La Nazione del Fuoco - GdR

fuoco e fiamme a Ember

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view post Posted on 6/11/2011, 16:18     +1   -1
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MESE 10, GIORNO 25, POST 5 (nov), notte

[(#FF007F) EXP 156.720 (30r100x2)][DENARO: 1500 mo (gioielli) + 4700 mo NdF + ABBIGLIAMENTO: semplice tunica rosso chiaro, di quelle che i soldati sono soliti portare sotto l'armatura, stivali in pelle, mantello nero, capelli raccolti in una coda alta, senza ornamenti][EV: 850, ABILITA': fiamme blu, controllo dell'attacco B ARMATURA: D1 (ooff), ARMI: pugnale (on)]



Iris non poteva crederci. Non di nuovo! Non dopo tutto quello che aveva fatto per evitarlo! Il messaggio di Hiro era arrivato pochi giorni prima... ma chissà quanto era rimasto ad aspettare nella Capitale, prima che qualcuno decidesse di eseguire i suoi ordini e di inoltrarlo al fronte. Se solo avesse mandato Riku a Ember quel messaggio le sarebbe arrivato subito... innvece no. Aveva voluto usare uno dei falchi reali. Strinse i pugni, rimuginando su quella pessima decisione. Ormai era vicina. Fece fermare il motore. L'oscurità di quella notte senza luna l'avrebbe coperta mentre si avvicinava all'isola, ma non poteva proteggerla da quella sensazione opprimente, che la perseguitava dal momento stesso in cui aveva letto il messaggio. Weiwei l'aveva tradita! Ma che succedeva alla gente di Ember? Avevano qualche gene del voltare le spalle nel momento meno opportuno? Come aveva osato complottare contro di lei, dopo che gli aveva affidato un incarico di tale importanza? Possibile che non si rendesse conto di tutto quello che stava facendo per lui, nonostante fosse solo un membro di quella plebaglia che il denaro aveva reso arrogante?

Lasciò che la piccola imbarcazione proseguisse lentamente, dando qualche colpo di remi di tanto in tanto per indirizzarla verso la piccola insenatura che nascondeva la spiaggia privata della sua villa dal resto dell'isola. Ancora una volta era rimasta sola. Aveva lasciato il tempio insieme a Elanor e alle sue guardie, ma si erano separati ormai da diverse ore. Aveva dato loro ordine di proseguire verso la Capitale, di fare in modo che nessuno si rendesse conto che non era a bordo anche lei. Avrebbe fatto ritorno a breve... ma doevva mettere a tacere quella faccenda, possibilmente assicurandosi che Weiwei non risultasse coinvolto o avrebbe dovuto condannarlo a morte.

La piccola imbarcazione raggiunse la riva e Iris balzò giù, facendo schizzare l'acqua tutt'attorno. Si calò il cappuccio sul volto, guardandosi attorno per assicurarsi che nessuno si fosse accorto del suo arrivo. Doveva trovare un modo per nascondere l'imbarcazione... a questo non aveva pensato. Tentò di trascinarla a riva, ma si accorse che era troppo pesante per lei. Ci mancava solo questa! Non poteva lasciarla lì. Chiunque avrebbe capito che era la scialuppa di una nave da guerra e avrebbe cominciato a farsi domande pericolose! Dannazione! Tirò un cancio allo scafo e la piccola imbarcazione si disincagliò, minacciando di allontanarsi in direzione del porto. Stava per mettersi a piangere: perché non gliene andava una sola per il verso giusto? Presa dalla disperazione si tuffò in acqua, si aggrappò all'imbarcazione, tentando di trascinarla indietro, ma l'unica cosa che ottenne fu sbattere malamente contro lo scafo... e a quel punto la sua pazienza venne meno. Posò una mano sotto l'imbarcazione e concentrò il suo dominio finché non riuscì ad aprire una falla di dimensioni tali da affondare la scialuppa, poi si allontanò, guardandola scomparire tra le onde. Con un po' di fortuna l'acqua in quel punto sarebbe stata abbastanza profonda da nascondere il suo mezzo di trasporto. Certo, ora non sapeva più come tornare indietro, ma ci avrebbe pensato a tempo debito: raggiunse nuovamente la riva e guardò in alto, verso la villa. Era fradicia e infreddolita, la sabbia si stava appiccicando ai suoi abiti... non poteva certo andare in giro vestita così, le serviva un cambio, al più presto! Ma appena alzò lo sguardo verso la sua proprietà si rese conto che la villa bruciava, divorata da alte fiamme. Rabbrividì. Una voce gridò qualcosa, poco lontano, e la sua mente andò nel panico. Chi era quella gente? Che stava succedendo?
 
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view post Posted on 8/11/2011, 15:54     +1   -1
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MESE 10, GIORNO 25, POST 7 (nov), notte

[(#FF007F) EXP 156.870 (15r50x2)][DENARO: 1500 mo (gioielli) + 4700 mo NdF + ABBIGLIAMENTO: semplice tunica rosso chiaro, di quelle che i soldati sono soliti portare sotto l'armatura, stivali in pelle, mantello nero, capelli raccolti in una coda alta, senza ornamenti][EV: 1.550, ABILITA': fiamme blu, controllo dell'attacco B ARMATURA: D1 (ooff), ARMI: pugnale (on)]



Un vociare lontano costrinse Iris ad affrettarsi: la ragazza attraversò di corsa la spiaggia, riempiendosi di sabbia, senza riuscire a staccare gli occhi dalla sua villa. Si tuffò a terra, nascondendosi sotto un cespuglio di piante tropicali. Sentì la sabbia insinuarsi ovunque e storse il naso, infastidita, mentre alla mente le tornavano i ricordi di quel tempo che aveva passato a fuggire, nascondendosi alla sua stessa nazione. Non sarebbe successo di nuovo! Avanzò in silenzio, strisciando tra le palme, finché fu abbastanza vicina da scorgere un gruppo di uomini in festa, di fronte alle fiamme. Poi dei passi cadenzati, a pochi metri da lei, attirarono l'attenzione della ragazza. I suoi soldati! Sogghignò. Quei pazzi non avevano scampo! Quella fede in una giustizia superiore, tuttavia, era destinata a venir meno di lì a poco, perché i soldati non fecero altro che allontanare il gruppo dalla villa, facendolo disperdere. Come potevano stare lì a guardare? Fu presa dall'istinto di balzare fuori: il suo dominio era potente, forse sarebbe riuscita a spegnere le fiamme prima che... il tetto della villa crollò e la ragazza non poté fare altro che rimanere lì ad osservare, finché un dubbio la riscosse. Aveva a che fare con Weiwei tutto quello che stava succedendo?

