ANNO 2, MESE 8, GIORNO 21, POST 14 (apr), mezzogiorno
[(#FF007F) EXP 167.210 (30r100x2)][DENARO: 1600 mo (gioielli) + 4550 mo NdF + ABBIGLIAMENTO: acconciatura elaborata fermata con fiori e fermagli d'oro a forma di fiamma, tunica di stoffe pregiate, lunga fino a terra a più strati, sui toni del rosso.][EV: 1550, ABILITA': // ARMATURA: D1 (off), ARMI: pugnale (off)]
Non era riuscita a chiuere occhio quella notte. La sua ultima notte. Non era nemmeno riuscita a salutare Antk. Lo avrebbe visto il giorno seguente? Forse era meglio di no: doveva restare fuori da tutta quella storia, o avrebbe rischiato di farsi male. Non poteva permetterlo. Si rigirò nuovamente nel letto, tentando inutilmente di prendere sonno e in quel momento qualcuno tirò la tenda della stanza di suo padre, facendo filtrare un raggio di luce fino al letto.
"Perdonatemi, Altezza, ma vostro padre ha ordinato che vi aiutassimo a prepararvi..." disse, indicando le ancelle venute lì apposta per lei. Iris aprì un occhio, cercando di abituarsi alla luce che aveva improvvisamente inondato la stanza... era il momento di dare il via alle danze... e lei aveva un terribile mal di testa, oltre a nessuna voglia di ballare. Stancamente si trascinò fuori dal letto e lasciò che fossero le donne ad occuparsi di lei.
Mangiò a malapena qualche boccone: il suo stomaco sembrava avere qualcosa di strano, quella mattina. Passò tutto velocemente... un po' troppo per i suoi gusti: la colazione, le chiacchiere di circostanza con i nobili... e d'improvviso si ritrovò catapultata in quel posto che più temeva al mondo: una piana immensa, al centro della quale era stato innalzato un grande palco, circondato da migliaia di persone che indossavano abiti nei colori della Nazione, inneggiando alle sue vittorie, acclamandola a gran voce... eppure, a guardarlo da lì, sembrava solo un grande altare, sul quale stava per essere immolata. La portantina si fermò e toccò terra: le sue guardie erano schierate ai lati, pronte a scortarla per gli ultimi metri che avrebbe dovuto percorrere a piedi: doveva andare. Se solo Antk fosse stato lì... si guardò intorno, sperando di cogliere un segno del ragazzo. Ma no... era meglio che non ci fosse. Quella giornata sarebbe terminata nel sangue, non poteva permettere che fosse quello del giovane a scorrere.
Prese un profondo respiro... e finalmente scostò le tendine della portantina, mostrandosi al popolo: la sua acconciatura era stata accuratamente studiata per l'occasione, i capelli erano raccolti su una bizzarra impalcatura di fermagli d'oro, a forma di fiamme, e dei fiori rari di un giallo vivace erano stati fermati ai lati. L'abito che indossava toccava terra ed era composto da diversi strati di stoffe preziose e finemente decorate, talmente pesanti da non aver niente da invidiare a una di quelle scomode armature dell'esercito... anche se difficilmente sarebbe stato altrettanto efficace nel proteggerla dalla minaccia che poteva nascondersi ovunque, lì tra la folla. Drizzò il capo, camminando impettita in direzione del palco. Se aveva imparato qualcosa, in quegli anni, era a non mostrare al nemico la sua paura: mai... eppure chiunque avrebbe potuto accorgersi del suo nervosismo, se fosse riuscito ad avvicinarsi abbastanza da cogliere il suo sguardo, che sfuggiva rapidamente in qua e in là, in cerca di segni di spade, dardi e altre armi variabilmente letali. Il pesante trucco che le ancelle le avevano applicato non riusciva del tutto a nascondere la stanchezza per la notte passata senza chiudere occhio.
Ancora pochi passi. Aveva ormai raggiunto la scalinata, seguita dalla sua scorta. Le parve di cogliere un tono di disapprovazione nelle parole del Grande Saggio, quando informò il pubblico della sua decisione di venire incoronata da suo padre... ma non vi diede peso, continuando a scrutare la folla con la coda dell'occhio. Mancava poco, presto avrebbero colpito, se lo sentiva. Vide suo padre attenderla accanto ai Saggi e incrociò il suo sguardo: se i suoi occhi avessero potuto parlare avrebbero gridato a gran voce le sue preoccupazioni, il suo addio a quel mondo che aveva tanto amato e odiato al tempo stesso. Poi si inginocchio, piegò il capo e chiuse gli occhi con forza, aspettandosi da un momento all'altro di ricevere il colpo mortale.