| [Shanda #FF1CB3 : n° exp 100 (*40r100*)] [DENARO: 1000 NdF DEPOSITATO: 0 NdF ABBIGLIAMENTO: Maglietta rossa con rifiniture in oro, gonna rossa con rifiniture in oro, stivali a punta marroni e rossi e un medaglione arancione al collo e con al centro quattro perle rosse.] [EV:260, ABILITA': //, ARMATURA: //]
Anno 2, Mese 8, Giorno 17, Post 1, mattino presto/sera
Shanda da un po' di giorni si trovava nella Capitale,poiché era andata a trovare sua nonna con il resto della famiglia, che stava un po' male. Nella Capitale era già una settimana che correvano voci su un maestro nella città di Shu Jing, che era disposto a dare lezioni a aspiranti dominatori del fuoco. Shanda non ci mise molto, chiese il permesso ai suoi genitori di andare ad allenarsi e lo ottenne. Erano sempre stati d'accordo sul fatto di far diventare la propria figlia un' abile dominatrice del fuoco, così la ragazzina non ebbe problemi. La sera prima Shanda era molto nervosa. Preparò frettolosamente la sua borsa, con una borraccia piena d'acqua, qualche scorta di cibo e un po' di monete. Quella notte riuscì a dormire giusto poche ore, anche perché doveva alzarsi molto presto se voleva arrivare a Shu Jing il prima possibile; appena si svegliò, ebbe una distinta impressione di aver avuto un sonno molto agitato. Di solito lei dormiva come un sasso, cosa che non era successa proprio quella volta, magari era stato appunto il nervosismo o l'ansia a fargli quell'effetto. Si lavò e si vestì velocemente, fece colazione con un po' di carne essiccata e, dopo aver salutato calorosamente i genitori, suo fratello e la nonnina al letto, uscì di casa. Attraversò il giardinetto, respirando profondamente l'essenza dei fiori della nonna, che emanavano un profumo così intenso e dolce che portava via tutte le ansie. Appena uscì dal grosso cancello di legno, notò qualcosa di strano: l'aria era leggera, e aveva un odore che quasi rilassava la mente; ma non era solo questo, infatti notò che le grandi vie della Capitale, solite ad essere affollate e piene di rumore, erano invece quasi deserte, e si vedeva solamente qualche passante o mendicante che passava di lì. Stupita, rimase ferma lì, davanti al cancello, poi si destò dai suoi pensieri e cominciò a incamminarsi verso l'uscita della Capitale. Ogni tanto si fermava a riposarsi, oppure a mangiare un po', ma poi ritornava subito a continuare il suo cammino, con un andamento un po' arzillo, che portava la sua testa tra le nuvole. Era tarda mattinata quando Shanda uscì dalla Capitale. Era lì da più o meno una settimana, ma si stava già affezionando a quell'enorme città; provò infatti un po' di malinconia, appena uscita da quelle possenti mura, poi pensò ai genitori e al suo grande fratellone, ma si fece forza e andò avanti. Camminò per la maggior parte della giornata lungo una via fatta di terra battuta, che ogni tanto si allargava in vari incroci, fortunatamente muniti di cartelli. Verso il tardo pomeriggio, Shanda si fermò sotto una grande quercia e, dopo aver mangiato un po' di riso e qualche frutto, si sdraiò per riposarsi. Era stanca, le facevano male i piedi e non si sentiva più le gambe, ma poi pensò che un giorno ne sarebbe valuta la pena. Si addormentò, pensò che magari un riposino le avrebbe fatto bene, e infatti fu proprio quello che fece. Si svegliò al tramonto. Il cielo era rosso e ancora c’era tempo per camminare un po’. Man mano che avanzava, si accorse che la larghezza del sentiero diminuiva e la strada si faceva sempre più impervia. In lontananza cominciò a sentire qualche voce e si accorse anche di una piccola luce che si spense poco dopo: Shanda allora decise di andare a vedere cosa c’era laggiù, anche se era un po’ impaurita perché la notte cominciava a calare. Si avvicinava lentamente, facendo attenzione a non farsi sentire troppo, perché magari non era molto desiderata da quei o quell’individuo; ad un certo punto non vide un rametto che sporgeva proprio davanti alle sue gambe, così cadde e piombò nell’erba, che era piena di arbusti e piante spinose. Shanda si ritrovò a terra e, un po’ stordita, si rialzò e, accendendosi una piccola fiamma sulla mano, andò velocemente da quelle persone che pareva che stessero già dormendo, per trovare magari una benda per fasciare un piccolo taglietto che si era procurata prima. Così si avvicinò a una di quelle due sagome appisolate e disse: "Scusatemi, stranieri, potreste darmi una benda per il mio ginocchio?" . Dopodiché si sedette sull’erba soffice e sbadigliò.
Edited by Alexin 99 - 19/6/2012, 07:36
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