Saki
~Codice colore: #802B00
~Exp: 100 (37r100*)
~Denaro: banca
~Abbigliamento: Sopra a pantaloni stretti e una maglia a maniche lunghe entrambi neri porta un'altra maglia bianca larga con polsini stretti e una tunica senza maniche lunga fin sopra il ginocchio color marrone scuro con una striscia d'oro che la caratterizzano ai bordi. Le scarpe sono piccole, semplici e marroni, le arrivano sino alle caviglie.
~Abilità: /
~Armatura: /
~Armi: 乀 Bastone lungo (Armi lunghe)
Stats PG
Livello 2
Atk 450
Def 450
Vel 300
EV 800
Mosse caratteristiche/di scuola:
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Anno 16, Mese 7, Giorno 4, mattina, POST 2
Sentendo il suo nome alla ragazzina scoppiò una piccola risatina che cercò di coprire con l'altra mano. L'aveva creduto un uomo molto alto, ma ora che lo osservava meglio notava la sua media statura che comunque, di fronte alla sua, dimostrava una differenza paradossale. Aveva la tipica pelle scura e occhi fin troppo azzurri e definiti per essere un cittadino della Nazione del fuoco perciò, di fronte alla presentazione iniziale dello straniero, Saki credeva di essere presa in giro. Il colpo di grazia lo aveva dato quel "il piacere è tutto tuo" che risuonava nella sua testa come una grande offesa. Notava anche che fissava con disprezzo la sua mano e non ci pensò un attimo di più per ritirarla ed incrociare le braccia imbronciata. Sigurd continuò a squadrarla da capo a piedi per un tempo indeterminato finchè sospirando si scusò e si spiegò. Poco a poco si dimenticò della fame e del caldo: non aveva alcuna importanza cos'altro avesse detto, l'unica parola che le era rimasta impressa era "dominatore dell'acqua". Da quelle parte se ne vedevano raramente e questa era l'unica e probabilmente ultima volta che ne avrebbe incontrato uno. Le si illuminarono gli occhi e il sorriso che l'uomo le stava porgendo era la conferma che attendeva: era perfetto. Era un pellegrino, di origini diverse dalla sua e sicuramente avrebbe viaggiato ancora; non sapeva inoltre dove si trovava e probabilmente una guida le sarebbe stata utile. Voleva domandargli ogni piccolo dettaglio, ma aveva la netta sensazione non ci fosse tempo da perdere. Si avvicinò rapidamente a lui e gli tirò con entrambe le mani la casacca azzurra per richiamare la sua attenzione.
"Ehi ehi Sig! Mostrami il tuo dominio! Mostrami il tuo dominio! Sei forte? Cosa sai fare? Dai! Dai!" E con altre espressioni insistette pesantemente senza alcun rispetto o formalità. Strattonandolo e trascinandolo molto lentamente in direzione del mare Saki voleva a tutti i costi diventare sua amica e trarre degli insegnamenti da lui, anche se in comune non sembravano avere nulla. Forse era semplicemente destino che si incontrassero. Era la sua unica possibilità. Gli prese una mano e provò a smuoverlo. La sentiva grande e forte, nonchè piuttosto calda e screpolata, evidentemente per la stagione. L'uomo era pesante, anche se non dimostrava di essere muscoloso come invece lo era suo padre, e faceva un enorme fatica a spostarlo solo di qualche passo. Si fermò e mollò la presa, respirò velocemente per riprendere fiato, ma non per questo smise di parlare.
"Se sei appena sbarcato vuol dire che viaggi spesso vero? Non è vero?" Aveva i pugni chiusi davanti a sè e gli occhi determinati. Desiderava ardentemente lasciare quell'isola già da tempo, avrebbe dovuto abbandonare il suo letto, la sua casa, i suoi genitori e perfino Jùlio. All'idea di lasciare il fratello le salivano i brividi, ma nell'ultimo periodo si erano staccati l'uno dall'altro ed ora lui si dedicava solo agli allenamenti. Ormai Saki non aveva più niente da perdere. Con un nodo in gola al solo pensiero continuò il suo semplice discorso:
"Sicuramente hai lasciato la tua famiglia per migliorarti e hai uno scopo ben preciso.... Giusto?" Fece ancora una piccola pausa, deglutì.
"Lasciami venire con te, per favore!" Lo supplicò chiudendo gli occhi e alzando la voce.
"Anche io voglio realizzarmi e sono stufa di Ember! Farò qualunque cosa! Non ti sarò di peso! Ti aiuterò senz'altro! Anche io so combattere!" Mentì spudoratamente. Non aveva alcuna esperienza e l'unica cosa che aveva imparato era osservare gli altri e imitarne i movimenti, ma non comprendendo i suoi errori nell'esecuzione. Anche copiare era difficile. Saki lo sapeva bene, ma voleva dimostrare di non essere solo un'inutile mocciosa. Voleva dimostrare di poter valere qualcosa, anche se minima. Così gli lanciò una sfida.
"Se riesco a darti un pugno sulla guancia prometti che mi porterai con te!" Riprese coraggio, mostrò la sua sfacciataggine e lasciò i primi segni di un pregio che da sempre la caratterizzava: la tenacia.