ANNO 2, MESE 1, GIORNO 2, POST 1, mattina"Finalmente ho la mia libertà, e decido io come usare la mia vita..."
[
Yukashi (FF3300):
n° exp 4710 (31 r 100)] [DENARO:
400 NdF DEPOSITATO:
Conto, ABBIGLIAMENTO:
Corta tunica rosso scuro, cintura nera a ricami dorati, pantaloni marrone scuro, stivaletti di cuoio nero, fasce bianche sugli avambracci] [EV:
770, ABILITA':
maestro di fulmini, ARMATURA: //, ARMI: //]
Stats PG:Atk= 765Def= 765Vel= 300EV= 770Mosse caratteristiche-di scuola:Bloccare le fiammeMosse:Doppia Fiammata Doppia scarica elettricaFulmineReindirizzare fulminiCalcio di fuoco APugno di fuoco AMuro di fuoco BPalla di fuoco BFiammata C Yukashi sentì un brivido corrergli lungo la schiena, avvolto in una cappa d'aria gelida. Era una pigra mattina invernale, un forte vento gli scuoteva le vecchie vesti logore per le intemperie e il tempo; una massa di pesanti nuvoloni incombeva sopra la Capitale. Il ragazzo, stringendosi la tunica addosso fissò gli sbuffi di vapore condensato uscire debolmente dalle labbra: per un solo istante, uno solo, invidiò tutte le persone che se ne stavano barricate in casa al calduccio, attendendo la tempesta in tutta tranquillità. Lanciò uno sguardo inquieto alle sue spalle e nei vicoletti, tentando di captare anche solo un piccolo segnale di pericolo che lo che lo convincesse a tagliare la corda il più veloce possibile. Un rombo improvvisò squarciò l'aria, e rapidi bagliori illuminarono le nubi... Con la pelle d'oca prese a guardarsi intorno cercando disperatamente un luogo dove ripararsi, ma ogni varco era sbarrato. Aveva un'unica speranza: raggiungere la stazione prima dello scoppio del temporale! Le gambe lunghe che si trascinava dietro erano così deboli ed intirizzite da pesare come tronchi d'albero, e gli sembrava di sentire il suo corpo gemere e protestare. Piccole e rade goccioline precipitarono a terra, mentre in uno sforzo immane, ansante, il ragazzo scattava verso il grande edificio dalle tegole rosse che si stagliava piuttosto lontano davanti a lui. In un ruggito la forza degli elementi si scatenò con furia inaudita sulla Nazione del Fuoco, la pioggia a vento scendeva a catinelle, le case sembravano ondeggiare, il rumore spaccava i timpani, l'aria congelava e strascinava via. L'immagine dell'imponente portone si rifletté negli occhi dorati del ragazzo, che vi si lanciò contro bussando freneticamente
“ Aprite! Per Favore!” Dopo istanti interminabili il viso contratto di un vecchietto sbucò fuori dalla fessura della porta.
“Che vuoi, giovanotto? Non lo vedi che disastro c'è qui fuori? Va a casa!” Sfinito, tremante come una foglia Yukashi rispose con un filo di voce:
“ Per piacere... non ce l'ho la casa, devo prendere un'aeronave per Ba Sing Se! Ho freddo...” Supplicò. Non si sarebbe mai sognato di parlare così ad uno sconosciuto, ma in quel momento era questione di vita o di morte: o sarebbe morto di freddo e polmonite oppure se l'avessero acchiappato si sarebbe ucciso da solo senza tanti complimenti... Impietosito, l'omuncolo lo tirò dentro con uno strattone, intimandogli di muoversi. Lo condusse in un'ampia sala d'attesa, calda e stipata di altra gente come lui quasi fino al soffitto. Sfiancato, scivolò ai piedi di un muro, cercando di riversare tutta la sua gratitudine in un sorriso che non vide nessuno. Acciambellato a terra, scosso da violenti colpi di tosse, sentiva il cuore martellare come un tamburo da guerra. La vista si appannò gradualmente, lottando contro una mente che faceva di tutto per continuare a star sveglia. Avrebbe atteso un'aeronave, sì, sarebbe partito e sarebbe scappato lontano da tutto, lontano dal suo passato che come un mostro appena svegliato cercava in tutti modi di afferrarlo. Sentiva l'ansia e la paura nell'immaginarsi il suo più grande nemico che varcava la porta della stazione, l'eccitazione e la frenesia per la fuga imminente all'altro capo d'oceano, e le lame del dolore e della stanchezza pungergli le costole. Ma nessuno avrebbe mai capito cosa sentiva, vedendo quell'inespressivo volto marmoreo dagli occhi socchiusi.