Quel pensiero era intollerabile. Come avrebbe fatto a mettere a tacere una cosa del genere? Un sacco di gente aveva visto la villa bruciare... soldati, gente in abiti civili... come avrebbe fatto a rintracciarli tutti? Aveva bisogno di saperne di più. Sgusciò in direzione della foresta, puntando all'incirca nella direzione in cui doveva trovarsi la città. Doveva parlare con Hiro. Forse, nel frattempo, aveva raccolto altre informazioni per lei e era in grado di spiegarle tutto. Corse più veloce che poteva, con gli stivali appesantiti dall'acqua, i capelli malamente raccolti in una coda, il mantello pieno di sabbia che le ciondolava di traverso, ma in quel momento era troppo confusa per preoccuparsi dalle apparenze e per ricordarsi di un piccolo ma importante dettaglio.

Raggiunse la porta sul retro dell'abitazione e iniziò a picchiare con insistenza. Non era tardissimo e probabilmente nessuno all'interno della casa era ancora andato a dormire. Quello che non aveva considerato, tuttavia, era la possibilità di incrociare Antk. Dei militari avanzarono lungo la via con passo cadenzato e Iris si voltò a guardarli. Che senso aveva una ronda, da quelle parti, a quell'ora? Non aveva ordinato niente del genere!

Sil, se vuoi inserirti con Hiro... ricordo che l'isola e il suo esercito sono passati a Riku ;)
 
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Silian
view post Posted on 8/11/2011, 17:08     +1   -1




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[EXP ANTK (darkred) 20.555 (30r100)][DENARO: 300 NdF, DEPOSITATO: conto ABBIGLIAMENTO: casacca rossa, mantello, stivali neri][EV: 1000, ABILITA': Dominio elettrico ARMATURA: Si , ARMI: Sciabole Gemelle e Kukri]

MESE 10 GIORNO 25, POST 1, notte


Il nobile Omizu si aggira nella sua stanza. Fa lo stesso percorso da quasi un’ora. Dalla scrivania, passando davanti allo scaffale in noce, fino alla finestra, poi di nuovo indietro, passando per l’altro lato della stanza, in un cerchio infinito. Una candela ridotta ad un mozzicone lacrimoso consuma lentamente i suoi ultimi istanti sulla scrivania sovraccarica di pergamene. Il silenzio nel Palazzo è tombale. Quasi come se anche le mura piangessero, per la disgrazia che si sta abbattendo sull’isola più bella della Nazione.

Le luci guizzanti che si levano dalla foresta parlano chiaro. Qualcosa va a fuoco. E purtroppo, a giudicare dai resoconti dei suoi servi, si tratta di una villa nobiliare. Una precisa villa nobiliare. Quella di Iris. Lo sgomento che lo ha attanagliato alla notizia non ha ancora allentato la sua presa sullo stomaco del nobile, costringendolo ad ore di veglia forzata. Non ha mangiato, ha scritto almeno altri tre messaggi alla Capitale, per essere sicuro che si rendano conto della gravità della situazione. Ed Antk…sono tre giorni che non si vede.

Il ragazzo ha eluso il pedinamento dei suoi servi. Nonostante tutte le sue precauzioni, nonostante le sue raccomandazioni, il lavoro ottenuto, i consigli. Il pensiero che possa esserci lui dietro questa storia lo fa sentire colpevole. Colpevole di aver accolto in casa un ingrato, un traditore della Patria. Sarebbe stato un disonore incancellabile. Ma non si sarebbe arreso all’evidenza, finché non avesse avuto davanti a sé il ragazzo, e non gli avesse confessato egli stesso ciò di cui era responsabile. Prima di allora, non avrebbe smesso di sperare nell’innocenza di colui che trattava come un figlio.

Nel medesimo istante, dei colpi frettolosi risuonano ad uno degli ingressi secondari del Palazzo. Una serva, intenta a cambiare i mozziconi delle torce appese alle pareti, si avvia controvoglia verso l’uscio e schiude il battente con le mani sporche di carbone. Deve essere uno dei solda…no, non è un militare. Alla sguattera fa piacere in un primo momento, quegli uomini stanno mettendo a ferro e fuoco la città, ci manca solo che distruggano anche il palazzo dove lavora lei. Poi, ad un esame più accurato, il sollievo si trasforma in seccatura. Fissa la giovane donna con le sopracciglia sollevate. Deve essere un’estranea. Non l’ha mai vista prima d’ora, per lo meno. Sembra essere arrivata di corsa: è bagnata, coperta di sabbia ed ha i capelli scarmigliati. Gli abiti che porta sembrano costosi, per quanto siano ridotti male. Dietro di lei c’è una colonna di soldati di pattuglia, e lei si è voltata a guardarli. Una ladra fuggiasca? Probabile. Va di moda assaltare le case dei nobili, da due settimane a quella parte, e rubare tutto ciò che non sia saldamente attaccato al suolo. Che ci fa qui? Niente di buono, dice l’atavico buonsenso della donna. Ci manca solo che venga a rubare nella villa di Omizu. “Che vuoi?” le chiede seccamente, puntando un piede dietro il battente della porta aperta solo per un palmo. Se avesse provato a spingere per entrare di forza, non ci sarebbe riuscita. Un trucchetto da serve, ma sempre utile, si dice la sguattera soddisfatta di sé.
 
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view post Posted on 8/11/2011, 18:54     +1   -1
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MESE 10, GIORNO 25, POST 8 (nov), notte

[(#FF007F) EXP 156.910 (3r20x2)][DENARO: 1500 mo (gioielli) + 4700 mo NdF + ABBIGLIAMENTO: semplice tunica rosso chiaro, di quelle che i soldati sono soliti portare sotto l'armatura, stivali in pelle, mantello nero, capelli raccolti in una coda alta, senza ornamenti][EV: 1.550, ABILITA': fiamme blu, controllo dell'attacco B ARMATURA: D1 (ooff), ARMI: pugnale (on)]



“Che vuoi?” chiese una voce alle sue spalle. Iris si riscosse, lanciando un'occhiata di sufficienza a quella donna che osava rivolgerle la parola con tanta arroganza. "Fammi entrare" ordinò, spingendo la porta senza troppe cerimonie, ma subito si accorse che la donna la teneva bloccata. Dannata megera! I soldati si stavano avvicinando e da un momento all'altro si sarebbero accorti della sua presenza, se già non l'avevano fatto. Come se non fosse già abbastanza sospetto vedere qualcuno fuori dalla casa di un nobile, a quell'ora. Perché doveva essere tutto così complicato? Voleva solo entrare! Che razza di persona era quella che lasciava un nobile alla porta? Stava quasi per mettersi a piangere: "Non hai idea di chi sono, vero?" sibilò, sull'orlo di una crisi di nervi. "D'accordo. Sappi che il mio nome è Iris, figlia del Signore del Fuoco Riku e tua sovrana, per cui ti ordino di aprire immediatamente questa porta o giuro sul mio onore che la faccio bruciare con te dietro." disse e prima ancora di finire la frase aveva acceso tra le dita una palla di fuoco blu, decisa a mettere in atto la propria minaccia e raggiungere Hiro. Aveva già perso fin troppo tempo. La sua, per la verità, non era stata una mossa particolarmente prudente né astuta, ma Iris non era certo famosa per quello...

