[4010 Ming (#0055FF): n° exp (40r100)] [DENARO: 9100 NdF DEPOSITATO: 3100 ABBIGLIAMENTO: tunica e pantaloni rossi condecorazioni nere vita, tronco e collo/ cinta nera/ pantaloni rossi con parti nere al termine/ stivali neri/ decorazioni nobiliari su spalle, cinta e stivali. ] [EV: 800, ABILITA': //, ARMATURA:nessuna, ARMI: katana]Mese 4 Giorno 28 Post 4 MattinaTre lunghissime ore, passate a leggere libri, ad osservare il soffito, a guardare fuori dalla finestra il panorama. Non aveva provato a dormire, sarebbe stato stupido in un momento come quello però era anche vero che era da più di giorno che non chiudeva occhio. L' unica cosa che lo mandava avanti era l' adrenalina e l' ansia dell' incontro che stava per aver luogo, da lì apochi minuti l' avrebbero accompagnato nella sala principale del castello ove Kiron riceveva, pranzava, cenava, parlava e giocava. Si ricordava, ancora quand' era un ragazzo, che la stanza era il proseguimento del corridoio principale e l' entrata era nascosta da delle tende e da due "armadi" armati di lance, spade e tutto quello che si potevano portare dietro.
Bussarono. Ming venne preso alla sprovvista, era immerso nella lettura del libro che si trovava sul leggio, posto nella "zona lettura" della stanza degli ospiti. Spalancò la porta e si trovò davanti la servitrice
Il signore Kiron ha richiesto la vostra presenza govenratore, vi sta attendendo... da questa parte prego disse con tono ossequioso e più che rispettoso. Iniziò ad incamminarsi, lanciando ogni tanto un' occhiata dietro di se, verso la sala principale della fortezza.
Ming passò col capo chino le guardie davanti alla porta della sala principale, non voleva ricordare quante volte per un motivo o per un altro aveva varcato quella porta.
La stanza era enorme, fatta interamente di marmo nero con venature bianche, davanti alle possenti colonne finemente decorate con vari disegni erano presenti delle guardie vestite molto bene, era una specie di guardia d' onore del signore della fortezza e capo-famiglia. Ming dovette sopportare quel silenzio di stupore di tutti i commensali che più o meno erano una trentina tra membri importanti della gilda, tra governatori del regno della terra e vari altri personaggi tra cui un consigliere di Ming.
La tavolata era lunga quasi quanto tutta la stanza, i commensali stavano piuttosto larghi. Si sedette, fissando gli occhi ambrati del padre, vecchio, avrà avuto un' ottantina d' anni ma sembrava che ne avesse più di cento, possedeva un numero di rughe pari al numero dei cittadini di Hang Hui, ma continuava, nonostante era consapevole che il motivo della venuta di Ming era solo la riscossione di ciò che gli spettava, a sfidarlo per tentare di prendere il sopravvento come la sera di quasi trent' anni fa. Questa volta era preparato, non aveva voglia di cedere al padre per nulla al mondo. Era l' unico modo che aveva per aiutare la principessa Iris a salire sul trono ed anche per scoprire che ordinò l' assassinio del signore del fuoco Riku.
Padre... disse Ming continuando a sfidare lo sguardo del padre
Figlio... rispose l' altro con voce roca ma non perchè volevesse lui, la vecchiaia aveva rovinato le sue corde vocali.
Lasciateci! ordinò a tutti, tranne a Ming ovviamente, sfruttando il rimbombo della stanza come amplificatore così da farsi capire molto bene. Tutti uscirono nel minor tempo possibile, chi dalla porta principale, chi da una delle porte secondarie e chi dalle porte di servizio, rimasero solo loro due.
Cosa vuoi Ming? Ho letto la tua lettera... chi ti assicura che quel che pensi tu sia giusto? chiese il padre alzando la lettera srotolata avanti a se, Ming non poteva leggerci data la distanza però vedeva il foglio. Era più che sufficiente come prova della serietà dell' argomento.
Me lo assicura che tu non abbia già lasciato la gilda in mano a quei idioti rispose Ming
Io rispetto le tradizioni iniziò il padre
e come tu sai bene l' unico essere su questo mondo capace di prendere il mio posto sei tu. Ming aveva visto giusto, aver fatto leva sulla tradizionalità del padre era stato un colpo grosso ma l' avrebbe fatto chiunque diffatti la sua felicità scomparve quasi subito. Strano che il padre non facesse leva sul suo rancore per tentare di fargli cambiare idea, Ming l' aveva perdonato solo per il bene della patria ed anche per la sua età, uccidere un anziano era considerato disonorevole ed un nobile disonorato non valeva niente.
Il mio tempo per te è finito, figlio, ho del lavoro da svolgere. Questa fortezza è la tua nuova casa, sei di nuovo ed unico primogenito. disse suonando una piccola campanella davanti a se che fece accorrere tutti i camerieri vari.
Ming una volta fuori da quel putiferio fece chiamare il comandante che quattro ore prima l' aveva accompagnato alla fortezza di famiglia.
Quando l' uomo gli fu davanti iniziò a spiegare il suo compito
Devi recarti a Jang Hui e prelevare gentilmente la mia assistente che dovrebbe trovarsi a casa mia. Si chiama Looza. ordinò. L' uomo annuì e radunati gli stessi uomini di poche ore fa partì con la carrozza per il nuovo compito.