[EXP:
31.050 exp (30r100x2) + 500 exp combattimento
Elanor (#3A0057)] [DENARO: 510 NdF; DEPOSITATO:
conto ABBIGLIAMENTO: uniforme completa Guardie Reali] [EV: 900 PV, ABILITA': chi blocking ARMATURA: // ARMI: arco(off)/stiletti (7)]
ANNO 2, MESE 8, GIORNO 5, post 18 (Feb), Mattina
Si svegliò in preda ad una forte emicrania. Non riusciva a ricordare un tempo in cui non l’avesse avuta. Non riusciva a realizzare da quanto tempo fosse legata a quel masso, e se mai ci fosse stato un tempo in cui che polsi e spalle non le dolessero come se qualcuno stesse per disarticolarli. Boccheggiò per prendere un po’ d’aria, ma se ne pentì immediatamente. Le si seccò immediatamente la gola –ancor di più di quanto già non fosse, come se si fosse messa a respirare a pieni polmoni davanti ad un forno acceso. Tossì prima debolmente, poi sempre più forte a causa dell’irritazione della mucosa della faringe. Esausta, appoggiò la testa contro la pietra tiepida contro cui era legata da giorni, senza la possibilità di muoversi. La pietra era l’unica cosa che esistesse al mondo, oltre Elanor ed il suo mal di testa: erano le uniche cose che potesse toccare o provare in quel buio fitto e caldo. Per quanto riguardava le corde, o manette o ceppi che fossero, avrebbe potuto mettere in dubbio anche la loro esistenza se avesse voluto: sentiva solo che c’era qualcosa che la bloccava in una morsa, e finiva lì. Quando venivano a portarle da mangiare, la luce improvvisa la accecava ed era peggio di quando era buio.
Le sembrava di essersi risvegliata lì un’eternità prima. Aveva aperto gli occhi senza riuscire a vedere e capire dove fosse, e la testa pesava come un’incudine, e faceva male come se qualcuno ci avesse sbattuto sopra un’incudine per davvero. Era rimasta intontita per un po’, senza riuscire a rimettere in ordine le idee ed i ricordi. Appena aveva provato a muoversi, neanche quello era riuscita a fare. Ed allora si era spaventata sul serio. C’era lei da sola in uno spazio buio, lei ed il buio e qualcosa che non la faceva muovere. Prigione? Era finita nella torre? Perché ci era finita? Aveva fatto sempre il suo lavoro, aveva protetto Iris e…e…e se invece l’avessero ferita, oppure uccisa? Ma dove, quando? Non riusciva a ricordare…poi, un pezzo per volta, erano tornate a galla immagini sconnesse del giorno prima. Il muro. Perché era salita sul muro? Lei non sapeva combattere sui muri. Chi era il ragazzo davanti a lei, quello con la maschera? Aveva fatto male lui ad Iris, e lei era andata a vendicarla? Ma no, ma no, poi era caduto, forse morto (brivido freddo, pelle d’oca). Perché l’aveva ucciso? E poi il corteo, il sole a picco sull’elmo e il sudore. E l’assalto. Dopo un tempo imprecisabile tutto era tornato al proprio posto, ogni ricordo, e con essi la sgradevole sensazione di non essere nella prigione in cui pensava di stare.
Le celle della torre-prigione avevano sbarre, e quelle di Boiling Rock avevano una porta in metallo ma non ceppi per i prigionieri. Dunque, a rigor di logica, non si trovava in nessuno dei due luoghi, a meno che non fosse stato apprestato qualcosa di speciale solo per lei…ma no, non era il protocollo. L’unica che poteva avere idee del genere era Iris, ma avrebbe potuto farlo se fosse stata viva. E quindi non era morta…ma se fosse stata solo ferita? Sarebbe arrivata a condannarla ugualmente, dopo tutto quello che aveva fatto per lei? Se fosse venuta meno ai suoi doveri di Guardia Reale la pena era la morte. Ma non immaginava altra sorte, anche per chi dovesse restare vittima di una banda di criminali. C’era da chiedersi perché l’avessero lasciata viva ancora: ricordava l’energumeno, gli aghi, se avessero voluto vendicare il loro amico sarebbe bastato spingere il suo corpo privo di sensi giù dal muro. L’idea le fece rivoltare lo stomaco. Quando sei impossibilitata a muoverti, al buio, di tempo per pensare ne hai fin troppo…i dubbi vennero dissipati al momento del primo pasto –che tra l’altro si rifiutò di prendere. Un uomo con la bandana sul volto, una bandana simile al ragazzo che aveva accoppato in cima al muro. L’idea folle che le venne era di digiunare, dimagrire e riuscire a sfilare i polsi dalle catene, o corde che fossero. Pessima idea. Non aveva fatto che indebolirla ulteriormente, e la sua prigione era troppo ben stretta. Aveva ripreso a mangiare un giorno e mezzo dopo, quando si era sentita sul punto di svenire. Indispettita per la scarsa resistenza dimostrata, non aveva potuto far altro che sedere. Aspettare. E pensare, rimuginare, meditare…