La Nazione del Fuoco - GdR

Sifu Antkantos

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Silian
view post Posted on 16/9/2011, 15:49     +1   -1




CITAZIONE
Continua da: Terza classe

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[EXP ANTK (darkred) 17.945 (30r100x2)][DENARO: 300 NdF, DEPOSITATO: conto ABBIGLIAMENTO: casacca rossa, mantello, stivali neri][EV: 950, ABILITA': Dominio elettrico ARMATURA: Si , ARMI: Sciabole Gemelle e Kukri]

MESE 9 GIORNO 12, POST 4, primo pomeriggio

Porto di Ember Island. Il traghetto è ormeggiato al molo, la passerella è stata abbassata. Una fiumana di gente si riversa dal ventre di metallo dell’imbarcazione, sembrano formiche che escono dalla tana. Formiche piuttosto ordinate: prima i ricconi, che tutti gli altri se la sbrighino quando loro hanno fatto i propri comodi. I comuni mortali si affacciano dal parapetto, guardano la bella gente sfilare allegra sotto i loro nasi. Le donne bisbigliano tra loro, indicano questa o quella acconciatura o collana, sognano di poter indossare anche loro delle tuniche di seta ricamata belle come quelle. Arrivano le carrozze: le comitive si dividono, si salutano, si scambiano promesse di visite e cortesie; il molo si svuota lentamente ed è allora che al resto dei passeggeri, stanchi ed accaldati, viene concesso di sbarcare liberamente.

I pochi nobili rimasti in attesa delle proprie vetture si scostano dal quella muraglia umana, meglio mantenere le distanze da certa gente. La gente scende, i bambini piccoli sulle spalle dei genitori per non finire soffocati, le mogli che portano i loro bagagli in grandi fagotti. La folla si accalca sulla passerella, il legno geme sotto il peso di centinaia di piedi, poi, lentamente, solo gli ultimi ritardatari si incamminano per l’ultimo tratto verso la terraferma. I ritardatari…o quelli che non hanno nessuna fretta, e percorrono gli ultimi metri di passerella con tranquillità, guardandosi intorno. Come quel ragazzo. La brezza marina gli fa sventolare allegramente il mantello ed i capelli sciolti. E qualcosa di pericolosamente simile ad un sorriso si disegna sulle sue labbra. Casa…

Poteva vederla, sul fianco della collina, circondata dagli alberi. Mura bianche, tetto marrone spiovente. Così piena di ricordi, ricordi di suo padre…gli mancava. Gli mancava tanto. E sapeva già da prima di arrivare ad Ember che non avrebbe più potuto mettere piede nella sua abitazione…le cose erano cambiate, non aveva più denaro a sufficienza per mandarla avanti. Suo padre non c’era più, i servitori erano andati via da un pezzo e comunque non avrebbe potuto mantenerli. Gli spezzava il cuore, il pensiero che degli estranei potessero profanare quel luogo. Ma il suo cuore era già ferito, una piaga in più non avrebbe fatto la differenza.

Non ci posso credere, padre, guarda chi è tornato! Antk! Antkantos! Un giovane abbigliato con una sontuosa tunica si avvicina a grandi passi al ragazzo col mantello. I suoi familiari lo stavano aspettando nella carrozza, ma ora sono tutti affacciati a vedere il nuovo arrivato. Si, è proprio il figlio del defunto Generale Matt, l’uccisore dell’Avatar! Tornato alla sua isola finalmente…e riconosce il ragazzo che lo ha chiamato: è il figlio di uno dei piccoli nobili residenti nell’isola, non ricorda bene il nome ma da piccoli giocavano spesso insieme…prima che conoscesse…no, non ci vuole pensare. Rivolge al giovane un sorriso forse un po’ stanco e si inchina secondo la tradizione. L’altro lo guarda perplesso: ora che si è avvicinato si rende conto dei capelli e della barba incolta…che c’è qualcosa che non va. Tutti hanno saputo della brutta fine del fidanzamento. Probabilmente è quello il motivo…ma con un po’ di tempo tornerà come nuovo! Prende Antk sottobraccio e lo trascina verso la carrozza, per fargli conoscerei suoi. Bentornato a casa…


Edited by Silian - 29/9/2011, 18:21
 
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Silian
view post Posted on 17/9/2011, 21:38     +1   -1




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[EXP ANTK (darkred) 18.145 (30r100x2)][DENARO: 300 NdF, DEPOSITATO: conto ABBIGLIAMENTO: casacca rossa, mantello, stivali neri][EV: 950, ABILITA': Dominio elettrico ARMATURA: Si , ARMI: Sciabole Gemelle e Kukri]

MESE 9 GIORNO 11, POST 5, primo pomeriggio

La carrozza arranca contro il fianco della collina. In cima all’altura si trova un bel palazzo, circondato daun giardino lussureggiante, forse il più bello dell’isola. Gli uccelli marini stridono sorvolando il cielo sempre sereno dell’isola più bella dell’arcipelago. Ed il ragazzo con i capelli sciolti cerca di resistere all’assalto del nemico. Perché le domande sono peggio delle palle di fuoco di Wen, se sono mirate ai punti giusti. Gli sguardi delle ragazze e delle donne indugiano sul vestiario del nuovo arrivato. A differenza degli abitanti della carrozza non c’è oro sulla sua tunica. Non c’è neanche, una tunica. I vestiti sono quelli di un popolano. Gli sguardi si incrociano, interdetti. Cosa ci fa questo qui nella nostra carrozza?

Omizu, ecco qual’era il nome della famiglia. Gli è tornato in mente. Il padrone della villa è un vecchio amico di papà, la carrozza sta salendo proprio verso la sua casa. Invece il ragazzo che lo ha trascinato via si chiama Murai. Murai della famiglia Shimizu. Il ragazzo con i capelli ribelli ha un’aria un po’ frastornata, sarà perché da quando è salito sulla vettura non ha avuto un attimo di tregua. Le ruote della carrozza fanno scricchiolare la ghiaia candida e finissima che ricopre il sentiero nel giardino della tenuta, fino a fermarsi davanti all’ingresso del palazzo. Un uomo sulla cinquantina esce dall’abitazione: indossa una lunga tunica rosso cupo, la fiamma stilizzata vi è ricamata con fili d’oro e gli orli sono del medesimo colore. Un abbigliamento sobrio, per un nobile, è anche per questo che andava d’accordo col Generale Matt: niente lussi eccessivi. Accoglie gli ospiti con calore e cortesia, poi lo sguardo gli cade sull’ultimo che è sceso dalla carrozza: lo sguardo si illumina, accantona l’etichetta e si avvicina ad abbracciare il figlio del suo vecchio amico.

