ANNO 2, MESE 8, GIORNO 1, POST 9 (feb), pomeriggio
[(#FF007F) EXP 163.060 (30r100x2)][DENARO: 1500 mo (gioielli) + 4650 mo NdF + ABBIGLIAMENTO: tunica lunga e leggera, rosso acceso, fascia dorata in vita, capelli raccolti in un'acconciatura elaborata, corona][EV: 1.550, ABILITA': fiamme blu, controllo dell'attacco B ARMATURA: D1 (on), ARMI: pugnale (off)]
"Ma che..." protestò Iris, infastidita. Aveva sbattuto violentemente la testa, se la massaggiò con delicatezza poi controllò la mano, per accertarsi che il sangue non venisse da lì, ma la vista della propria mano, candida, la lasciò ancora più perplessa. Si sistemò la tunica alla meno peggio, poi alzò lo sguardo su Len Shu, che dopo aver preso in mano la situazione aveva iniziato a lanciare ordini qua e là. Notò con la coda dell'occhio dei soldati che trascinavano al riparo una delle sue guardie, ma non la degnò di particolare attenzione... in fondo li pagava per prendersi i colpi al posto suo.
"Rapporto" ordinò in direzione dell'amico, con quel tono formale che le riusciva tanto bene. Len Shu scattò sull'attenti:
"un'imboscata, Altezza. Il Capitano ha dato ordine di portarvi al sicuro, Shibao è caduto, mentre gli altri ci hanno offerto fuoco di copertura. Con tutto il rispetto ritengo sia più prudente rientrare a Palazzo..." snocciolò, proprio mentre le guardie richiudevano alle loro spalle i cancelli del palazzo. Iris però non lo stava ascoltando più.
"Bao?" squittì preoccupata; all'improvviso l'immagine della guardia trascinata all'interno delle mura invase la sua mente e le sembrò che il mondo intero si fosse fermato. Caduto...? Fu come ricevere una pugnalata al cuore.
"Altezza, dove state andando?" chiese un eco della voce di Len Shu, che la ragazza riuscì a distinguere a malapena, mentre correva in direzione delle mura, dove giaceva il corpo della guardia.
"Altezza, non è prudente..." si azzardò a ricordarle un soldato, temendo che volesse uscire di nuovo, per affrontare di persona gli avversari, ma Iris non lo sentì: non riusciva a distogliere l'attenzione da quell'uniforme lacerata, dalla freccia che spuntava dal corpo del ragazzo, dalla chiazza di sangue che segnava la strada percorsa dai soldati per portarlo fin lì. Si portò le mani alla bocca, stringendo i denti per non urlare.
"Bao, mi senti?" sussurrò, accovacciandosi accanto a lui. Un soldato si tolse l'elmo, fece per risponderle qualcosa, per farle notare che era una brutta ferita, di quelle che difficilmente gli avrebbero permesso di vivere ancora a lungo... ma sapeva che l'Imperatrice era prima di tutto un soldato e se ne sarebbe resa conto da sola. Purtroppo non c'era niente che potessero fare.
Iris scosse leggermente il corpo inerte del ragazzo:
"Bao?" insistette, con voce insolitamente acuta. Ancora una volta non ottenne risposta.
"Fate qualcosa! Non state lì impalati! Chiamate il medico! La guaritrice! Portate una barella! Preparategli una stanza nell'ala riservata agli ospiti di corte!" sbottò infuriata, in direzione dei soldati che si stavano radunando attorno a loro per osservare la scena. Uno ad uno i presenti si allontanarono, con l'esasperante lentezza di chi sa che un minuto o due non possono certo cambiare qualcosa e garantire la sopravvivenza di un uomo in quelle condizioni.
Il tempo passò senza che Iris se ne accorgesse: arrivò il medico, Shibao fu portato nella stanza allestita per lui, la freccia era stata estratta e la ferita richiusa solo per volere di Iris, perché a chiunque altro era evidente di quanto la cosa fosse inutile... ma Shibao respirava ancora e tanto bastava a Iris per fare tutto il possibile pur di salvarlo. Non poteva perdere qualcun altro. Era stata colpa sua, in fondo... avrebbe dovuto pensarci prima, avrebbe dovuto affidargli un compito meno rischioso, avrebbe dovuto correre al riparo quando lui le aveva chiesto di farlo... sembrava tutto così facile con il senno di poi. La ragazza alzò lo sguardo sull'orologio, era ormai sera, il sole doveva già essere tramontato da un bel po': se non fosse stato per il brontolio del suo stomaco avrebbe potuto rimanere lì per ore senza accorgersi del tempo che continuava a scorrere. Sfiorò il lenzuolo, osservando per l'ennesima volta quel corpo inerte di fronte a lei: era stato rivestito e ora pareva semplicemente che dormisse. Uno strano macchinario ticchettava in un angolo, registrando costantemente le condizioni del ragazzo. Se fosse successo qualcosa sarebbe stata avvertita all'istante... eppure non se la sentiva di lasciarlo. Strinse la mano del ragazzo, quasi temesse che qualcosa potesse strapparglielo via, e in quel momento un ricordo improvviso la riportò a quelli che sembravano essere secoli prima: la notte trascorsa sulla nave dei ribelli, quando aveva fatto di tutto pur di salvare Antk. Antk... non lo vedeva da allora. Aveva lasciato che fosse Elanor ad occuparsi di sorvegliarlo e, con il tempo, aveva fatto allentare la sorveglianza a tal punto che erano ormai passate settimane dall'ultimo rapporto. Sapeva che si stava occupando con profitto dei due marmocchi che Rozul le aveva lasciato... e questo era un altro argomento del quale non voleva sentir parlare. Aveva fatto del suo meglio, ma sembravano divertirsi a odiarla lo stesso. Peggio per loro. Fortunatamente il Palazzo Reale era abbastanza grande da consentirle di dare loro un'educazione dignitosa, senza essere costretta ad incontrarli. Antk, però, un po' le mancava... ma non era il momento di pensare a lui. Solo una persona spietata avrebbe potuto farlo in un momento del genere. Tornò ad osservare il corpo di Shibao e si lasciò sprofondare nella poltrona sulla quale era seduta, pregando gli Spiriti che accadesse qualcosa.
Sil, puoi inserirti con Antk