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MESE 9, GIORNO 20, POST 1 (sett), mattina
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[EXP 80 Kiteng (#7171FF): 27r80] [DENARO: 1000 monete NdA / DEPOSITATO: 0 (link deposito) / ABBIGLIAMENTO: abito leggero da monaco giallo con spalline e cintura arancione. Calzature nere allacciate fino a sotto le ginocchia. Collana del maestro Ugwai ] [EV: 600 / ARMATURA: nessuna / ARMI: bastone aliante]
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"
Come sarebbe a dire?"
Le voci e i rumori del mercato si mischiavano in un pastoso sottofondo a cui il dominatore non era abituato; lo infastidiva e lo rendeva nervoso. Insomma, per un monaco cresciuto nell'ambiente mite di un monastero, una piazza affollata è una cosa strana. Aveva provato un certo stupore quando arrivò il giorno prima nella capitale della Nazione del Fuoco e le sue sensazioni furono in un certo senso contrastanti: da una parte c'era la meraviglia di una metropoli cosmopolita che lo accoglieva con la sua maestosità e i suoi numerevoli colori e sapori; dall'altra c'era l'angoscia di immergersi in un ambiente nuovo, dove alla gente non importa chi sei, da dove vieni e cosa fai. Inoltre, c'era il fatto che quella era la capitale della Nazione che aveva dato la caccia ai suoi antenati, che aveva distrutto i suoi templi, la cui popolazione non mancava da atti di violenza da sempre. Insomma, colse l'atmosfera di quel regno nonappena ne varcò le soglie con la timida titubanza di un monaco in viaggio. La sera prima, fuori dalle mura, si abbandonò alla ricerca delle risposte alle sue domande, quelle domande che lo attanagliavano da quando era in viaggio. Cercò il conforto nella concentrazione, ma senza successo. Voleva capire il senso della sua ricerca, s'immaginava suo padre da qualche parte in giro per il mondo e il momento in cui, forse, l'avrebbe trovato. Cosa gli avrebbe detto, come l'avrebbe trovato; sarebbe stato bene o sarebbe stato nei guai? E lui stesso cosa avrebbe scoperto nel suo viaggio, a cosa sarebbe andato incontro? Insomma, era sperduto.
E come se non bastasse quel mercante cercava di gabbarlo sul prezzo delle vettovaglie per lui e la sua bisontessa Jukka.
"
Ma è un furto!" Sbraitò alzando i pugni al cielo. "
Insomma, non sarà mica così costoso comprare un po' di pane, delle verdure e qualche covone per la mia Jukka!!!" Currugò la fronte, puntando i suoi occhioni grigi verso il mercante dall'altra parte del banchetto. "
Dov'è il rispetto per i monaci? Cerchi di truffare anche i tuoi monaci del fuoco in questo modo o hai ancora un briciolo di dignità?"
Era inutile protestare: lasciò stare l'affare. Si allontanò dalla bancarella, massaggiandosi la testa con le mani in modo enfatico, come per scaricare il nervoso: non si sentiva molto "monaco" in quel momento; la pace interiore stava andando a ramengo e la tentazione di spazzare via il mercante e la sua merce era assai forte. S'accorse, inoltre, che i capelli stavano di nuovo rispuntando. Maledì l'adolescenza e cominciò a pensare a come rasarsi: aveva bisogno di acqua. Una fontana!
"
Ma ci sarà una fontana da queste parti?" Si chiese, tamburellando con le dita il mento..."
Non siamo mica nella Tribù dell'Acqua qui..."
Cominciò così a guardarsi attorno, cercando qualcuno che avesse una faccia un po' sveglia a cui chiedere informazioni. Notò così una guardia. La puntò con lo sguardo, ma si rese conto che non poteva andare a parlarci con il nervoso che straripava da ogni poro del suo corpo. Respirò profondamente, socchiudendo gli occhi...ecco, adesso poteva anche incontrare il Signore del Fuoco senza perdere la calma. Si avviò dunque versò la guardia...