Antk ricambia esitante l’abbraccio. Ha l’aria disorientata, forse la situazione lo spiazza. Hiro Omizu lo afferra paternamente per le spalle, ed una strana espressione gli attraversa gli occhi, quando lo sguardo indugia sui vestiti e sui capelli di Antkantos. È un’espressione benevola, dopotutto, come quella di un padre che coglie il figlio in flagrante durante una delle sue ragazzate. Ma l’uomo non fa commenti. Gli ospiti vengono introdotti nel giardino, dove è stata preparata una delle colazioni per cui il padrone di casa è famoso in tutta l’isola. Mentre gli ospiti onorano il cibo, il nobile Omizu si scusa e si assenta per una questione urgente sopravvenuta, tornerà subito, questione di minuti…Antk viene fatto accompagnare dai servitori in una delle stanze degli ospiti, per potersi dare una rinfrescata. Dovete essere stanco…

Hiro entra nel suo studio e chiude la porta dietro di sé. Estrae una pergamena nuova dallo scaffale, insieme alla bottiglietta dell’inchiostro. Fissa la pergamena al basso tavolino con due pesi ed inizia a vergare con una grafia particolarmente curata il seguente messaggio:

CITAZIONE
All’attenzione di Vostra Altezza il Signore del Fuoco Iris

Vi rivolgo i più sinceri omaggi, Altezza, da parte di tutta la mia famiglia.
Oso inoltrarVi il seguente messaggio, essendo io stesso fortuitamente venuto a conoscenza di un Vostro interesse in merito alla sorte del figlio del defunto Generale Matt, il giovane Antkantos.
Sono sommamente lieto di informare Vostra Altezza che il giovane si trova, nel momento attuale, sulla sua isola natale. Vi è sbarcato stamani e sembra vertere in accettabili condizioni di salute.
Con la speranza di averVi rallegrata con tale notizia, Vi porgo di nuovo i più sinceri omaggi ed i migliori auspici per il Vostro Regno, che sia saldo e duraturo.

Hiro Omizu, dell’isola di Ember.

Antk si guarda allo specchio, con aria critica. In mano ha la lama con cui ha reciso senza pietà la barba piuttosto rada che gli era spuntata sulle guance, partendo dalla base delle orecchie fino ad arrivare al mento, poi si è fermato. Non gli dispiace lasciare che cresca un altro po’ in quel punto: lì cresce più folta che altrove, lo fa sembrare meno un ragazzino in fin dei conti. È deciso, da quel giorno in avanti la lascerà crescere, solo sul mento, certo, ma gli piace comunque l’aspetto nuovo che gli dà. Soddisfatto, si sciacqua il viso, si lega finalmente i capelli con una fascetta ornata dalla fiamma della Nazione (questo per onorare la volontà del suo ospite) ed indossa la tunica che sempre il premuroso padrone di casa gli ha fatto trovare nella stanza. Ora è pronto a raggiungere gli altri in giardino. Anche se, se fosse per lui, resterebbe volentieri da solo.

Edited by Silian - 29/9/2011, 18:22
 
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Silian
view post Posted on 19/9/2011, 13:59     +1   -1




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[EXP ANTK (darkred) 18.245 (30r100)][DENARO: 300 NdF, DEPOSITATO: conto ABBIGLIAMENTO: casacca rossa, mantello, stivali neri][EV: 950, ABILITA': Dominio elettrico ARMATURA: Si , ARMI: Sciabole Gemelle e Kukri]

MESE 9 GIORNO 11, POST 6, pomeriggio

I convitati si rilassavano dopo l’abbondante pasto nel giardino del nobile Omizu: era uno dei luoghi più incantevoli dell’intera isola, organizzato in ampie terrazze panoramiche. Si vedeva il mare da lì, e le persone in spiaggia erano come tante formichine in lontananza. Piante di tutte le specie crescevano in cespugli curati o si arrampicavano elegantemente sui pergolati che circondavano le panche in pietra dove erano seduti gli ospiti. La brezza che saliva dal mare era fresca, la giornata luminosa. Faceva venire voglia di dimenticare certe cose…ma ecco, appena il pensiero vi indugiava anche solo per un istante, lo sguardo del giovane si offuscava e tornava a fissarsi a terra, senza vedere nulla in realtà.

Le signore ciarlavano imperterrite da ore oramai: l’argomento della discussione variava ad una velocità impressionante, tanto che bisognava avere un addestramento specifico per riuscire a tenere il passo. E l’unico che non ci riusciva era proprio lui: non aveva né risposte argute, né tantomeno novità fresche dalla Capitale. Anzi, ne aveva, ma non le avrebbe espresse neanche sotto tortura…quindi fu presto ignorato dalle ospiti, che presero a considerarlo alla stregua di una delle numerose statue che ornavano i giardini. Accolse il calo di interesse nei suoi confronti con un certo piacere, era stufo di sforzarsi di rispondere a monosillabi a domande più che indiscrete. Era strano, stentava egli stesso a riconoscersi. Quando pensava al ragazzo irruento, dalle forti emozioni che aveva conosciuto bene fino a pochi giorni prima, gli sembrava quasi fosse un’altra persona…si sentiva svuotato, privo di forza di volontà, senza radici, alla deriva.

Una voce tuonava nel profondo del suo animo, gli imponeva di alzarsi, mandare tutti a quel paese, essere forte come prima, anzi, di più…ma la sua eco si perdeva in una specie di nebbia lattiginosa, che ottenebrava il cuore di Antk. Che fine aveva fatto il Lightningbender, l’impavido uccisore dell’Avatar? Si era perso, forse, e non trovava la strada di casa? Lui non se ne rendeva conto, ma ancora un paio di occhi lo seguivano ed un paio di orecchie avevano percepito l’ostinato silenzio in cui si era rinchiuso.