se la tipa apre la porta, bene, altrimenti considera un:
(A.Atk *palla di fuoco A + fiamme blu (0)* atk=1800+0+30=1.830 vel=390+25=415)


 
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Silian
view post Posted on 8/11/2011, 22:00     +1   -1




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[EXP ANTK (darkred) 20.655 (15r50x2)][DENARO: 300 NdF, DEPOSITATO: conto ABBIGLIAMENTO: casacca rossa, mantello, stivali neri][EV: 1000, ABILITA': Dominio elettrico ARMATURA: Si , ARMI: Sciabole Gemelle e Kukri]

MESE 10 GIORNO 25, POST 2, notte

Nonostante se lo aspettasse, la sguattera sobbalza quando la ragazzina si spinge contro la porta. Non è tanto il gesto improvviso, quanto il suo sguardo…o le sue parole, il suo tono di voce. Si comporta come una delle mocciose arroganti figlie dei nobili. Ma non la inganna di certo…si ricompone immediatamente e la squadra con aria arcigna. Sta per aprire bocca, per far presente alla giovincella che se spera di fargliela sotto il naso si sbaglia di grosso…e poi l’avrebbe scaraventata in mezzo ai soldati, non c’è dubbio…quando, di nuovo, le parole (ed il gesto eloquente) della ragazzina le fanno morire le parole in gola.

Fissa la sfera di fuoco blu quasi stordita dall’improvviso cambiamento di prospettiva, rendendosi conto solo intuitivamente che, dal momento che il fuoco è normalmente rosso, quella lì ha qualcosa di strano…e che in qualsiasi caso delle due, quella che rischia la pelle non è la donna che bussa alla porta. Resta vistosamente a bocca aperta e si scansa frettolosamente dalla porta, consentendo l’ingresso alla ragazza. Non ha capito una parola di quello che ha detto l’altra…diciamo che la vista della fiamma azzurra l’ha spaventata a sufficienza da farle perdere momentaneamente la bussola. Si appiattisce contro il muro, come se avesse voluto essere inghiottita dall’intonaco polveroso, lasciando cadere i tizzoni spenti delle torce che stava cambiando,.

Ha captato solo di sfuggita le parole “Signore del Fuoco” e “bruciare”. E non le piacciono. Che era venuta a fare? A bruciare la casa perché il nobile Omizu è un sostenitore del Signore del Fuoco? Vuole uccidere il signore e dare fuoco alla tenuta ed ai servi? Non le avrebbe certo detto dove si trovava il padrone, nossignora…ha già combinato un guaio abbastanza grosso consentendole di entrare. Deve essere una pazza…è chiaro come il sole, con quella faccia stralunata che porta…bisogna avvertire il resto della servitù, che venga immediatamente in suo soccorso! Osservò impotente i movimenti di quella furia che faceva irruzione nell’abitazione, pregando gli Spiriti affinché proteggessero tutti gli abitanti da quel demone assetato di sangue.

Senti, che si fa? Antino spunterà magicamente fuori mentre Omizu e Ris conferiscono?
 
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view post Posted on 8/11/2011, 22:43     +1   -1
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MESE 10, GIORNO 25, POST 9 (nov), notte

[(#FF007F) EXP 157.010 (15r50x2)][DENARO: 1500 mo (gioielli) + 4650 mo NdF + ABBIGLIAMENTO: semplice tunica rosso chiaro, di quelle che i soldati sono soliti portare sotto l'armatura, stivali in pelle, mantello nero, capelli raccolti in una coda alta, senza ornamenti][EV: 1.550, ABILITA': fiamme blu, controllo dell'attacco B ARMATURA: D1 (ooff), ARMI: pugnale (on)]



Vide la serva scansarsi, finalmente. Aveva capito da tempo che l'unico modo di far ragionare la gente erano le palle di fuco ed era grata agli Spiriti per averle concesso quel dono. Rapida si infilò all'interno della stanza, tornando a scrutare verso l'esterno. Le guardie avevano continuato il loro percorso, senza rallentare. Forse non l'avevano vista, forse non si erano proprio accorte di niente... ma era presto per tirare un sospiro di sollievo. Si voltò ad osservare la stanza, guardandosi intorno senza soffermarsi particolarmente. Era entrata in quella che sembrava essere una cucina, la donna che aveva tentato di impedirle l'ingresso era ora appiattita contro il muro, in mezzo a dei tizzoni ormai spenti di alcune torce. Iris tese il braccio di fronte a sé, aumentando ulteriormente l'intensità della sua fiamma per riuscire a distinguere meglio la stanza. scorse delle torce posate su un tavolo e con la sua fiamma ne accese una, poi la appesa al gancio sulla parete.

"Ora..." disse, togliendosi di dosso il mantello fradicio e gettandolo a terra "portami un asciugamano e dei vestiti per cambiarmi" disse, sciogliendo il nastro che le legava i capelli, per poi strizzare la lunga coda. "Poi trova Hiro, il più rapidamente possibile, e digli che lo aspetto nella sala da tè... sì, poi mi andrebbe qualcosa di caldo. Si fa ancora importare il tè da Shu Jing? In ogni caso un tè di Ember andrà bene" decise. Non era il momento di fare gli schizzinosi, aveva questioni più importanti di cui occuparsi.

Rivolse un'occhiata perplessa alla donna che l'aveva fatta entrare. "Riesci a capire quello che dico?" si informò, frugando tra le pieghe del proprio abito. Ne estrasse alcuni pezzi d'oro e li gettò in direzione della donna "per te. Ma muoviti!" la incitò. (-50 mo NdF) Questa era un'altra delle cose che aveva imparato. L'oro aveva la straordinaria capacità di aumentare la velocità di esecuzione delle persone perfino più delle palle di fuoco... e di tempo, Iris, non ne aveva. Puntò verso l'uscita della stanza. L'ultima volta che era stata in quella casa era poco più che una bambina, ma per fortuna le ville di Ember erano costruite più o meno tutte allo stesso modo, non sarebbe stato difficile trovare la sala da tè.

come vuoi, non è necessario che si incontrino subito, mi serve che Ris capisca la situazione per giustificare lo spostamento dell'esercito
 
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Silian
view post Posted on 9/11/2011, 23:17     +1   -1




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[EXP ANTK (darkred) 20.855 (30r100x2)][DENARO: 300 NdF, DEPOSITATO: conto ABBIGLIAMENTO: casacca rossa, mantello, stivali neri][EV: 1000, ABILITA': Dominio elettrico ARMATURA: Si , ARMI: Sciabole Gemelle e Kukri]

MESE 10 GIORNO 25, POST 3, notte

La ragazza si muove nella stanza come se fosse casa sua. La sguattera non le leva gli occhi di dosso nemmeno un attimo, e si irrigidisce quando l’altra accende di nuovo una delle sue terrificanti sfere di fuoco blu. Fuoco blu…ancora non crede ai suoi occhi! Deve essere la figlia…la figlia d’un demone…una di quelle di cui parlava sua nonna! E lei che si era sempre messa a ridere, quando le raccontava le favole…la fissa ancora incredula, mentre Iris raccoglie uno dei tizzoni impregnati di resina e dà fuoco al combustibile. Una luce calda e naturale invade la stanza, ma la serva suda ancora freddo.

