La Nazione del Fuoco - GdR

Il respiro prima del balzo

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Silian
view post Posted on 8/9/2012, 22:10     +1   -1




Conrinua dall'armeria


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[ 35.850 exp (15r50x2) Elanor (#3A0057)][DENARO: 485 NdF; DEPOSITATO: conto [ABBIGLIAMENTO: tunica rosso rubino][ EV: 900 PV, ABILITA': chi blocking ARMATURA: // ARMI: arco(off)/stiletti (7)]


ANNO 2, MESE 8, GIORNO 17, POST 9, tardo pomeriggio

I raggi del sole morente faticavano a trapassare il velo di fumo e polvere che aleggiava sul cielo di Fire Fountain City. Il solito velo di fumo e polvere, per la precisione. Aveva riconosciuto la puzza ancora prima di scendere dal traghetto, qualche ora prima. Era una puzza rassicurante perché sapeva di casa..ma ciò non toglieva che restasse una puzza. Aveva perso la cognizione del tempo: non ricordava da quanto tempo fosse lì a fissare le nuvole, quando avvertì una presenza alle proprie spalle..qualcuno che la fissava. Ed a giudicare dal silenzio che aveva mantenuto avvicinandosi doveva essere..”Da quanto sei lì?” chiese Elanor senza nemmeno voltarsi. Mantenne il mento poggiato sulle braccia, stravaccata sul davanzale della finestra. La donna non le rispose. Già sapeva, anche senza vederla, in che modo era poggiata contro lo stipite della porta con una spalla, tutto il peso caricato su una gamba, braccia conserte e sguardo fisso sulla sua schiena. Lo sentiva penetrarle fin dentro le costole...scrollò le spalle e si decise a girarsi. Non è che fosse meglio, con quegli occhi puntati dritti in faccia. Mantenne un'espressione neutra, decisa a non abbassare lo sguardo. C'era un misto di dolcezza e rimprovero nel modo in cui la guardava. Era proprio il “misto” a risultare intollerabile: “o ce l'hai con qualcuno sul serio o lasci perdere e non rompi” sbottò Elanor tra sé, ma senza dare voce alla sua irritazione.

Avrebbe voluto che ci fosse stato papà lì, ma come al solito era a lavoro e ci sarebbe rimasto fino a tardi. Lui avrebbe capito. Era stato soldato, avrebbe saputo capire le cose non dette ed anche il motivo per cui alcune di quelle venivano taciute. Con lei era una tortura..”perché questo, perché non mi rispondi, perché non puoi rispondermi, perché hai smesso di scrivere, cosa fai, ma non è che mi nascondi qualcosa...”. “Quanto hai intenzione di fermarti?”. “Parto subito”. “Non vuoi nemmeno fermarti e salutare le tue sorelle?”. “Non posso”. Un sospiro stanco simile ad uno sbuffo, lei si strinse la base del naso tra le dita e si stropicciò gli occhi. Di colpo sembrava avere dieci anni di più. Meno male che aveva abbassato lo sguardo, o avrebbe dovuto farlo lei per prima al massimo dopo due secondi. “Elanor, se ti mandano in prima linea in quell'inferno là fuori ho il diritto di saperlo! Sono tua madre, accidenti!”. “Non mi mandano in prima linea. E non sto disertando. Non fare altre domande”. Una pausa che sembra durare un'eternità, il sole è quasi sceso dietro i tetti delle palazzine antistanti. “Hai tutto quello che ti serve? Per il viaggio..da mangiare, hai già visto gli orari dei traghetti...””Si, si, il viaggio è a posto. Però..c'è una cosa che ancora mi serve”.

CITAZIONE
510-25 mo traghetto Capitale-Fire Fountain

 
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Silian
view post Posted on 15/10/2012, 23:18     +1   -1




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ANNO 2, MESE 8, GIORNO 17, POST 52, tardo pomeriggio
E se la freccia è ben scoccata non vi è mai fine
[36.590 Elanor (#3a0057): n° exp (25r80)] [DENARO: 485 NdF DEPOSITATO: conto, ABBIGLIAMENTO: tunica rosso rubino [EV: 900, ABILITA': Chi blocking, ARMATURA: //, ARMI: balestra, arco (off) stiletti (16)]

Stats PG:

Atk= 1100
Def= 100
Vel= 390

Mosse caratteristiche-di scuola:

Burning chi dart
Emergency shot



Elanor si appoggiò con la schiena allo stipite della porta a braccia conserte, mentre sua madre rivoltava il grande baule come un calzino. Tutto quel casino per convincerla che andava tutto bene, le aveva anche risposto con tono scocciato, e dopo manco due minuti eccola che si buttava a fare qualsiasi cosa potesse ritenere utile per sua figlia. Represse la sensazione di inadeguatezza che la stava assalendo e studiò i tre grandi abiti verdi che la donna aveva disteso sul lettone della camera matrimoniale. La stoffa era verde chiaro, doveva stare molto bene sulla carnagione della mamma: ognuno dei tre completi aveva tonalità diverse, ma invariabilmente cintura e pantaloni erano dello stesso colore. Ci aveva sempre tenuto agli abbinamenti..C'era anche un vecchio cappello conico, di quelli che portano gli abitanti del Regno, un po' deformato a forza di stare tutto quel tempo chiuso in una cassa e schiacciato dai vestiti.

Elanor si avvicinò ai vestiti, saggiandone con lo sguardo la consistenza della stoffa. Quello di destra sembrava troppo fine, si sarebbe strappato dopo una settimana di viaggio. Meglio quello centrale: sembrava un po' liso ai bordi dei pantaloni e la stoffa aveva chiaramente visto tempi migliori, ma avrebbe attirato di meno l'attenzione. Sentì di nuovo lo sguardo della donna su di sé: palesemente avrebbe voluto chiederle cosa avrebbe dovuto farsene di quegli abiti, ma era combattuta tra la volontà di sapere ogni dettaglio ed il divieto esplicito di sua figlia di fare domande. “Questo qui..” decise Elanor per rompere il silenzio. “Non so in che condizioni posso riportartelo, ci tieni?”. La donna scosse il capo, sembrò riflettere qualche istante col mento raccolto tra le dita, poi aggiunse “Quegli stivali non vanno bene, hanno la punta all'insù. E devi farti la treccia”. Aveva capito? O forse solo intuito? Non importava: la ragazza annuì seccamente e piegò il vestito per infilarselo in borsa, legando il cappello alla tracolla. Era ora di andare.

Si avviò verso la porta senza sapere che dire per salutare la madre. “Beh..saluta papà e le altre..” iniziò, pregando che non le venisse in mente di abbracciarla, non lo avrebbe sopportato. E lei non lo fece. Elanor ringraziò mentalmente lei e gli Spiriti che l'avevano ispirata. “Ti mando un falco quando posso. E anche se tu non ci credi non vado a fare niente di pericoloso. Ciao..” ed infilò la porta di fianco, come se volesse sgattaiolare via il prima possibile da quel posto..il che era vero! Sapeva che avrebbe dovuto salutare come si deve, che non scriveva spesso come avrebbe dovuto, ma con tutti quei condizionali non ci combinava niente, quindi tanto valeva tirare avanti. Scese le scalette del condominio e si lanciò in strada, divorando lo spazio che la separava dal porto a grandi passi. Forse sua madre stava aspettando di vederla passare dalla finestra..allora si strinse al muro il più possibile, per togliersi dalla sua vista il prima possibile.
 
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