La conversazione aveva cambiato di nuovo fulcro: stavolta era uno scandalo, uno dei più saporiti che avessero mai colpito la nobiltà dell’isola. Si trattava di un istruttore di dominio, impiegato in uno degli ultimi dojo aperti sull’isola. Di quelle strutture ce n’erano un gran numero, tutte accoglievano i figli dei nobili in villeggiatura, insegnavano loro l’arte del combattimento e lasciavano che gli augusti genitori si godessero le vacanze in pace. Strutture costose, ovviamente…beh, un bel giorno la signora moglie di un Tale nobile era scomparsa…ed indovinate dove era stata ritrovata? A Crescent Island, in compagnia del maestro del suo figlioletto! Il fattaccio era accaduto almeno due settimane prima, ma ancora al dojo non osavano assumere un nuovo insegnante (quello che c’era era stato espulso immantinente), volevano prima aspettare che si calmassero le acque. Manco a dirlo, la nobiltà di mezzo arcipelago non stava nella pelle dalla curiosità di conoscere il nuovo maestro e di tallonarlo passo dopo passo, in attesa di qualche altro aneddoto succoso.

A quanto pare la notizia non interessava solo le signore. Il nobile Omizu aveva seguito con pacato interesse la vicenda, ed ora si carezzava la barba striata di grigio con le dita di una mano. I suoi occhi si posavano sul ragazzo taciturno in modo sempre più insistente. Poi parve prendere una decisione e, con discrezione, si alzò e andò a poggiare una mano sulla spalla di Antk. Ragazzo, devo parlarti…

Edited by Silian - 29/9/2011, 18:23
 
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Silian
view post Posted on 20/9/2011, 20:27     +1   -1




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[EXP ANTK (darkred) 18.645 (30r100x2)][DENARO: 300 NdF, DEPOSITATO: conto ABBIGLIAMENTO: tunica in prestito][EV: 950, ABILITA': Dominio elettrico ARMATURA: Si , ARMI: Sciabole Gemelle e Kukri]

MESE 9 GIORNO 11, POST 8, pomeriggio

Il ragazzo sollevò lo sguardo verso la sagoma del venerabile vecchio, annuì impercettibilmente e si alzò senza fare rumore dalla sua panca. I due camminarono per qualche minuto fianco a fianco, senza parlare, finché non raggiunsero una distanza sufficiente dalla combriccola di convitati. Erano circondati da un pergolato su cui si arrampicavano dozzine di viticci verde tenero; dei meravigliosi fiori rosso vermiglio sbocciavano a grappolo sui rametti flessibili. Sembravano un po’ come padre e figlio, visti così, insieme. Omizu fissò a lungo negli occhi Antk prima di prendere parola. Sono felice di rivederti, Antkantos… e prima che il ragazzo potesse rispondere sollevò la mano per bloccarlo, nel caso in cui avesse voluto dire qualcosa. Non voglio sapere nulla di quanto è successo nella Capitale, né tanto meno sul Signore del Fuoco. Al sentir pronunciare il titolo che tanto aveva temuto vedere attribuito alla sua amata Iris, Antk abbassò il capo cupamente e strinse i pugni. Non erano serviti a nulla, tutti i suoi sforzi erano stati vani…e l’aveva perduta ugualmente…

Ascoltami, Antkantos. L’autorevolezza di quella voce lo costrinse a sollevare di nuovo il capo ed a guardare l’uomo, che lo guardava con aria benevola. Aprì la bocca per dire qualcosa, ma la richiuse quasi subito, senza dire nulla. Qualsiasi cosa sia accaduta, e con “qualsiasi” intendo veramente qualsiasi cosa, devi lasciare che il passato rimanga dietro le tue spalle. A quelle parole un lampo di rabbia attraversò gli occhi del ragazzo. Arrendermi così? Manco morto! Non puoi… ma di nuovo l’uomo sollevò il dito indice, e le proteste morirono in gola al ragazzo. So che sei arrabbiato, ma non è questo che ti ho chiesto di fare. Ho solo detto che bisogna che pensi a come trascorrerai la vita da oggi in avanti. Inizia pensando alle cose fondamentali: dovrai pur procurarti da vivere, giusto? E so benissimo che non tollereresti di vivere da mantenuto, anche fosse a casa di un amico. Il ragazzo annuì con aria assente. Sistemate quelle, potrai pensare anche al resto: ai tuoi progetti, ai tuoi sogni, ma ricordati che senza cibo nello stomaco ed un tetto sulla testa non andrai da nessuna parte. Io sarei ben lieto di offrirti tutto ciò di cui necessiti, in nome dell’antica amicizia che mi legava a tuo padre Matt, ma non è in questa maniera che ti aiuterei davvero. Bisogna che ritrovi la tua strada…capisci che cosa intendo?

Forse il vecchio non si rende conto che la mia strada è stata completamente distrutta appena quattro giorni fa…pensava Antk, e la rabbia tornava a ribollirgli nello stomaco. Perso tutto…la donna che amava, il grado nell’esercito, senza una casa propria. Come poteva pensare quel vecchio che avrebbe potuto avercela, una vita, da quel giorno in avanti? Forse non ne valeva neanche la pena…Antkantos, so cosa stai pensando. Ridacchiò placido. Ne ho visti tanti di ragazzi come te, anche io lo ero, tanti anni fa. Ti chiedo, nel nome dell’amicizia che avevo con tuo padre, di provare almeno a darmi ascolto. Poi, tra due settimane, tornerai qui e mi racconterai come ti sta andando. Il ragazzo gli lanciò un’occhiata interrogativa. Il nobile sorrise di rimando. Lascia che ti spieghi…

GIORNO SEGUENTE, METÀ MATTINATA

Una fila di ragazzi, alcuni giovanissimi ed altri più esperti e maturi, erano in coda davanti al dojo “Dragone Danzante”. Erano venuti da tutta l’isola. I manifesti parlavano chiaro: era indetto un torneo di Agni Kai, chi avesse vinto avrebbe ottenuto il posto di maestro di Dominio del Fuoco in quella palestra. Visti i salari dell’esercito, non si poteva dire che fosse un lavoro da buttare via…anzi…
L'odore del sudore e dell'adrenalina era nell'aria, dava quasi alla testa. Antk strinse i pugni, ed una ragnatela di scintille azzurrine si arrampicò lungo l’avambraccio muscoloso. Si, oggi si sentiva decisamente meglio….

