Al Palazzo con passo felpato

Elanor scostò le tende per far passare il sinistro ospite e le chiuse con cura dietro di lui, seguendo gli ordini. Subito dopo si abbassò il cappuccio; l'erborista l'aveva preceduta, ed il suo incarnato pallido sembrava brillare e fluttuare come privo di un corpo sulla stoffa nera del mantello. No, decisamente uno da non incontrare in un vicolo buio. L'uomo non fissava Iris negli occhi -doveva avere appreso i rudimenti dell'etichetta- ma lo sguardo grigio assunse una sfumatura interessata..quasi vivace..da rettile in caccia..quando si parlò di "liberarsi di qualcuno". Il compito che l'Imperatrice gli voleva affidare sembrava una missione al limite. E probabilmente la cosa gli piaceva. Le labbra sottili si incurvarono nella pallida ombra di un sorriso e l'uomo aprì le dita lunghissime a ventaglio prima di iniziare a fregarsi con delicatezza le mani bianche. "Si direbbe un lavoro fatto apposta per me, Altezza.." rispose a fior di labbra con un tono di voce bassissimo. Eloanor rabbrividì entrambe le volte che l'uomo pronunciò la lettera "s". No, no, se Iris le avesse chiesto di nuovo di portarle qualche avanzo di galera come quello avrebbe fatto di tutto pur di farle cambiare idea. "Se posso permettermi, Altezza, si direbbe che ci sia bisogno di studiare il suo..conoscente..in modo accurato prima di scegliere come procedere. Ditemi solo, se possibile, di chi si tratta..e se avete in mente un tempo particolare..in cui tutto debba compiersi" sibilò con un tono affabile ma..freddo? "Perché accidenti deve dire tutte quelle esse!?" gemette tra sé il soldato, sicurissima che se avesse messo una mano davanti alla sua bocca ci avrebbe trovato dei ghiaccioli sopra.