Segue con gli occhi sgranati lo scivolare del mantello bagnato a terra, poi di nuovo torna alle mani, al viso pallido di lei. La mente non troppo aperta lavora febbrilmente per dare appigli alle sue stravaganti teorie. Forse…quello umano deve essere solo il suo aspetto esteriore. Magari, aveva rubato il corpo ad una fanciulla innocente per indossarlo come un guanto, e potersi aggirare indisturbata tra gli umani…La osserva strizzarsi i lunghi capelli serici ed impartire ordini. Si, solo un essere demoniaco poteva mostrare tanta arroganza di fronte ad un legittimo abitante della casa. Kia (è il nome della serva) realizza una cosa soltanto. Se ha davvero a che fare con un demone, è meglio darle quello che vuole…

Povero padrone, chissà in che guaio deve essersi cacciato per andare ad invischiarsi con una creatura degli Inferi! Fa un rapido salto indietro quando le vengono lanciati i pezzi d’oro, quasi fossero avvelenati. Tremante, poi, si fa coraggio e li raccoglie…si sarebbe infuriata se non l’avesse assecondata…poi corre come il vento, alla massima velocità consentita dalle gambe non troppo lunghe, fuori dalla stanza. A quell’ora quasi tutta la servitù è andata a coricarsi o a farsi gli affari propri…deve sbrigarsela da sola, come al solito! La sua solita fortuna…a quei nullafacenti niente capita, e a lei, poverina, che sgobba da mattina a sera, pure quella specie di mostro deve piombarle addosso…il terrore si insinua sempre più profondo in lei, fino a farle scorgere pericoli inenarrabili in ogni ombra della casa.

La stanza dove viene stirato il bucato è la più vicina alle cucine: lì la donna cerca febbrilmente nelle ceste e preleva dei teli da bagno di finissima fattura, quelli riservati al nobile Omizu. La perdonerà, se lo sente, appena gli racconterà quale terribile rischio ha dovuto correre. Poi si rende conto di un’altra cosa: il signor Omizu non ha moglie né figlie…gli unici abiti femminili sono quelli delle governanti, ma sono di gran lunga meno pregiato delle tuniche di seta dell’uomo. Si morde le mani, in preda all’angoscia. Ma deve fare in fretta…afferra uno degli abiti sottili di Omizu (in cui il demone sarebbe entrato almeno quattro volte, ma non poteva fare di meglio), un mantello ampio e fila di nuovo nella cucina, dove l’attende ancora la presunta ragazza.

In pochi secondi il bollitore è sul fuoco e lei sale le scale a rotta di collo, bussa disperatamente alla porta del nobile (dalla quale filtra ancora la luce moribonda delle candele) e fa irruzione senza nemmeno aspettare che egli le dia il permesso di entrare. Il poveraccio si vede piombare addosso la donna in stato confusionale, che balbetta frasi sconnesse riguardo ad un mostro che lancia palle di fuoco blu dagli occhi e si fa vestiti di pelle umana…”Nella sala da tè…” esala Kia, prima di accasciarsi nell’immenso sedile imbottito del padrone di casa come una bambola di pezza..

Manco a dirlo, Omizu non ha nessuna intenzione di credere alla storiella del demone…la serva doveva avere una fervida fantasia, ed una ben scarsa conoscenza dell’arte del Dominio per arrivare ad una conclusione tanto assurda. Esce dalla stanza a grandi passi, ormai dimentico del fuoco e delle fiamme che divampavano tra le chiome degli alberi e della donna spaventata nel suo ufficio. Le poche persone in grado di generare fuoco blu erano quelle sottoposte ad un accurato allenamento. Allenamento che potevano permettersi solo i rampolli di famiglie nobili, o pochi fortunati dotati di capacità al di sopra della media. Ed in quel caso, la più auspicabile delle ipotesi era la prima. Giunge subito alla sala da tè e fa capolino dalla porta socchiusa, curioso di apprendere l'identità dello sconosciuto visitatore.
 
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view post Posted on 10/11/2011, 21:43     +1   -1
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MESE 10, GIORNO 25, POST 12 (nov), notte

[(#FF007F) EXP 157.410 (30r100x2)][DENARO: 1500 mo (gioielli) + 4650 mo NdF + ABBIGLIAMENTO: tunica pregiata color porpora dal taglio maschile, evidentemente troppo grande. Capelli raccolti in una coda alta, piedi scalzi][EV: 1.550, ABILITA': fiamme blu, controllo dell'attacco B ARMATURA: D1 (off), ARMI: pugnale (on)]



Nonostante avesse esitato molto più di quanto Iris fosse solita tollerare in simili situazioni, alla fine la donna sembrò decidersi ad eseguire gli ordini e sgattaiolò fuori dalla stanza. Li trattavano troppo bene, ecco cosa. Quello era il risultato: ritardi, maleducazione... continuando così ben presto la nazione sarebbe stata in mano ai servi. Si pettinò con le mani, cercando di scorgere il proprio sguardo sulle superfici lucide della cucina: c'era un lato di lei che si sentiva piuttosto in imbarazzo all'idea di presentarsi ridotta in quel modo di fronte a un nobile. E' vero, le sue palle di fuoco la rendevano superiore a certi pettegolezzi, ma la sua reputazione era già abbastanza a rischio anche senza.

Non dovette attendere molto perché la donna ritornasse con dei teli e una tunica ben piegata. Il Signore del Fuoco lanciò un'occhiata perplessa a quella roba che la donna portava tra le mani: una serva non avrebbe dovuto toccare i suoi abiti puliti, avrebbe dovuto essere accompagnata in una stanza privata, dove qualcuno di rango adeguato avrebba avuto l'onore di aiutarla a vestirsi. Questo era quello che ci si aspettava quando si entrava nella casa di un nobile ed era suo diritto pretenderlo... ma aveva già atteso troppo e la situazione era troppo pericolosa per perdere un minuto più del necessario: Iris non era solo una nobile, era anche un soldato addestrato e quella era una situazione di guerra. Doveva essere rapida, lo stesso protocollo prevedeva la possibilità di saltare le formalità... così si liberò del vestito fradicio che indossava, troppo abituata ad essere vestita e cambiata da altri per preoccuparsi dello sguardo di una serva. Si avvolse nel telo, poi si infilò la tunica che le era stata portata.