 
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Silian
view post Posted on 23/9/2011, 21:52     +1   -1




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[EXP ANTK (darkred) 18.215 (30r100x2)][DENARO: 300 NdF, DEPOSITATO: conto ABBIGLIAMENTO: casacca rossa, mantello, stivali neri][EV: 950, ABILITA': Dominio elettrico ARMATURA: Si , ARMI: Sciabole Gemelle e Kukri]

MESE 9 GIORNO 12, POST 12, mattina

La coda davanti al Dojo non passa inosservata: i nobili vacanzieri passano in carrozza e si voltano incuriositi, le loro signore e le figlie additano questo o quel guerriero, a loro avviso degno di ottenere l’incarico al di là di ogni ragionevole dubbio. I dominatori in lizza, per la verità, non li degnano di uno sguardo. La concentrazione si può tagliare con la katana, sotto il padiglione d’ingresso. Molti pensano di avere la carta vincente per poter sopravanzare gli altri concorrenti senza problemi. Tipico, per dei giovani dominatori del fuoco: impulsivi, aggressivi, sicuri di sé, proprio come il loro elemento. E terribilmente loquaci…probabilmente non finirebbero mai di vantarsi degli Agni Kai che hanno vinto. Poi ci sono i guerrieri esperti: qualche striatura argentea orna le loro tempie, ma sono saldi e forti grazie all’allenamento costante. Alcuni potrebbero anche essere veterani di guerra, a giudicare dalle cicatrici impressionanti che hanno sul corpo. Quelli stanno per lo più in silenzio, seduti, impegnati in esercizi di rilassamento e respirazione. Non possono contare sull’agilità, prerogativa di un corpo più giovane del loro: sarà l’osservazione dell’avversario e le ricerca del suo punto debole il loro asso nella manica.

Suona un gong all’interno dell’edificio, le porte vengono aperte ai presenti: cala il silenzio di colpo ed uno dopo l’altro vengono ingoiati dall’ingresso spalancato come una bocca affamata. Mettono la loro firma su una pergamena, gli inservienti registrano i nominativi e preparano i gironi per gli scontri. I partecipanti vengono introdotti in un altro ambiente, uno spiazzo in terra battuta circondato da un porticato elegante: sculture raffiguranti draghi fanno capolino dai capitelli delle colonne e dalle balaustre della grande scala di ingresso. Quello è un posto per nobili ricchi, anche l’occhio vuole la sua parte. Deve essere costato parecchio, comunque. I dominatori si sparpagliano per l’arena ed iniziano il riscaldamento: le prime fiamme iniziano a baluginare, sono quelle dei più irrequieti. Uno dei più giovani si ferma in cima alle scale ed osserva i corpi muoversi secondo precisi schemi nel campo, abbraccia la visuale dell’arena brulicante arti umani e fiamme. Inutile specificare di chi si tratti…gli ricorda il campo di battaglia, come quando, l’ultima volta, si era spacciato per un comune soldato e si era buttato nella mischia, ignorando gli ordini di lei…sospirò involontariamente. Era stato al fronte sud, lì lo aveva raggiunto Suhong…e lì, che lei aveva rotto il loro legame, davanti a tutto l’esercito. Una nuova ondata di dolore lo costringe a chiudere gli occhi. Poggia la mano sul corrimano delle scale, si lascia lentamente scivolare verso il basso finché non siede sulla pietra tiepida.

Quei ricordi non lo aiutano. È come se del veleno cadesse lentamente, a gocce, nel sangue che gli affluisce al cuore. Ad ogni battito lo sente più debole, la voglia di combattere scema senza possibilità di scampo. Si trova a pensare a sé stesso con lo stesso distacco che avrebbe provato per un estraneo. Il vuoto lo avvolge come in una coltre di ovatta. Ode come da un’immensa lontananza la voce del proprietario, che ringrazia i presenti di essere venuti ed annuncia gli abbinamenti per il torneo. Una sequela di nomi, per lui sillabe prive di senso, si srotola pigramente nel sole del mattino. Poi viene il suo, di nome. Un coro di bisbigli invade il campo. Alza gli occhi lo stretto indispensabile per notare delle dita solitarie che indicano nella sua direzione. Si, sono io. Sorpresi? Si dice, senza degnarli di ulteriore attenzione. Sempre con quel distacco innaturale, si rende conto che con quello stato d’animo non sarebbe andato da nessuna parte. E si rende conto, col medesimo distacco, che forse neanche glie ne importa più di tanto.

Edited by Silian - 29/9/2011, 18:23
 
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Silian
view post Posted on 28/9/2011, 16:51     +1   -1




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[EXP ANTK (darkred) 18.575 (30r100x2)][DENARO: 300 NdF, DEPOSITATO: conto ABBIGLIAMENTO: casacca rossa, mantello, stivali neri][EV: 950, ABILITA': Dominio elettrico ARMATURA: Si , ARMI: Sciabole Gemelle e Kukri]

MESE 9 GIORNO 12, POST 14, metà mattinata

Ottavo scontro del primo giro di eliminatorie. I due contendenti sono inginocchiati ai lati opposti dell’arena, dandosi le spalle: hanno un ginocchio ed il pugno corrispondente poggiati in terra. L’unico movimento che potreste percepire da parte loro, è il sollevarsi e l’abbassarsi ritmico delle spalle mentre respirano. Poi viene dato il segnale: entrambi si alzano e la banda di stoffa rituale cade senza un fruscio dalle loro spalle. Al lato occidentale sta Lu Ten, rampollo di una dinastia di ufficiali di stanza a Crescent Island. Al lato orientale, c’è Antk.

