ANNO 2, MESE 9, GIORNO 13, POST 40 ~ notte
~ colore dialoghi: #FF007F
~ exp: 177.350 (30r100)
~ denaro: 1500 mo (gioielli) + 4000 mo NdF +
~ abbigliamento: abito lungo rosso borgogna con i tre coprispalle tradizionali, cintura nera, guanti neri, parrucca intessuta di fili d'oro, trucco pesante rosso scuro.
~ armatura: D1 (off)
~ armi: pugnale (on)
~ abilità: fiamme blu, controllo dell'attacco B
~ mosse: scudo di fuoco, attacco combinato, schivata veloce, pioggia di fuoco, bastione di fuoco, scatto, inversione di potenza, resistenza, colonna di fuoco, rigenerazione, attacco a sorpresa.
~ stats:
Atk D. 1.800+50% (fiamme blu) = 2.700
Def D. 2.001+1/10 (armatura) = 2.201
Atk 549
Def 400+1/10 (armatura) = 440
Vel 390
EV 1.550/1.550
"An empire founded by war has to maintain itself by war"
Da come suo padre lo stava gustando quel tè doveva essere davvero buono, ma quando lui le rinnovò l'invito a servirsi Iris distolse lo sguardo, decisa a non cedere su quella, come su molte altre cose. L'aroma del tè si diffondeva per la stanza, distraendo Iris dai suoi propositi. E suo padre non sembrava per niente arrabbiato. Possibile che non avesse capito? Aveva detto che intendeva ucciderlo, maledizione! Doveva chiederle scusa, non fare il martire e offrirle il tè come se fossero stati grandi amici! Sembrava davvero che dicesse la verità, che avesse dimenticato minacce e ambizioni. Lui! Ma per sua sfortuna lo conosceva fin troppo bene... era proprio grazie a lui se aveva imparato a riconoscere una minaccia, quando ne sentiva una. E quella di Shibao era una minaccia con i fiocchi. Se gli avesse permesso di vivere prima o poi l'avrebbe screditata di fronte a tutti, si sarebbe preso il trono... e per Antk sarebbe stata la fine. Iris strinse i pugni con forza e un sottile filo di fumo cominciò a levarsi dalla sua mano. Non aveva bisogno di sicari. Sarebbe bastata una palla di fuoco. Antk aveva ragione, quell'erborista inquetante non avrebbe dovuto nemmeno vederla.
"Sarà l'unica persona di cui tu possa davvero fidarti in questo nido di vipere a sonagli" disse suo padre, rincarando la dose.
Iris si lasciò sfuggire un sorriso sarcarstico. Bella prospettiva! Fidarsi di una persona che l'aveva tradita, che aveva perfino cercato di ucciderla! Cercò di allontanare quel pensiero, di ricordare a se stessa che Antk era cambiato. Ma se quello zuccone di Antk era cambiato... non poteva essere cambiato anche suo padre? C'era davvero qualcosa di diverso in lui. Aveva ancora quell'insopportabile aria di superiorità, ma a parte qualche minaccia che non aveva messo in atto... era diverso tempo che non faceva niente per ostacolarla. E con Antk l'aveva veramente aiutata. Iris sentì un brivido correrle lungo la schiena: i suoi capelli continuavano a gocciolare e quella sensazione di essere tutta bagnata la metteva a disagio. Rimase in silenzio quando suo padre prese la pergamena e iniziò a scrivere.
E se avesse deciso di risparmiarlo? Il filo di fumo che usciva dal pugno della ragazza si dissolse e Iris rilassò le mani, scuotendo la testa in silenzio. Aveva la sensazione che, qualunque decisione avesse preso, se ne sarebbe pentita. Ucciderlo era la cosa migliore, di questo era sicura... ma se non lo aveva terminato con una palla di fuoco era solo perché ora non ci sarebbe riuscita. E forse non ci sarebbe riuscita nemmeno quattro anni prima, se le guardie di suo padre le avessero lasciato possibilità di scelta... anche se era perfido, arrogante, subdolo. Se solo tutto quanto fosse tornato come un tempo... e a quel pensiero si unì per un istante una consapevolezza straordinariamente lucida, come se all'improvviso tutti i pezzi di un puzzle fossero saltati al loro posto: era ancora tutto come un tempo. Aveva la verità sotto gli occhi da anni, eppure solo ora si rendeva conto di non averle mai dato il giusto peso: la verità era che nemmeno suo padre con la sua aria strafottente sapeva cosa fosse la cosa giusta da fare. Non le aveva lasciato il trono per distruggerla. Lui per primo ne aveva paura. Paura della corte, paura dei nobili e dei Saggi. E anche adesso... stava solo cercando di scaricare su di lei la responsabilità di decidere, per questo non avrebbe mai affermato con decisione che preferiva vivere o morire. Per tutta la sua vita non aveva fatto altro che nascondersi: dal suo popolo, dalla Gilda, da lei. Lo accusava di essere un vigliacco da quando aveva poco più di dieci anni... come aveva potuto non capire per tutto quel tempo? Iris sentì un sentimento nuovo cominciare a crescere dentro di sé. Suo padre non era una minaccia. Era solo un uomo vecchio e disperato, abbastanza da accettare di morire pur di fuggire le sue responsabilità. Quella consapevolezza la fece sentire molto più forte, mentre guardava l'uomo grattare con la penna sul suo foglio di pergamena.
Iris avanzò silenziosamente verso suo padre, prese posto sulla poltrona e afferrò la tazza di tè che lui le aveva offerto, iniziando a sorseggiarlo lentamente in attesa che lui terminasse di scrivere la lettera.
"Ti perdono" decise, sentendo tutta la rabbia che in quegli anni aveva accumulato sciogliersi all'improvviso. Quella sensazione le diede forza, e proseguì con una tranquillità che non aveva mai avuto:
"... per essere stato un pessimo padre. E per tutti gli errori che hai commesso".