Quell'abito doveva appartenere al padrone di casa e lanciò un'occhiata perplessa notando che avrebbe potuto starci dentro almeno un paio di volte. Storse il naso, scosse la testa e strinse la fascia in vita, facendo un giro in più del normale. Le spalle della tunica le cadevano larghe, facendola sembrare ancor più piccola di quello che era. Iris raccolse nuovamente i capelli in una coda, prima di avventurarsi all'esterno della stanza. Si guardò intorno, cercando di ricordare qualcosa di quell'abitazione, ma era passato troppo tempo, aveva visitato troppi luoghi, erano successe troppe cose... trovò la sala da té al primo colpo ed accese le lampade all'interno. Nonostante tutto quel luogo era accogliente, aveva un qualcosa di familiare che la faceva sentire a suo agio. Si avvicinò alla finestra, scostando leggermente la tenda per scrutare all'esterno: dei soldati che pattugliavano la strada non c'era più alcuna traccia. Probabilmente se n'erano andati. Un problema in meno.

Un leggero rumore di passi alle sue spalle la costrinse a voltarsi, per un istinto ormai acquisito, e sulla porta scorse un volto noto. Impiegò una frazione di secondo a riconoscerlo e in quello stesso istante si rese conto di quanto fosse invecchiato dall'ultima volta. "Hiro" lo salutò, lasciandosi sfuggire la sorpresa nel tono di voce; portò la mano sinistra chiusa a pugno, contro il palmo aperto della destra, chinandosi nel saluto tradizionale: "Sono spiacente di dovermi presentare in questo modo, senza adeguato preavviso, ma spero comprenderete la situazione... vorrei delle spiegazioni, Hiro" disse, sedendosi sul tappeto e invitando l'uomo a fare altrettanto. "Sono venuta appena ho letto la vostra lettera, ma non avevate fatto parola di..."
Pagliacciate. Ma che stava facendo? Tutte quelle formalità non erano altro che una perdita di tempo! "hanno dato fuoco alla mia villa! Si può sapere che sta succedendo a Ember!?" sbottò, perdendo la pazienza all'improvviso... ma evitò lo sguardo dell'uomo, scrutando con odio la porta alle sue spalle. Non voleva che si accorgesse che aveva paura.
 
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Silian
view post Posted on 12/11/2011, 11:12     +1   -1




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[EXP ANTK (darkred) 20.755 (r)][DENARO: 300 NdF, DEPOSITATO: conto ABBIGLIAMENTO: casacca rossa, mantello, stivali neri][EV: 1000, ABILITA': Dominio elettrico ARMATURA: Si , ARMI: Sciabole Gemelle e Kukri]

MESE 10 GIORNO 25, POST 4, notte

Ci mette qualche secondo a realizzare che la ragazza pallida con una delle sue tuniche addosso era proprio Iris. Iris? Nella sua sala da tè? A quell’ora e senza scorta, senza neanche un falco che avvertisse del suo arrivo…tutto ciò ha dell’inverosimile, ma Hiro riesce a non scomporsi troppo: si inchina rispondendo al saluto che gli veniva rivolto. In un certo senso, la sua presenza era proprio quello che avrebbe desiderato, magari condita con un buon numero di soldati dalla Capitale... “Altezza! È un onore inatteso avervi qui” esclama, mentre lei sedeva sul tappeto esattamente come fosse a casa sua. Lei vuole spiegazioni…la mente dell’uomo torna alle lingue di fuoco arancioni che si levano dal bosco, e si chiede come faccia ad essere così calma, conoscendo il temperamento della sua sovrana…stava quasi per poggiare le natiche – piuttosto pesanti, a dire il vero – sul tappeto, quando lei perde la calma all’improvviso e sbotta senza troppi riguardi. Il nobile Omizu sobbalza e cade malamente sul didietro (il quale per fortuna si trova a non più di un palmo da terra). Cerca di raddrizzarsi nel tempo più breve possibile, mentre con la mente cerca febbrilmente le parole più adatte da dire. Conviene che metta da parte i convenevoli e vada dritto al punto, o ha l’impressione che la figura del “mostro che spara palle di fuoco blu dagli occhi” non sia una cosa troppo lontana dalla realtà.

Segue lo sguardo della ragazza che oltrepassa la sua spalla, si volta….ma il vano della porta è vuoto. Molto male, i servi erano lenti: avrebbe dovuto essercene almeno uno in servizio, a portare il tè. Si voltò verso Iris con espressione grave “Altezza, la situazione è degenerata nel giro di poche ore, questo pomeriggio. Ho mandato dei falchi col nastro nero alla Capitale, ma ormai si era giunti ad un punto di non ritorno. Mi rincresce immensamente per il vostro palazzo” inizia a spiegare, tamponandosi la fronte che si andava imperlando di sudore col fazzoletto di seta rossa ricamato. Ripose il fazzoletto in una manica. “La popolazione versa in uno stato di agitazione, seppure moderata e controllabile, da qualche settimana, come ben sapete. Finora si era sempre trattato di lanci di verdure ed uova marce contro le carrozze di questa o quella famiglia nobile, oppure di piccoli atti di vandalismo, presto bloccati dall’intervento dei soldati. Abbiamo identificato e punito i responsabili dei singoli episodi, sembrava tutto sotto controllo. Conoscete i vostri sudditi, hanno di questi momenti di irriverenza, ma presto si stancano e tornano al lavoro. Abbiamo anche indetto un coprifuoco serale, e sembrava funzionare. Ma le spie che abbiamo infiltrato nei bassifondi hanno fallito nel loro compito…sapete come agiscono i popolani, si sono radunati all’improvviso al Porto ed hanno iniziato a distruggere tutto quello che trovano: non abbiamo potuto prevedere nulla…ed il motivo principale si è palesato da pochissimo tempo. Questa rivolta è un serpente a cento teste: ne abbiamo tagliate molte, ma quella più grande restava nell’ombra. Mi rincresce immensamente dirlo, ma si direbbe che la fonte di tutti gli eventi delle ultime ore sia proprio il Palazzo del Governatore”.

Hiro fa il suo resoconto tutto d’un fiato, si asciuga di nuovo la fronte ed attende la reazione di Iris. Batte le mani due volte, e dopo poco meno di un minuto si fa vivo un servo dall’aria insonnolita. “Il nostro tè non è ancora arrivato” lo apostrofa, con aria di rimprovero. Quello si inchina con l’aria di non sapere esattamente di quale tè si tratti e sparisce nel corridoio che porta alle cucine.
 