Durante i primo scontri c’era stato un silenzio di tomba, adesso la tensione si è allentata ed il brusio ha raggiunto livelli tali da poter essere paragonato al chiacchiericcio della piazza del mercato della Capitale. Però i due contendenti non sembrano accorgersene…Lu Ten fissa Antk con un misto di altezzosità e sufficienza. Antk non guarda neanche Lu Ten: tiene il viso alto il necessario per poter identificare per tempo eventuali movimenti di attacco dell’altro. L’avversario si muove: Antk ne segue i movimenti, uno, due, tre, quattro passi verso di lui. Ma non muove un muscolo. Poi l’altro si ferma e sfodera un bel sogghigno. Ha una chiostra perfetta di denti bianchissimi. “E così tu saresti il famoso generale Antkantos” esordisce il ragazzo. “Pardon, ex generale” si corregge con aria compita.

È alto almeno dieci centimetri più di lui, capelli corvini, pelle un poco abbronzata ed occhi grigi e freddi come il ghiaccio. Fa ancora due passi in avanti. “Dicono che tu sia diventato Generale solo perché si è messa di mezzo la tua ragazza e ti ha lasciato vincere…” continua quello, senza nessuna remora nel riferirsi in quel modo al Signore del Fuoco in carica. Antk sollevò un poco il capo. Sta veramente dicendo quello che le sue orecchie sentono? Sono cose offensive, Antkantos, chiunque al posto suo avrebbe reagito in modo da vendicare il proprio onore messo in discussione. “…e infatti, guarda dove sei finito? Appena si è stancata di averti tra i piedi, sei tornato da dove eri venuto” cantilenò il ragazzo, con un’alzata di spalle. Lo sguardo e ancora appannato…ma qualcosa si sta agitando, infastidito, nel profondo del suo animo. Sbaglio, o sta anche parlando male di...Iris? Intanto l’avversario ha superato la metà campo e non accenna a volersi fermare sul posto. Il ragazzo incrocia le braccia sul petto.

“La fama è un’amica volubile, Antk” fa quello con tono saggio. E sono a poco meno di cinque metri l’uno dall’altro. Dove vuole arrivare? Si leva qualche commento sarcastico dal pubblico. Evidentemente non è il solo a pensarla in quel modo, visto che quel ragazzino senza spina dorsale neanche reagisce agli insulti. Forse la storia che abbia ucciso l’Avatar è una panzana bella e buona, messa su dalla sua fidanzatina…”Farai meglio a basarti solo sulle tue forze d’ora in avanti” Ora sono faccia a faccia. “E comunque, lasciatelo dire: non vale la pena farsi rovinare la vita da un’inutile sgualdrina.

L’ultima cosa che Antk ricorda è la percezione del collo avversario stretto tra le dita, poi la sensazione inebriante della corrente elettrica che sgorga da un punto all’altezza dello stomaco e si riversa lungo il braccio teso. Adesso stanno portando via Lu Ten in barella. Pare che sia ancora vivo…Antk lo segue con sguardo carico di odio. MAI parlare di IRIS in quel modo DAVANTI A LUI. Alza la testa, scruta con aria di sfida i presenti. Un alone di scintille azzurre gli scoppietta vivacemente intorno alle dita di entrambe le mani. Avanti il prossimo…



Edited by Silian - 29/9/2011, 18:21
 
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Silian
view post Posted on 29/9/2011, 17:20     +1   -1




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MESE 9 GIORNO 12, POST 16, metà pomeriggio

Antk siede di nuovo sui gradini della scala di pietra: ha un gomito poggiato sulla statua ringhiosa del dragone di destra ed il resto del braccio penzoloni. Muove pigramente le dita, ed una ragnatela azzurrina gioca a sgusciargli tra un polpastrello e l’altro. Solo quei piccoli movimenti denotano lo stato di veglia del ragazzo, che ha il mento poggiato sulle ginocchia piegate e gli occhi socchiusi.

Degli inservienti stanno livellando la sabbia dell’arena con grossi rastrelli di legno, riempiono le buche lasciate dai duellanti nel terreno di gioco e rimuovono i lembi di stoffa bruciati dalla sabbia bruna. Era strano, quanto poco gli importasse di quella faccenda. Il gestore del Dojo, per quanto lo riguarda, può anche dare il posto all’uomo che ha appena sconfitto in finale. Non gli avrebbe portato rancore per quello…perché, appunto, non glie ne importa nulla. Un uomo ben vestito si avvicina alle sue spalle, lo chiama. Il ragazzo si alza lentamente, poggiandosi le mani sulle ginocchia. Ha anche lui diverse bruciature addosso: la spalla sinistra è stata bendata di fresco, il cotone bianco della fasciatura è ingiallito per il siero delle ustioni. Entrambi i palmi delle mani sono anneriti dalla fuliggine, così come uno zigomo e l’orecchio dietro di esso. Zoppica leggermente dalla gamba sinistra. Lo scontro è stato duro, ma niente a che vedere con Wen. Lui si, che era un guerriero. Odioso, sedizioso, ma pur sempre meglio di quei damerini. Avrebbe iniziato l’indomani mattina il suo lavoro: apprenderlo non gli diede alcun entusiasmo. Non aveva ancora capito perché avesse accettato la proposta di Omizu…forse per inerzia, perché in fondo non aveva nulla da perdere, né nulla da fare. Comunque stessero le cose, aveva ottenuto quell’incarico…ed in fondo non c’era motivo di non andare alla palestra. Almeno, lavorando avrebbe avuto la mente occupata ed avrebbe potuto evitare di pensare a lei.

