //Armatura: //Armi: aliante MESE 6, GIORNO 28, post 1 (Luglio), primo pimeriggioHade fissava il cielo, sperava veramente nel ritorno del suo bisonte, magari con sopra Eleanor che gli avrebbe spiegato che si era agitato per nulla visto che Bubble l' aveva aiutata con la ricerca delle sue erbe. Ogni minuto che passava Hade si prometteva che sarebbe stato l' ultimo che avrebbe perso fissando il cielo, ma non poteva distogliere lo sguardo e la promessa scalava di un minuto. Una forte raffica di vento distolse l' attenzione del monaco, che era seduto sulla grande prateria nella quale si erano accampati la sera prima, gli sarebbe piaciuto molto che fosse stato Bubble, in realtà lui lo avrebbe riconosciuto, notato, a metri di distanza. Era solo vento, batteva sulla sua faccia e ogni minima particella d' aria gli ricordava che aveva perso una parte di lui. Il legame che ha un monaco col proprio bisonte è indescrivibile. Entrambi cuccioli si scelgono tra la massa, tramite quel colpo di fulmine che li legherà a vita, creando un rapporto di lealtà, amicizia, fratellanza e rispetto. Perdere il proprio animale, in questi casi, diventa come smarrire una parte di te e solo tu puoi ritrovarla.
Era stufo, stufo di perdere tempo, aspettare, doveva agire. Si odiava di non essere arrivato prima a questa conclusione, magari Bubble era nei paraggi, oppure in pericolo, beh, per mille ragioni sarebbe dovuto partire prima. Si alzò di scatto e prese l' aliante da dietro le spalle, lo agitò dal' alto verso il basso e ottenne conferma da un "clap" che l' arnese si era aperto, poggiò un piede sull' apposito sostegno e con l' altro si slanciò in aria, facendo un salto di quelli che solo un dominatore dell' aria può fare. Segui la rotta del vento per ottenere stabilità in volo, per poi girarsi e volare verso il centro della città, cambiando la rotta delle raffiche di vento, come gli avevano insegnato al monastero.
In pochi minuti Hade arrivò nel cuore della città, da li si vedevano luoghi distanti anche molti chilometri, vicino ad un' altura infatti qualcosa colse la sua attenzione, un grande spostamento d' aria, solo un dominatore o un bisonte avrebbero potuto fare una cosa del genere, al massimo si sarebbe incontrato con un monaco che magari lo avrebbe aiutato nella sua ricerca. Anche se era più che convinto di trovare il suo bisonte li, in cerca di cibo e riposo. Ripartì, veloce come un fulmine alla volta della sua meta.
Raggiunse il colle in poco tempo e pieno di gioia trovò il bisonte li dove immaginava. Gli corse in contro e lo abbracciò affondando nel suo dorso lanoso incolto. Rimasero un po' di tempo appiccicati a coccolarsi, nessuno dei due sentiva più quel senso di vuoto che distrugge. Dopo qualche altra carezza Hade decise di tornare all' accampamento, anche perché aveva lasciato la tenda e i viveri incontrollati.
«Andiamo piccolo mio che dobbiamo recuperare delle cose!» Sali in groppa al suo peloso amico e partirono alla volta della capitale, dove si sarebbero fermati per una bevuta.
Un soffio di vento e Bubble già aveva portato il suo padrone a destinazione, scelsero un luogo ampio dove atterrare e a pochi metri di distanza trovarono la fontana, si abbeverarono tanto in base alle loro esigenze e rimasero qualche secondo in riposo, Hade seduto sul bordo del monumento e Bubble sdraiato in terra. Girovagando con lo sguardo, curioso come era Hade vide Eleanor comparire da dietro un aiuola, la fisso per qualche secondo in più del normale e poi alzò il braccio salutandola con la mano. Si avvicinò alla ragazza e in modo più tranquillo che poté le disse:
«Ehi! Mi avevi fatto preoccupare sai! Credevo che fossi scappata con Bubble! In realtà quel burlone era andato in cerca di cibo, non si sazia mai *risata*». Fece il possibile per non mettere in imbarazzo la ragazza, dopotutto non era colpa sua e sereno scrutò prima il brecciolino in terra e poi il cielo sereno sopra il suo naso, appagato dal fatto che guardava quell' immenso azzurro senza cercare nessuno, ma semplicemente con la voglia di farlo.