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view post Posted on 12/11/2011, 12:34     +1   -1
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MESE 10, GIORNO 25, POST 13 (nov), notte

[(#FF007F) EXP 157.460 (15r50)][DENARO: 1500 mo (gioielli) + 4650 mo NdF + ABBIGLIAMENTO: tunica pregiata color porpora dal taglio maschile, evidentemente troppo grande. Capelli raccolti in una coda alta, piedi scalzi][EV: 1.550, ABILITA': fiamme blu, controllo dell'attacco B ARMATURA: D1 (off), ARMI: pugnale (on)]



Il... palazzo del governatore? Iris sgranò gli occhi, incredula... eppure... tutto quello che aveva visto sembrava non poter avere altre spiegazioni. Abbassò lo sguardo sul pavimento, senza sapere bene cosa dire, cercando di riordinare i propri pensieri. Se il governatore fomentava quella rivolta era pericoloso rimanere lì. Hiro stesso avrebbe potuto venderla a quell'uomo, in cambio di chissà quali favori. L'avrebbero uccisa, o peggio... rinchiusa a vita in una squallida cella, dimenticata dal mondo. Rabbrividì a quel pensiero. "Sia chiaro..." iniziò incerta, mentre la sua sicurezza aumentava di parola in parola "che non vi conviene vendermi al governatore. Anche se riusciste a liberarvi di me, cosa che non intendo rendervi facile, non riuscireste ad arrivare alla Capitale. Ci sono nobili più influenti di voi che vogliono il mio trono, togliermi di mezzo significherebbe solo scatenare un'altra guerra civile, che lascerà la nazione nel caos. Il giorno prima della mia incoronazione avete avuto un assaggio di quello che significa lasciare la nazione senza qualcuno capace di guidarla e mi auguro siate abbastanza intelligente da capire che io sono l'unica in grado di assumersi un incarico del genere."

Un servo si affacciò alla porta e lasciò che Hiro lo istruisse, prima di proseguire: "comunque non intendo permettere che diano fuoco a tutte le mie proprietà. Vanno fermati adesso. Quando sono arrivata sull'isola ho tentato di raggiungere la mia villa, ma l'ho trovata avvolta dalle fiamme; non saprei riconoscere i colpevoli e la cosa peggiore è che i soldati non hanno fatto niente per fermarli, li ho visti con i miei occhi! Non possiamo fidarci delle ronde e a questo punto non so nemmeno se posso fidarmi del comandante Jiang-Tsu. Usate tutti i mezzi necessari, Hiro: devo scoprire fino a che punto è estesa questa rivolta, quanti uomini sono coinvolti. Chiamerò a Ember l'esercito di stanza nella Capitale, se necessario, ma i colpevoli devono essere puniti ora!" esclamò decisa. Finalmente si trovava su un terreno familiare: comandare, combattere, era nata per questo.

Finalmente il servitore rientrò con il té e Iris lo scrutò in silenzio, aspettando che uscisse prima di aggiungere, sottovoce: "Quanto a Longwei e Antkantos... sanno cosa sta succedendo?" chiese, pregando silenziosamente che la risposta fosse "no". Sperava che nonostante nel suo messaggio Hiro le avesse scritto del tentativo di Weiwei di aizzarle contro il popolo, ciò che stava accadendo sull'isola fosse solo una brutta coincidenza, perché in caso contrario avrebbe dovuto fare una strage per mettere il tutto a tacere.
 
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Silian
view post Posted on 13/11/2011, 14:31     +1   -1




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MESE 10 GIORNO 25, POST 5, notte

Hiro, nonostante si sentisse piuttosto offeso dall’atteggiamento sospettoso di Iris, non lasciò che il suo stato d’animo trapelasse all’esterno. “Vi giuro sui miei Antenati, anch’essi fedelissimi alla Corona, che la mia fedeltà non sarà mai intaccabile” dichiara brevemente e con orgoglio. Poi china il capo e sospira assorto, mentre valuta la situazione. Lei ha ragione, non è possibile fare affidamento sulla guarnigione. Ma allora…che fare? Prende la raffinata brocca di porcellana contenente il tè e lo offre alla sua ospite, per poi ripetere l’operazione anche sulla sua tazza. Aspira l’aroma speziato della bevanda, ne beve uno o due sorsi, poggia la tazza e riprende a parlare. Una ruga profonda solca il viso rotondo. In realtà non avrebbe mai voluto toccare quell’argomento. Il suo affetto per il ragazzo e per il suo defunto padre mettono a durissima prova la sua lucidità, in quel frangente. Quanto vorrebbe poter rispondere di no a quella domanda. Eppure...non ha elementi per fare una cosa del genere.

La situazione, sebbene poco chiara, se affrontata con un minimo di logica porta ad un circoscritto numero di conclusioni. Nessuna delle quali piace a Hiro, per ovvi motivi. “Altezza, il coinvolgimento del vostro ufficiale Longwei non è accertata da rilevazioni sicure….ma quello che mi rende molto perplesso al riguardo, è il fatto che se non si fosse accorto che simili manovre si svolgono proprio sotto i suoi occhi…o si tratta di un perfetto incompetente, o semplicemente fa finta di non vedere” rispose, torcendosi le mani. Ora veniva il punto cruciale. “Per quanto riguarda Antkantos…la situazione è parimenti poco chiara: non appena si è reso conto della presenza del suo amico sull’isola, ha preso a frequentarlo molto intensamente, suppongo a causa del loro antico legame. Ma se Longwei fosse coinvolto, probabilmente neanche Antkantos sarà all’oscuro di ciò che sta realmente accadendo sull’isola, a meno che Longwei stesso non abbia deliberatamente deciso di parlargli dei suoi eventuali progetti. Di questo non posso essere certo, ad ogni modo”.

Sorseggia altro tè. “La prima cosa da fare sarebbe individuare i vostri alleati, cosa che non è troppo difficile, dal momento che tutte le famiglie nobiliari sono state coinvolte dalle rappresaglie del popolo e ne hanno timore. Ed a questo punto si, una delle conclusioni logiche sarebbe quella di ritenere coinvolto anche Jang-Tsu, o non riesco a comprendere il motivo del coinvolgimento dell’esercito”. Si accarezza la barba curata. “Altezza, forse è un’idea azzardata…ma forse dovremmo invitare il vostro ufficiale a prendere un tè in una delle abitazioni dei nostri amici fidati. E magari si, anche l’ammiraglio sarebbe il benvenuto. Sarebbe naturale da parte nostra rivolgerci a lui, in quanto è un vostro delegato...ed ai vostri ufficiali, ovviamente, per chiedere spiegazioni ed aiuto. In caso avessero comportamenti sospetti, o addirittura non si presentassero, allora sareste sicura del loro coinvolgimento e potreste inviare la guarnigione di stanza alla Capitale. Se i soldati dell’isola fossero effettivamente coinvolti, ci sarebbe poco da fare, con il semplice ausilio della nostra servitù. Per quanto riguarda le vostre proprietà, mando immediatamente dei servitori fidati a fare un sopralluogo: sembra che solo il Palazzo sia stato danneggiato, ma il resto sembra essere al suo posto”. Una situazione del genere non capita ad Ember da decenni. Il nobile Omizu, nonostante l’esperienza maturata, non è certo di sapere come comportarsi in un frangente simile. Che gli Spiriti li proteggano tutti…

Dunque, se Antino è con Wei penso che stavolta ci lasci le penne, giusto? Hmmm…dilemma….however avvertimi quando è ora di farlo entrare in scena.