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GIORNO 13, mattina presto

C’è un ragazzo piuttosto giovane, nell’arena della palestra. Non esprime particolari sentimenti, con quella faccia da pesce lesso. Anzi, probabilmente li sta proprio nascondendo. Tiene i pugni chiusi appoggiati ai fianchi e scruta la sua classe. Ora è diventato un maestro, dovrebbe sapere cosa fare…ma proprio quando è sicuro di sapere cosa dire, ci ripensa e torna punto accapo. Ha iniziato la sua formazione da Suhong, ma lo ha abbandonato per ovvie ragioni…non può sapere cosa avrebbe fatto il sifu Kuro, se l’avesse avviato lui all’arte del Dominio, e non vuole insegnare ai suoi allievi in modo scorretto. Buffo, non avrebbe mai detto di tenerci a fare bene quel lavoro. È solo che, quando se li è trovati davanti, è successo qualcosa di strano…come se fosse tornato indietro nel tempo, quando aveva preso la prima lezione. Era un ricordo troppo forte da riuscire a reprimere il ricordo dell’emozione che aveva provato allora: lo aveva accompagnato suo padre alla palestra, lui in persona…accidenti, se gli mancava…e poi, qualche ora dopo, aveva prodotto la sua prima fiammata. Aveva pensato di poter conquistare il mondo, quel giorno. E davvero, ci era andato molto, molto vicino. Quello che avrebbero combinato i suoi allievi nella vita dipendeva molto da cosa avrebbe insegnato loro…forse era meglio partire per gradi, magari con un esercizio di respirazione…? “Sifu Antkantos…allora, quando si comincia?” chiede una mocciosetta con i codini. Ha l’aria impertinente. Gli ricorda maledettamente una persona…ma no, non ora, adesso deve concentrarsi su di loro: una decina di bambinetti, alti poco più di un metro, sono schierati davanti a lui, e non ne possono più di stare in posizione di saluto.


 
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Silian
view post Posted on 30/9/2011, 22:57     +1   -1




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[EXP ANTK (darkred) 19.075 (30r100x2)][DENARO: 300 NdF, DEPOSITATO: conto ABBIGLIAMENTO: casacca rossa, mantello, stivali neri][EV: 950, ABILITA': Dominio elettrico ARMATURA: Si , ARMI: Sciabole Gemelle e Kukri]

MESE 9 GIORNO 15, POST 17, mattina

No…no...nooaspetta, ASPETT…ACC…!!! Una piccola esplosione riecheggia tra le colonne del chiostro intorno all’arena. Antk ha tutta la faccia coperta di fuliggine, e la metà dei capelli dritti in aria. Il branco di mocciosi si sta rotolando nella sabbia dal ridere. Giusto la ragazzina che ha tentato di accoppare il Sifu non sa bene che fare…se spaventarsi e levarsi di torno o pavoneggiarsi con aria impudente. E sceglie la seconda, ovviamente…incrocia le braccine sul petto e guarda Antk con aria di sfida. Beh, è uscito qualcosa…che c’è che non va, Sifu? Cinguetta con impertinenza. Ma poi deve fare un paio di passi indietro, per un attimo la sua espressione diventa preoccupata, inciampa e finisce col sederino a terra, tra le risate generali. Sarà stato per l’aria omicida del ragazzo? O perché stava digrignando i denti? Fatto sta che si ricompone subito, si alza e si spazzola via la sabbia dalla tunica con le manine. Avrà sette anni al massimo, ed un carattere tremendo.

TE LO DICO IO COSA C’È CHE NON VA!!! Ruggisce, stringendo i pugni. Poi si blocca. Carrellata sulle faccine spaventate dei marmocchi. Forse non è una buona idea urlare in quel modo. Stringe le labbra, il petto si alza e si abbassa affannosamente un paio di volte. Poi ricompone l’espressione accondiscendente che userebbe con un bamboccio particolarmente duro di comprendonio. Allora, Mizu…per prima cosa, la postura: non devi sbilanciarti in avanti quando tiri il pugno…la acchiappa per le spalle e le tira all’indietro, in modo che la schiena sia in linea perpendicolare col suolo. Poi, la testa dritta, non sporgerti in avanti dice, e la tira per il codino. Lei fa un paio di smorfie ma è troppo orgogliosa per lamentarsi. Piccola vendetta…Poi…ricordati di respirare, ca…ppero! Ripreso appena in tempo…le lancia un’occhiata torva. Se non vuoi che ti faccia allenare con le tavolette sulla testa, vedi di starci attenta, stavolta…ed ora, riprova! Miseriaccia…non gli era mai capitato di doversi trattenere in quel modo! Insomma, lui è il Generale Antkantos, l’uccisore dell’Avatar, tutti dovrebbero ubbidire senza fiatare…ma appena ha iniziato ad ammaestrare quelle piccole canaglie, ha dovuto rivedere le sue priorità. È già un miracolo se lo stanno a sentire senza mettersi le dita nel naso o bisticciare tra loro! È…umiliante…e strano nello stesso tempo. Non capisce…col Sifu Kuro ed anche con Suhong, i bambini non si azzardano a sgarrare, e senza essere rimproverati in continuazione. Cosa c’è che non va, in lui? Beh, qualunque cosa fosse, aveva deciso: era una questione di orgoglio…avrebbe insegnato a quegli animaletti a dominare il fuoco, fosse l’ultima cosa che faceva! Avrebbe capito come farsi rispettare…eccome!

Forse è quello, il nodo della questione: che qui deve guadagnarsi ogni centimetro della fiducia di quei poppanti. A loro non importa un accidente di quanto avversari hai fritto. Né che sei stato un generale. Devi ricominciare tutto da capo, da zero…come sta facendo con la sua vita da meno di una settimana. Ma torniamo alla mocciosetta. Mizu, al suo ordine, sembra dimenticare i rimproveri ed aggrotta le sopracciglia nere e sottili. Si mordicchia il labbro inferiore…poi avanza all’improvviso: gamba destra in avanti, ginocchio leggermente piegato…gamba sinistra dietro, un poco flessa…busto che ruota in senso antiorario per assecondare il movimento del braccio, che passa dalla posizione di caricamento a quella del colpo. Puff! Una nuvoletta di fumo si materializza davanti al pugno chiuso della bimba. Lei mette il broncio, arrabbiatissima. Anzi, peggio…sembra sull’orlo delle lacrime! Si rimette sull’attenti ed incrocia le braccia con ostinazione. SIFU, TU NON CAPISCI NIENTE! ERA MOLTO MEGLIO QUELLO CHE FACEVO PRIMA! Antk alza gli occhi al cielo, mordendosi le labbra con forza. Come si permette quella piccola insolente di…calmo Antk…calmo…è una cosa snervante. Umiliante. Ma deve ricominciare…
 
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Silian
view post Posted on 23/10/2011, 00:08     +1   -1




