La Nazione del Fuoco - GdR

Fuga

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Yan Ten
view post Posted on 20/6/2013, 11:00     +1   -1




ANNO 2, MESE 1, GIORNO 2, POST 1, mattina
"Finalmente ho la mia libertà, e decido io come usare la mia vita..."
[ Yukashi (FF3300): n° exp 4710 (31 r 100)] [DENARO: 400 NdF DEPOSITATO: Conto, ABBIGLIAMENTO: Corta tunica rosso scuro, cintura nera a ricami dorati, pantaloni marrone scuro, stivaletti di cuoio nero, fasce bianche sugli avambracci] [EV: 770, ABILITA': maestro di fulmini, ARMATURA: //, ARMI: //]

Stats PG:

Atk= 765
Def= 765
Vel= 300
EV= 770

Mosse caratteristiche-di scuola:

Bloccare le fiamme

Mosse:

Doppia Fiammata
Doppia scarica elettrica
Fulmine
Reindirizzare fulmini
Calcio di fuoco A
Pugno di fuoco A
Muro di fuoco B
Palla di fuoco B
Fiammata C




Yukashi sentì un brivido corrergli lungo la schiena, avvolto in una cappa d'aria gelida. Era una pigra mattina invernale, un forte vento gli scuoteva le vecchie vesti logore per le intemperie e il tempo; una massa di pesanti nuvoloni incombeva sopra la Capitale. Il ragazzo, stringendosi la tunica addosso fissò gli sbuffi di vapore condensato uscire debolmente dalle labbra: per un solo istante, uno solo, invidiò tutte le persone che se ne stavano barricate in casa al calduccio, attendendo la tempesta in tutta tranquillità. Lanciò uno sguardo inquieto alle sue spalle e nei vicoletti, tentando di captare anche solo un piccolo segnale di pericolo che lo che lo convincesse a tagliare la corda il più veloce possibile. Un rombo improvvisò squarciò l'aria, e rapidi bagliori illuminarono le nubi... Con la pelle d'oca prese a guardarsi intorno cercando disperatamente un luogo dove ripararsi, ma ogni varco era sbarrato. Aveva un'unica speranza: raggiungere la stazione prima dello scoppio del temporale! Le gambe lunghe che si trascinava dietro erano così deboli ed intirizzite da pesare come tronchi d'albero, e gli sembrava di sentire il suo corpo gemere e protestare. Piccole e rade goccioline precipitarono a terra, mentre in uno sforzo immane, ansante, il ragazzo scattava verso il grande edificio dalle tegole rosse che si stagliava piuttosto lontano davanti a lui. In un ruggito la forza degli elementi si scatenò con furia inaudita sulla Nazione del Fuoco, la pioggia a vento scendeva a catinelle, le case sembravano ondeggiare, il rumore spaccava i timpani, l'aria congelava e strascinava via. L'immagine dell'imponente portone si rifletté negli occhi dorati del ragazzo, che vi si lanciò contro bussando freneticamente “ Aprite! Per Favore!” Dopo istanti interminabili il viso contratto di un vecchietto sbucò fuori dalla fessura della porta. “Che vuoi, giovanotto? Non lo vedi che disastro c'è qui fuori? Va a casa!” Sfinito, tremante come una foglia Yukashi rispose con un filo di voce: Per piacere... non ce l'ho la casa, devo prendere un'aeronave per Ba Sing Se! Ho freddo...” Supplicò. Non si sarebbe mai sognato di parlare così ad uno sconosciuto, ma in quel momento era questione di vita o di morte: o sarebbe morto di freddo e polmonite oppure se l'avessero acchiappato si sarebbe ucciso da solo senza tanti complimenti... Impietosito, l'omuncolo lo tirò dentro con uno strattone, intimandogli di muoversi. Lo condusse in un'ampia sala d'attesa, calda e stipata di altra gente come lui quasi fino al soffitto. Sfiancato, scivolò ai piedi di un muro, cercando di riversare tutta la sua gratitudine in un sorriso che non vide nessuno. Acciambellato a terra, scosso da violenti colpi di tosse, sentiva il cuore martellare come un tamburo da guerra. La vista si appannò gradualmente, lottando contro una mente che faceva di tutto per continuare a star sveglia. Avrebbe atteso un'aeronave, sì, sarebbe partito e sarebbe scappato lontano da tutto, lontano dal suo passato che come un mostro appena svegliato cercava in tutti modi di afferrarlo. Sentiva l'ansia e la paura nell'immaginarsi il suo più grande nemico che varcava la porta della stazione, l'eccitazione e la frenesia per la fuga imminente all'altro capo d'oceano, e le lame del dolore e della stanchezza pungergli le costole. Ma nessuno avrebbe mai capito cosa sentiva, vedendo quell'inespressivo volto marmoreo dagli occhi socchiusi.
 