 
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view post Posted on 13/11/2011, 16:35     +1   -1
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MESE 10, GIORNO 25, POST 14 (nov), notte

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Iris ascoltò svogliatamente le parole del nobile, tutta quell'incertezza non faceva altro che alimentare le sue preoccupazioni: Antk e Weiwei erano due cari amici, prima di tutto. Erano finiti coinvolti in tutta quella confusione politica solo per via del rapporto che avevano con lei e pertanto era un suo dovere risistemare le cose. Purtroppo avevano anche la straordinaria capacità di complicare le cose all'inverosimile: non si rendevano conto che non erano più dei ragazzini? Che i loro giochi di potere, adesso, avevano un peso? Ma come avrebbero potuto? Erano dei popolani, non avevano ricevuto la sua istruzione, era stata lei a trascinarli in quel mondo senza che potessero capire. La stessa cosa che aveva fatto a Elanor. Un vivo senso di colpa si impossessò di lei, ripensando alla ragazza che ora si trovava da sola, nella Capitale. I nobili avrebbero sicuramente approfittato della situazione per attirarsi i suoi favori, avrebbero tentato di corromperla, di... no. Elanor non avrebbe ceduto tanto facilmente. Era di Antk e Weiwei che doveva preoccuparsi, adesso.

Prese la tazza che Hiro le porgeva, sorseggiando silenziosamente il suo tè, inspirò, annusando l'aroma intenso. Sì, si faceva ancora portare il té da Shu Jing, lo avrebbe riconosciuto tra mille. Accennò un sorriso soddisfatto, appena percettibile. "Tutta questa situazione è molto delicata, dobbiamo agire con cautela. Per prima cosa... voglio parlare da sola con il mio delegato. Sono sicura che sia tutto un malinteso, intendo dargli la possibilità di spiegare quanto accaduto. Vorrei che l'incontro avvenisse qui in casa vostra, gli manderete un messaggio, chiedendogli di venire qui perché vi ho ordinato di aiutarlo a portare a termine il suo compito" fu solo in quel momento che si ricordò del fatto che Hiro ospitava Antk da diverse settimane, ormai. Aveva pensato di rivolgersi a Hiro perché si era rivelato un alleato fidato, ma si era completamente dimenticata di quel dettaglio. Non voleva incontrare Antk, soprattutto non in quel momento. "Antk si trova qui?" chiese, tanto nervosa all'idea di poterlo incrociare da non rendersi conto di aver pronunciato quel nomignolo ad alta voce. Non doveva sapere che si preoccupava ancora per lui o tutto quello che aveva fatto per tenerlo lontano sarebbe stato vano.

quando vuoi
 
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Silian
view post Posted on 13/11/2011, 22:48     +1   -1




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MESE 10 GIORNO 25, POST 6, notte

Hiro annuisce con forza. La proposta di Iris è di gran lunga più valida di qualsiasi altra che potesse avere in mente. Deve aver affrontato altre situazioni simili, e a dispetto della giovane età sembra essere estremamente sicura di sé. L’alto rango della ragazzina impedisce al nobile, ma solo in parte, di sentirsi del tutto inerme ed incompetente in confronto a lei. L’addestramento e la vita nella Capitale fanno miracoli…o ti adatti, o vieni eliminato dalla società stessa. Riflette sulla violenza degli esseri umani mentre sorseggia nuovamente del tè e finisce di ascoltare le parole dell’altra.

“Considerate la mia casa come se fosse vostra, Altezza. Siete pienamente libera di disporne come meglio credete. Darò ordine alla servitù di approntare la sala da tè per l’orario che stabilirete. Oggi mi sembra un po’ tardi per delle convocazioni, neanche i popolani mettono più piede fuori di casa…inoltre è poco sicuro farlo per chiunque. Vi suggerirei di attendere fino a domani mattina: manderò un servitore da Longwei ad avvisarlo del vostro invito. Sono sicuro che non potrà ignorare il messaggio”. Sorbisce dell’altro tè, ora più tranquillo. Sapere cosa deve fare rende le cose infinitamente più semplici da affrontare.

“Vi riferite al giovane Antkantos? Al momento non posso esserne sicuro, mi rincresce…sapete, lui va e viene come meglio crede, può accadere che non lo veda per giornate intere, se rientra tardi…alloggia in un’ala del Palazzo leggermente appartata, riservata agli ospiti, rivolta a sud-ovest, per suo desiderio: ha insistito per pagare un affitto e rifiuta la presenza di servitù. La sua attività alla scuola di dominio è sfibrante: spesso rientra, mangia nelle cucine e va a dormire senza neanche farsi vivo ai piani alti. In questo istante dovrebbe essere già nella sua stanza…o almeno, è quello che mi auguro di cuore: gli eventi mi hanno tenuto costantemente impegnato nel monitorare la situazione in rete con gli altri nobili ed ho perso di vista i movimenti nella casa…” spiega, preoccupato di apparire un ospite negligente agli occhi della sua sovrana. “Ad ogni modo, è un soldato ben addestrato e capace: non credo che si farebbe mai catturare o vedere da quei bifolchi là fuori” affermò con una certa sicurezza. L’ha visto allenarsi, e non c’è adito a dubbi: se la cava in maniera magistrale.

Esattamente in quell’istante, un’ombra incappucciata fa capolino dalla siepe che circonda la collina del palazzo: striscia senza rumore tra i cespugli, si appiattisce contro gli angoli delle mura, sguscia fino a trovare a tentoni una porticina secondaria che, guarda caso, è stata lasciata aperta…da lui, ovviamente. Non gli piace che i servi di Hiro lo tengano d’occhio, né tantomeno che vadano a riferire a che ora esce o entra in casa. Ci ha provato, si…almeno i primi giorni, a farlo pedinare. Peccato, non se lo aspettava da lui, da un amico di suo padre. Infatti si era quasi fatto fregare. Quasi…Comprende che il nobile sta agendo per premura nei suoi confronti, ma lo spirito di fuoco che anima Antk gli rende impossibile piegarsi a trucchi del genere. Non ha la minima intenzione di trovarsi ugualmente pedinato in quell’isolotto misero, dopo aver lasciato il Palazzo ed il campo di battaglia, in cui aveva il medesimo problema…a causa di lei. I suoi fatti gli appartengono, così come i suoi pensieri. Non ha intenzione di condividerli con nessuno, tanto meno in un frangente come quello…con la voce di Longwei che ancora gli risuona nelle orecchie, si infila nel corridoio buio che ormai conosce a menadito. Che strano, c’è luce al piano di sopra: filtra giù dalla scalinata, accompagnata dalle voci di due persone…una è di Hiro, l’altra è femminile…e gli sembra stranamente familiare…ma no, non può essere…è tardi, e dovrebbe filare a dormire. L’indomani lo aspetta un’altra giornata di duro lavoro, e non solo alla scuola…scuote la testa come per liberarsi da un’allucinazione e sparisce nel buio di un altro corridoio di servizio. Ha bisogno di riprendere le forze.
 