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[EXP ANTK (darkred) 20.255 (30r100x2)][DENARO: 300 NdF, DEPOSITATO: conto ABBIGLIAMENTO: casacca rossa, mantello, stivali neri][EV: 1000, ABILITA': Dominio elettrico ARMATURA: Si , ARMI: Sciabole Gemelle e Kukri]

MESE 9 GIORNO 26, POST 11, sera

Il nobile Omizu siede alla sua scrivania, fissando un foglio di pergamena giallastra appoggiato sul legno levigato. La fissa da qualche minuto ormai, ma gli occhi non cambiano posizione, né egli dà segni di essere realmente concentrato su quello che sta facendo. Due candele consumate a mezzo rischiarano debolmente un raggio di poche decine di centimetri intorno alla fiamma. L’atmosfera silenziosa concilia il sonno. E difatti, la testa del nobile inizia a pendere pericolosamente in avanti, mentre gli occhi ormai sono completamente fuori fuoco rispetto al testo che stavano consultando. Ancora qualche istante, ed i muscoli del collo cedono del tutto, lasciando che il capo si inclini e poggi la mandibola sul petto coperto dalla veste da camera.

Un lieve ticchettare alla finestra. Un’ombra alata ha fatto la sua comparsa sul davanzale. Un falco attende che il destinatario della missiva gli presti la dovuta attenzione e, non ricevendola, picchia con rinnovato vigore contro gli infissi. Dopo svariati tentativi, il picchiare riesce a superare il rumore cavernoso che si leva dalle narici di Hiro, costringendolo ad un sussulto imprevisto sulla sua poltrona imbottita. Il signore ci mette un po’ a rendersi conto della situazione ma appena scorge il volatile si alza e si affretta ad aprire la finestra. Forse è il falco che aspettava da giorni…deve esserlo, c’è il sigillo reale…rompe la ceralacca e senza leggere neanche il testo srotola la pergamena fino in fondo: la firma è quella di Iris. Gli Spiriti siano benedetti…

CITAZIONE
A Hiro della famiglia Omizu, fiera gente di Ember,

E' un periodo difficile per l'intera Nazione e in momenti come questo la lealtà di un uomo ha doppiamente valore, sappiate che non dimenticherò il vostro gesto. Mi rallegra apprendere che il giovane Antkantos ha raggiunto sano e salvo la sua terra natia, temo tuttavia che la sua attuale condizione possa portarlo a commettere gravi imprudenze, vi chiedo pertanto di seguirlo e tenermi aggiornata sulle sue condizioni. Aiutatelo fin dove vi è possibile, assicurandovi che si tenga lontano dalla politica, dall'esercito e da associazioni di dubbia provenienza. Prestate attenzione affinché non scopra questa mia, né venga a conoscenza delle richieste ivi contenute per alcuna ragione: mi è difficile prevedere come reagirebbe e se per questo dovesse averne a male vi riterrei personalmente responsabile.
Resta mio fermo desiderio non arrecare ulteriore disturbo ad una famiglia tanto generosa, qualunque cosa possa fare per rendervi tale compito meno gravoso non avete che da chiedere.

Con l'augurio che il sole continui a splendere sulla nostra meravigliosa Ember vi lascio. In amicizia,

Iris, figlia di Riku, Signore della Nazione del Fuoco


Un sorriso si fa strada sul volto del nobile Omizu dopo aver letto quelle parole. È lieto di sapere che ancora qualcuno vegliasse su quel ragazzo, nonostante tutto l’accaduto. Senza indugi, avvicina la pergamena ad una delle due candele ed attende finché il fuoco non la consuma del tutto, ed è costretto a lasciare che l’ultimo frammento cada volteggiando sulla scrivania. Poi prende subito una pergamena pulita, inchiostro e pennello e si appresta a rispondere immediatamente alla missiva.

CITAZIONE
All’attenzione di Vostra Altezza il Signore del Fuoco Iris

Vi rivolgo nuovamente i più sinceri omaggi, Altezza, da parte di tutta la mia famiglia.
Sono lieto di porgervi notizie riguardo al positivo stato di salute del giovane Antkantos; vi informo inoltre che il ragazzo non ha tenuto comportamenti definibili “a rischio”, bensì è riuscito a trovare un impiego dignitoso e sufficientemente remunerato presso una delle scuole dell’isola, in qualità di maestro di dominio. Ritengo che il contatto stretto e continuato con i suoi giovanissimi allievi possa contribuire ad una formazione adeguata della sua personalità, da quel che ricordo, fin troppo irruenta, se mi è consentito da Sua Altezza esprimermi in questo modo. Coltivo la speranza fondata che riesca a ricostruire la sua vita secondo principi più sani di quelli adottati finora, contribuendo a formare nuovi giovani dominatori, che siano il fiore all’occhiello per la nostra Nazione. In caso di qualsiasi richiesta da parte vostra, necessità od ordine, sarò sempre vostro umilissimo servitore.
Vi porgo di nuovo i più sinceri omaggi ed i migliori auspici per il Vostro Regno, che sia saldo e duraturo.

Hiro Omizu, dell’isola di Ember.

In effetti non c’è molto da dire, e quello che c’è da dire in più di quanto non sia scritto non sarebbe opportuno farlo sapere ad Iris. Come faceva a dirle che dopo il primo giorno di lezione per poco non dava fuoco al Palazzo, tanto era fuori dai gangheri? C’era voluta un’ora prima che se la finisse di urlare nell’atrio, aveva fatto scappare tutti i servi con quei fulmini. Farlo ragionare? Avresti fatto prima ad insegnare a volare ad un rinoceronte di Komodo. Non si sa quello che si era dovuto inventare per convincerlo per tornare alla scuola, il giorno dopo…e quello seguente…e quello dopo ancora…fatto sta che era una decina di giorni che lavorava, non aveva affatto smesso di lamentarsi e brontolare ma andava già meglio.