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Yan Ten
view post Posted on 21/6/2013, 15:47     +1   -1




ANNO 2, MESE 1, GIORNO 2, POST 2, tarda mattina
"Finalmente ho la mia libertà, e decido io come usare la mia vita..."
[ Yukashi (FF3300): n° exp 4710 (0 r 0)] [DENARO: 400 NdF DEPOSITATO: Conto, ABBIGLIAMENTO: Corta tunica rosso scuro, cintura nera a ricami dorati, pantaloni marrone scuro, stivaletti di cuoio nero, fasce bianche sugli avambracci] [EV: 770, ABILITA': maestro di fulmini, ARMATURA: //, ARMI: //]

Stats PG:

Atk= 765
Def= 765
Vel= 300
EV= 770

Mosse caratteristiche-di scuola:

Bloccare le fiamme

Mosse:

Doppia Fiammata
Doppia scarica elettrica
Fulmine
Reindirizzare fulmini
Calcio di fuoco A
Pugno di fuoco A
Muro di fuoco B
Palla di fuoco B
Fiammata C



Quando sentì che il volo sarebbe partito con un'ora di ritardo ebbe un tuffò al cuore, il mondo gli crollò rovinosamente addosso. Scattò in piedi come una molla, incredulo "No..." sussurrò. L'occhio destro vibrò qualche istante e Yukashi si portò le mani al viso, respirando a fondo e ravviandosi all'indietro i capelli corvini. Con l'amaro in bocca sentì una vocina fastidiosa sibilargli che era ovvio che sarebbe successo; come in conferma un fulmine squarciò il cielo plumbeo davanti ai finestroni. Ciò significava che per sessanta interminabili minuti sarebbe dovuto stare all'erta a fissare ogni varco, entrata, e con le orecchie ben tese: Kuzo e i suoi carissimi compari gli stavano alle calcagna da giorni e distavano pochissimo da lui: non più di mezz'ora. Non erano degli sprovveduti a piedi come lui. " E non ci metteranno molto a trovarmi " Concluse sprofondando sempre più. Si stropicciò gli occhi gonfi di sonno e tossì. Sentiva la testa che girava, e di sicuro non era a posto sul suo collo; pulsava e cominciava a vederci pure male. Si passò le dita affusolate sulla fronte umida, sentendola bollente al tatto. "Grosso, grossissimo problema. Ma non posso farci nulla" Così fissò lo sguardo sulle macchie indistinte davanti ai portoni principali, seduto a gambe incrociate a terra.
Il tempo non passava mai, e la tempesta non accennava a diminuire di intensità. Si riscosse quando vide ciò che in cuor suo era sempre stato sicuro di rivedere: quel viso abbronzato, quei capelli lunghi, crespi e grigi, quell'odioso sorrisetto; a pochi metri da lui. Incrociò per un'istante il suo sguardo, uguale al suo, e capì di essere stato visto, così si alzò e cominciò a correre fra la folla sperando di riuscire a disperdersi in quel caos: era l'unica via d'uscita. Urtava bambini, signore, accellerando il passo e sentendo suo padre fare lo stesso dietro di lui. Col cuore in gola vide la sua salvezza: una colossale pila di casse di legno aperte che alcuni operai stavano caricando sull'aeronave ormai in partenza. Col sorriso sulle labbra prese la rincorsa e spiccò un salto, finendo dritto dritto in una cassa. Non fu visto dagli operai, perché da quel lato perché erano occupati a reprimere una rissa agli sportelli. Si sentì schifosamente entusiasta nel vedere il suo vecchio imprecare mentre lo sportello del portabagagli si chiudeva cigolando. Tutto sprofondò nel buio, e Yukashi tirò un gran sospiro di sollievo.
 
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