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view post Posted on 14/11/2011, 14:54     +1   -1
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"Vi riferite al giovane Antkantos?". Iris annuì, per niente felice della cosa... era esattamente come temeva. Se Antk viveva lì doveva trovarsi un altro nascondiglio, o avrebbe rischiato che la vedesse e a quel punto chissà che gli avrebbe suggerito quella sua mente bacata. Probabilmente sarebbe sparito di nuovo, cacciandosi in qualche guaio come al suo solito e lei di certo non intendeva permetterglielo. Purtroppo quella situazione complicava le cose: la sua villa era andata distrutta nell'incendio e non possedeva altre proprietà a Ember. Del comandante della guarnigione non poteva fidarsi e non era certa nemmeno che tutti i nobili sarebbero stati disposti ad aiutarla... consegnarla a quella plebaglia impazzita avrebbe fatto comodo a molti di loro.

"D'accordo"
borbottò. Il giorno seguente avrebbe dovuto inventarsi qualcosa, ora era troppo tardi per arrischiarsi ad uscire di nuovo... e non aveva voglia di ripetere tutte quelle scene in casa di qualche altro nobile dell'isola. Sorseggiò nuovamente il suo tè con aria pensierosa: "avrò bisogno di un falco... e del necessario per scrivere. Voglio mandare subito un messaggio nella capitale, voglio che radunino tutti gli uomini e si tengano pronti. Vengo dal tempio del Sud, nonostante l'alleanza con i nomadi i pirati sono ancora in libertà, senza contare che il tempio dell'ovest ha rifiutato il mio accordo. Ho mandato i soldati a dar loro una lezione, ma non posso permettermi di lasciare la capitale senza difese. Dobbiamo scoprire che forze ci sono in gioco, solo allora potrò fare qualcosa". Sospirò. se solo Huizhong fosse stato lì! Lui aveva sempre qualche idea su come spostare gli eserciti al minor costo possibile... avrebbe dovuto stare più attenta durante i consigli di guerra. Per la verità non si ricordava nemmeno dove erano stanziati i suoi plotoni!

"Ah. E domani mattina fate chiamare un sarto, voglio degli abiti più adatti da indossare. Mi fermerò qui per questa notte, ma da domani preferirei trovare un'altra sistemazione, mi aiuterete voi. Non c'è altro." ordinò, chiudendo la conversazione. Certo... doveva farsi riconoscere da meno persone possibile, ma non poteva andare in giro in quelle condizioni, era imbarazzante.
 
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Silian
view post Posted on 14/11/2011, 23:22     +1   -1




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MESE 10 GIORNO 26, POST 7, mattina presto

Un verso animalesco e stridente filtra dall’esterno e lo costringe ad aprire gli occhi, con le palpebre ancora pesanti come macigni. È sdraiato prono, con la faccia premuta contro il cuscino e gli arti distesi in tutte le direzioni possibili. Un gallaiale, sempre il solito, canta (si fa per dire) sotto la sua finestra. Antk trova assurdo che il suo ospite lasci i servi allevare certe bestie liberamente, nel retro del palazzo. Nessun nobile sano di mente lo farebbe…ma evidentemente lui non sente gli strepiti ogni mattina. Con un grugnito stanco si rovescia sulla schiena e si stropiccia con le nocche di una mano gli occhi semichiusi. I pochi raggi di luce che filtrano dalle tende bastano a ferire le sue pupille ancora assuefatte all’oscurità. Accidenti…di quel passo finirà per ridursi ad uno straccio…ma ci sono cose importanti in ballo, cose davvero grosse. Bisogna tenere duro ancora per pochi giorni, poi le cose troveranno da sole il loro naturale corso. O almeno, è quello che ripete Wei da settimane.

La sera prima è rientrato davvero tardi. Ha ancora sonno e non ha nessuna intenzione di affrontare di nuovo quei piccoli mocciosi. Sono peggio di un intero plotone di Rough Rhinos scatenati. Sbuffa, passandosi la mano sull’addome asciutto e seguendo con le dita l’andamento della muscolatura che tiene tanto a mantenere in buona forma. Lascia che i pensieri vaghino liberamente, come i granelli di polvere che danzano sospesi nei raggi di luce. Finché non scuote la testa con forza, strizza gli occhi e si tira su dal letto di scatto, atterrando sul pavimento di legno stagionato. Le assi scricchiolano sotto i piedi nudi mentre si dirige verso il treppiede con l’acqua per lavarsi. La sua stanza è piuttosto spoglia: non ci sono dipinti alle pareti né drappi, soltanto le tende pesanti che coprono la finestra. Il mobilio è costituito da un cassettone in cui tiene i vestiti di ricambio che gli ha prestato Hiro, un vecchio specchio con una mensola di legno e dal bacile in cui si sta lavando. Del letto non parliamo neanche…è ridotto ad un campo di battaglia. Solleva il viso dall’acqua, si asciuga col lenzuolo del letto dopo averlo cercato a tentoni e studia il riflesso del suo viso nello specchio: col pugnale recide qualche pelo fuori posto e si sistema per bene la barbetta che sta curando. I baffi ancora non vuole lasciarli crescere, anche perché non ha abbastanza materia prima sul labbro superiore…

Dopo pochi minuti è già vestito, è sgattaiolato fuori dalla stanza (lasciando il letto rigorosamente disfatto) e si è accomodato su uno sgabello in cucina: il tè è quasi pronto, e lui sta masticando la prima cosa che gli è capitata a tiro. Per sua fortuna si tratta di piccoli panini aromatizzati, roba avanzata dal tè della sera prima di chiunque fosse ospitato nel salotto di Hiro…come anche il tè che si sta riscaldando, del resto. Al Palazzo un comportamento del genere sarebbe sembrato inadeguato, se non addirittura riprovevole. All’inizio aveva adottato quell’atteggiamento per il puro gusto di fare di testa sua, nonostante non amasse l’idea di comportarsi come un reietto. I servi stessi avevano tentato di riportarlo ad un contegno accettabile, ma senza risultati: era più testardo di un rinoceronte di Komodo. Dopo un tempo adeguato ci si era abituato, anzi, aveva iniziato ad apprezzare quella piccola libertà che era riuscito a ritagliarsi a suo modo: da atteggiamento artificioso, era diventata un’abitudine. Lo fa sentire adesso un po’come quando era nell’esercito, accampato al fronte sud. Il tè ora è caldo al punto giusto: preleva il contenitore di latta dalla brace e si serve da solo, sotto lo sguardo scandalizzato della cuoca che sta preparando la colazione a Hiro. Antk reprime a fatica un sorrisetto compiaciuto.
 
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