[EXP ANTK (darkred) 20.855 (30r100x2)][DENARO: 300 NdF, DEPOSITATO: conto ABBIGLIAMENTO: casacca rossa, mantello, stivali neri][EV: 1000, ABILITA': Dominio elettrico ARMATURA: Si , ARMI: Sciabole Gemelle e Kukri]
MESE 10 GIORNO 25, POST 3, notteLa ragazza si muove nella stanza come se fosse casa sua. La sguattera non le leva gli occhi di dosso nemmeno un attimo, e si irrigidisce quando l’altra accende di nuovo una delle sue terrificanti sfere di fuoco blu. Fuoco blu…ancora non crede ai suoi occhi! Deve essere la figlia…la figlia d’un demone…una di quelle di cui parlava sua nonna! E lei che si era sempre messa a ridere, quando le raccontava le favole…la fissa ancora incredula, mentre Iris raccoglie uno dei tizzoni impregnati di resina e dà fuoco al combustibile. Una luce calda e naturale invade la stanza, ma la serva suda ancora freddo.
Segue con gli occhi sgranati lo scivolare del mantello bagnato a terra, poi di nuovo torna alle mani, al viso pallido di lei. La mente non troppo aperta lavora febbrilmente per dare appigli alle sue stravaganti teorie. Forse…quello umano deve essere solo il suo aspetto esteriore. Magari, aveva rubato il corpo ad una fanciulla innocente per indossarlo come un guanto, e potersi aggirare indisturbata tra gli umani…La osserva strizzarsi i lunghi capelli serici ed impartire ordini. Si, solo un essere demoniaco poteva mostrare tanta arroganza di fronte ad un legittimo abitante della casa. Kia (è il nome della serva) realizza una cosa soltanto. Se ha davvero a che fare con un demone, è meglio darle quello che vuole…
Povero padrone, chissà in che guaio deve essersi cacciato per andare ad invischiarsi con una creatura degli Inferi! Fa un rapido salto indietro quando le vengono lanciati i pezzi d’oro, quasi fossero avvelenati. Tremante, poi, si fa coraggio e li raccoglie…si sarebbe infuriata se non l’avesse assecondata…poi corre come il vento, alla massima velocità consentita dalle gambe non troppo lunghe, fuori dalla stanza. A quell’ora quasi tutta la servitù è andata a coricarsi o a farsi gli affari propri…deve sbrigarsela da sola, come al solito! La sua solita fortuna…a quei nullafacenti niente capita, e a lei, poverina, che sgobba da mattina a sera, pure quella specie di mostro deve piombarle addosso…il terrore si insinua sempre più profondo in lei, fino a farle scorgere pericoli inenarrabili in ogni ombra della casa.
La stanza dove viene stirato il bucato è la più vicina alle cucine: lì la donna cerca febbrilmente nelle ceste e preleva dei teli da bagno di finissima fattura, quelli riservati al nobile Omizu. La perdonerà, se lo sente, appena gli racconterà quale terribile rischio ha dovuto correre. Poi si rende conto di un’altra cosa: il signor Omizu non ha moglie né figlie…gli unici abiti femminili sono quelli delle governanti, ma sono di gran lunga meno pregiato delle tuniche di seta dell’uomo. Si morde le mani, in preda all’angoscia. Ma deve fare in fretta…afferra uno degli abiti sottili di Omizu (in cui il demone sarebbe entrato almeno quattro volte, ma non poteva fare di meglio), un mantello ampio e fila di nuovo nella cucina, dove l’attende ancora la presunta ragazza.
In pochi secondi il bollitore è sul fuoco e lei sale le scale a rotta di collo, bussa disperatamente alla porta del nobile (dalla quale filtra ancora la luce moribonda delle candele) e fa irruzione senza nemmeno aspettare che egli le dia il permesso di entrare. Il poveraccio si vede piombare addosso la donna in stato confusionale, che balbetta frasi sconnesse riguardo ad un mostro che lancia palle di fuoco blu dagli occhi e si fa vestiti di pelle umana
…”Nella sala da tè…” esala Kia, prima di accasciarsi nell’immenso sedile imbottito del padrone di casa come una bambola di pezza..
Manco a dirlo, Omizu non ha nessuna intenzione di credere alla storiella del demone…la serva doveva avere una fervida fantasia, ed una ben scarsa conoscenza dell’arte del Dominio per arrivare ad una conclusione tanto assurda. Esce dalla stanza a grandi passi, ormai dimentico del fuoco e delle fiamme che divampavano tra le chiome degli alberi e della donna spaventata nel suo ufficio. Le poche persone in grado di generare fuoco blu erano quelle sottoposte ad un accurato allenamento. Allenamento che potevano permettersi solo i rampolli di famiglie nobili, o pochi fortunati dotati di capacità al di sopra della media. Ed in quel caso, la più auspicabile delle ipotesi era la prima. Giunge subito alla sala da tè e fa capolino dalla porta socchiusa, curioso di apprendere l'identità dello sconosciuto visitatore.