Da quanto ha capito dai suoi discorsi, Antkantos ha un vecchio e caro amico sull’isola, un certo Longwei, tornato da poco dalla Capitale con un incarico importante. Ad Omizu non piace molto l’idea che Antk frequenti membri della gerarchia militare, anche se nominati da Iris in persona. Si sa che il pipistrello-lupo può perdere il pelo, ma non il vizio… La sua speranza è sempre che il ragazzo metta la testa a posto poco per volta, ma non può certo impedirgli di uscire di casa. Comunque Ember è un’isola piccola, qualsiasi cosa fosse andata in modo strano, l’avrebbe saputo prima ancora dei responsabili. Si alzò dalla poltrona e legò il messaggio al contenitore che il falco portava sul dorso; diede all’animale qualche pezzo di carne secca e stette ad osservarlo mangiare, finché non fu sazio e spiccò il volo alla volta della Capitale.

Edited by @Les - 23/10/2011, 11:41
 
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Silian
view post Posted on 28/10/2011, 17:58     +1   -1




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[EXP ANTK (darkred) 20.455 (30r100x2)][DENARO: 300 NdF, DEPOSITATO: conto ABBIGLIAMENTO: casacca rossa, mantello, stivali neri][EV: 1000, ABILITA': Dominio elettrico ARMATURA: Si , ARMI: Sciabole Gemelle e Kukri]

MESE 9 GIORNO 29, POST 12, mattina


Il nobile Omizu aveva ha avuto due giornate a dir poco infernali. Un popolano qualunque potrebbe pensare, a torto, che i nobili non facciano altro che poltrire e rilassarsi in giardino, o al limite sottoporsi a raffinati allenamenti di dominio del Fuoco per impressionare gli amici durante le feste. Ovvio, c’è chi lo fa…e di solito si tratta di gente che andrà in breve in bancarotta, consumando lentamente le ricchezze accumulate da generazioni intere. Non è questo il caso di Hiro Omizu. Le tenute vanno amministrate, le cerimonie pubbliche presenziate, ci sono strette di mano che vanno date anche se a malincuore e con fastidio, ma che possono spianare la strada quando serve. Se,bra stupido, ma anche evitare di cadere addormentati durante una rappresentazione teatrale piò rappresentare un grosso impegno, soprattutto se si è amanti della cucina tradizionale…come il nostro eroe, appunto.

Sale sbuffando le scale di marmo che portavano alle sue stanze e si ferma in cima, si aggrappa al corrimano e respira affannosamente tenendosi il pancione tra le mani. Dovrebbe buttare giù qualche chilo…la moglie del nobile Fa era convinta che bastasse fare un’ora di sauna al giorno per perdere peso. Lui ci aveva provato, si…ma non è che avesse funzionato a meraviglia. Ovviamente non aveva avuto la faccia di andare a protestare (bonariamente, si intende) per questo errore. Insomma, è pur sempre un uomo e non vuole che si sappia in giro che sia incline a certe mollezze. Si raddrizza e percorre risoluto la distanza che lo separa dal suo studio: chiude la porta alle sue spalle e si lascia cadere sulla sedia imbottita. Lui non usa quei tavolini bassi di moda nella Nazione, che richiedono una stuoia e dei cuscini per sedervi davanti…scrivania e poltrona vengono direttamente da Ba Sing Se, dove sono in uso espedienti molto più comodi per uomini come lui, sempre impegnati a firmare pergamene.

C’è una pila di rotoli che lo aspettano: afferra quello più vicino alla sua mano, facendo crollare quelli soprastanti. Sospira e si china a raccattare i rotoli fuggiaschi, quando il sigillo di uno di quelli attira la sua attenzione. Di nuovo il sigillo Reale…spezza la ceralacca e srotola la pergamena, leggendola avidamente.

CITAZIONE
A Hiro della famiglia Omizu,

Mi rallegra apprendere che la situazione politica sull'isola di Ember è più serena rispetto a quella della Capitale, segno che il recente cambio di potere ha avuto risvolti meno drammatici di quanto avessimo preventivato. A tal proposito vi informo che ho incaricato un mio delegato di prendere contatto con le famiglie dell'isola, al fine di trovare un degno sostituto per il governo dell'area. Vi sarei grata se rendeste il suo compito più difficoltoso, senza tuttavia recargli danno, in modo da ritardare il suo rientro nella Capitale. Il nome del ragazzo è Longwei, nato a Ember, figlio di due borghesi, proprietari di una locanda a poche miglia dal centro della città: non dovrete fare il mio nome per ragione alcuna, anche se al momento mi è impossibile spiegare il motivo della richiesta.
Attendo ulteriori notizie riguardo al giovane Antkantos ed è mio vivo desiderio farvi visita appena la situazione della Capitale mi consentirà un viaggio fino alla nostra amata Ember. Nel frattempo vi porgo nuovamente i miei saluti e vi invito a prendere contatto con Jiang-Tsu, comandante della mia flotta di stanza sull'isola. Ha ricevuto ordine di mettersi a vostra disposizione, di qualunque cosa necessitiate per svolgere al meglio il vostro incarico.

Con l'augurio che questo sole autunnale abbia la forza di un giorno d'estate vi saluto. In amicizia,

Iris, figlia di Riku, Signore della Nazione del Fuoco

Longwei, eh? Pensa Hiro tra se e se, arrotolando la pergamena pensieroso. L’amico di Antkantos. Poggia il mento su una mano, tormentandosi la barba affusolata. Il fatto che sia un delegato di Iris non può che significare che sia degno di fiducia. Solo gli Spiriti sanno quanto la giovane sia sospettosa…resta il fatto che ora si trova in una situazione poco chiara: deve tenere d’occhio Antk e nel contempo mettere i bastoni fra le ruote al suo amico Longwei. Fissa per un buon quarto d’ora la parete davanti a sé, prima di risolversi ad afferrare una nuova pergamena. Le strette di mano potevano tornare utilissime, talvolta…per non parlare del sigillo di famiglia. Niente è peggio di un'intera casta che si oppone ai tuoi tentativi di lavorare. Un sorrisetto malizioso solcò il viso dell'uomo, quando venne sfiorato dal pensiero. Eh si, avrebbe sudato sette camicie. Per quanto riguadrava Jang Tsu, a lui avrebbe pensato per ultimo: nonaveva motivo di pensare che avrebbe avuto problemi con lui, anche se personalmente lo conosceva poco. Un uomo ruvido ed autoritario...ma pur sempre un soldato: avrebbe ubbidito al comando del suo sovrano anche a costo di morire, se necessario.

 
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